Pera Toons, nickname di Alessandro Perugini, è un autore di fumetti nato sui social e successivamente arrivato anche in libreria. 

Pera Toons è fatto di gag a fumetti, basate su giochi di parole, freddure e barzellette, oppure enigmi di logica che spetta ai lettori risolvere, in formato di vignetta o anche di video online. Il tono leggero, unito a uno stile essenziale ma inconfondibile, gli ha assicurato un vasto consenso di pubblico: i social di Pera Toons vantano infatti oltre 4 milioni i follower.

I libri a fumetti di Pera Toons sono pubblicati dalla casa editrice Tunué a partire dal 2018. Chi ha ucciso Kenny? (2018) e Il trono di Kenny (2019) rappresentano un adattamento degli enigmi a sfondo crime con cui il progetto è diventato virale sui social, e anche Giochi e risate (2022) mescola quiz, enigmi e battute. Ridi che è meglio (2020) è invece una raccolta di gag che possono essere lette in ordine diverso, in stile libro-game.. Infine, Sfida all’ultima battuta (2021) e l’uscita più recente Ridi a CreepyPelle (2022) contengono storie più lunghe che fanno da cornice a tavole autoconclusive con freddure e gag.

Nell’intervista che segue, in viaggio verso Lucca Comics & Games 2022, Pera Toons ci racconta quali sono state le sue ispirazioni e alcuni retroscena del suo lavoro.

 
Quali sono state le tue ispirazioni? Quali sono gli autori che preferisci?

L'autore in assoluto che mi ha ispirato di più è stato Silver, quello di Lupo Alberto. Fin da piccolo e durante il periodo delle medie lo leggevo tantissimo, avevo tutti i suoi diari, tutti i suoi fumetti, li collezionavo. Adoravo proprio il fatto che fosse un fumetto a strisce, quindi a vignette, per questo lo apprezzavo di più rispetto a Topolino, che sì mi piaceva, ma preferivo le strisce. Alla fine ogni striscia aveva una battuta finale anche "meno politicamente corretta", diciamo, degli altri fumetti classici a cui ero abituato. Insomma, quando cominciai a leggere Silver rimasi a bocca aperta. Poi qualche anno dopo ho cominciato a leggere Leo Ortolani con il suo Ratman e anche lui mi è stato moltissimo di ispirazione, anche perché un po' come Silver, ogni fumetto aveva gag e giochi di parole. Ecco, Silver e Ortolani, Lupo Alberto e Ratman, sono stati e sono ancora i miei preferiti.

Ormai il fumetto non solo un disegno su carta, ma ha varie sfaccettature… Quale formato ne preferisci e perché?

Bella domanda. Oggi come oggi il fumetto non va più visto solamente come una cosa cartacea stampata, ma va immaginato anche su vari supporti, per esempio sui telefonini, sugli ipad, sui computer. In particolare direi cellulari, visto che la gente sta ormai 90% del tempo sul telefono, per quanto riguarda il mondo digitale. È proprio partendo da questa riflessione che ho iniziato a fare sui social le vignette con quelle caratteristiche che vedete adesso, cioè molto impattanti, con scritte molto grandi, e che andassero subito al sodo, quindi minimaliste… Questo per adattarsi meglio al supporto digitale di telefoni e sociale, che è un supporto dove bisogna competere con molte altre vignette, video, foto, e quindi bisogna attirare subito l'attenzione. Grazie ai social ho imparato questa immediatezza e questa schiettezza nel comunicare la battuta. Il mio format preferito comunque sia rimane il cartaceo, rimane il libro, perché se uno legge i miei libri, e i libri in generale, vuol dire che si è preso del tempo per se stesso e quindi si può godere appieno il fumetto. In tal caso quindi si possono aggiungere dettagli o approfondire certi argomenti e battute. Dunque io preferisco il cartaceo, ringrazio il supporto digitale per quello che mi dà a livello di visibilità, ma non è il mio formato preferito.

Parlaci del tuo ultimo lavoro.

Allora, riguardo il mio nuovissimo libro, che si intitola Ridi a Creepypelle, devo dire che è stata una bella fatica farlo. Ogni volta penso che ogni nuovo libro sia più facile da fare rispetto a quello precedente perché sono diventato un po' più bravo a fare quello che faccio, però invece ogni volta che vado a lavorarci cerco di aggiungere nuove cose e di migliorarmi, così finisce che mano a mano che faccio libri mi ci vuole più tempo. È questo il caso di Ridi a Creepypelle che è stato un lavoro molto grosso, perché è composto da una storia lunga, con disegni più curati, meglio sceneggiati e con più situazioni rispettetto a come ero abituato io, quindi mi ci è voluto molto più tempo per disegnarlo. Anche le battute sono molte di più rispetto agli altri libri, perché ho cambiato il format, sono riuscito a mettere su una pagina anche più vignette e strisce, e quindi lo consiglio a tutti perché una miglioria di tutti gli altri miei libri, anche se alla fine io adoro tutti e sei i miei libri che sono usciti.

Ridi a Creepypelle si basa su un gioco di parole, cioè ridere a crepapelle, ma siccome il libro parla di una vicenda ambientata in un parco horror un po' creepy, ho deciso nel mio stile di giocherellone di parole di fare anche il titolo costruito su un gioco di parole. Il libro per fortuna è partito benissimo, a oggi è sempre in classifica, quindi sono soddisfatto da morire.

 
Sei tu a fare le voci nei video?

Sì, sono io a fare le voci. È anche una cosa buffa, perché non sono un doppiatore, però alla fine la gente si è affezionata a queste voci. Ogni volta che vado ai firmacopie, mi chiedono di fare la voce di Kenny. È una delle poche cose che mi vergogno di fare, perché è un po' strana… Comunque sì, sono io che le doppio, tratto un po' in post-produzione con un programma di editing, le rendo più veloci e più buffe. Una piccola cosa ganza riguardo il doppiaggio è che, anche tecnicamente, non è facile doppiare, e quanto pare l'unico modo per far sentire un audio buono è quello di doppiare con la testa dentro l'armadio. Io per esempio ho il microfono tra lo scomparto dei calzini e delle mutande, e lì il suono è perfetto, perché i panni assorbono l'eco e quindi non hai il ritorno. Questa è una piccola chicca.

Perché ti chiami Pera Toons?

Perché faccio di cognome Perugini e tutti i miei amici a scuola mi chiamavano Pera. Inizialmente non mi piaceva questo soprannome, perché "pera" sembrava scureggia o peggio, quasi roba di droga… ma alla fine me la sono fatta andare giù, perché mai andare contro questa forma di microbullismo da branco, l'importante è riderci sopra. Alla fine è cominciato a piacere anche a me questo soprannome, è simpatico, e quando è venuto il momento di creare questo progetto di fumetti ho pensato che Pera fosse un gran nome dal punto di vista di marketing. Poi, se c'è riuscita la Apple a sfondare chiamandosi Mela, perché non ce la posso fare io con Pera?

 
Ultima domanda: come riesci a fare tutte queste battute, tutte queste gag, da dove prendi ispirazione?

Le freddure e i giochi di parole sono tutta farina del mio sacco, perché è proprio una cosa che ho innata. Mi piace tantissimo, mi è sempre piaciuto il gioco di parole, la battuta chiamata squallida, o freddura. Mi piace perché ci vedo dietro dei processi logici molto interessanti, quasi matematici, infatti adoro anche la matematica. La freddura mi viene bene, e mi viene bene in rapporto al fatto che, associata a quei miei disegni semplici semplici, è molto facile accostarcele. Un'altra cosa che è farina del mio sacco, di cui vado molto fiero, sono gli enigmi. All'inizio erano difficili da fare, poi ho scoperto col tempo che ci sono delle formule quasi matematiche per creare enigmi. Mi sono talmente allenato a fare enigmi che adesso mi vengono appena mi metto a tavolino, a mente fresca, a volte carini e a volte geniali, a volte così così, comunque un enigma lo tiro sempre fuori.

Poi ci sono dei format che sfrutto come remake delle barzellette e battute anni Ottanta, che ho notato usano molto gli influencer, e io li uso come tappabuchi tra un enigma e una freddura. Tali remake di barzellette sono apprezzatissimi, e siccome io voglio far sorridere tutti almeno una volta al giorno uso anche questi format. Poi soprattutto, la cosa più importante, per trovare idee ci vuole tanta tanta ricerca. Bisogna fissare dei giorni settimanali in cui faccio solo ricerca, e poi magicamente le idee vengono.