Come già i Lettori di Fantasy Magazine sanno (notizie/3607/) alla fine del mese di ottobre è uscito, in tutte le librerie per la Bompiani I Popoli di Tolkien. Trecentoquarantadue pagine, dove, attraverso le parole dello stesso J.R.R. Tolkien e sapienti commenti viene fornito un importante tassello per la comprensione dell’universo creato dal professore di Oxford.

Un’opera dunque, che si rivolge sia all’appassionato di lunga data, sia al nuovo lettore: entrambi possono trovare risposte a vecchie domande e spunti per nuovi quesiti.

Elfi, Nani, Orchi, Uomini e Hobbit vengono raccontati con passione, viene fatta luce sulle loro origini, così che non ci chiederemo più, per esempio: “Da dove vengono i Nani?” basterà sfogliare quelle pagine per avere una pronta risposta. Un’opera di divulgazione puntuale ed esaustiva, mai prolissa, che sa appassionare alle vicende della Terra di Mezzo raccontandole con semplicità e chiarezza.

Nelle prime pagine di questo volume, è possibile leggere un’interessante introduzione di Gianfranco de Turris, giornalista, critico e saggista, nella quale risponde a un sondaggio sui lettori di Fantasy, apparso quest’estate su un’importante testata italiana.

Questo nuovo libro deve la sua nascita e la sua costruzione a Paolo Paron, Presidente emerito e fondatore della STI, che gentilmente ha accettato di rispondere a una breve intervista in cui ci racconta del libro, della STI, e ovviamente del Signore degli Anelli e dei suoi significati.

Come e quando è nata l’idea di questo libro?

 

Questo testo rientrava e rientra in una strategia molto più ampia che la Società Tolkieniana già un paio di anni fa ha proposto alla Bompiani: 

- rivisitazione del Signore degli Anelli effettuata lo scorso anno; 

- ritraduzione delle Lettere, ancora in alto mare e del Silmarillion già uscito;

- "I popoli" che nel nostro intendimento avrebbe dovuto essere un volume illustrato, di grande formato portato a termine con la collaborazione degli illustratori della STI, ma questa idea non è piaciuta alla Bompiani per i costi forse o soprattutto per la fascia di mercato a cui si riferiva, non lo abbiamo mai capito; in seconda battuta, e siamo già alla primavera di quest'anno, abbiamo proposto un testo che riportasse quanto scritto dal professore sui popoli che avevamo definito "di ieri" associato poi a relazioni e interventi presentati a Bruxelles che facessero conoscere al grande pubblico quelli che sono i popoli "di oggi" con una serie di schede sulle Società Tolkieniane di tutto il mondo. A una precisa analisi del pubblico interessato abbiamo visto, insieme alla Bompiani, che pure questo aspetto si riferiva e rivolgeva soprattutto a un pubblico di appassionati e quindi si é deciso alla fine di tenere la parte più importante: la penna di Tolkien, con una certosina ricerca di tutte le citazioni apparse nei vari testi. Sinceramente mi ritengo soddisfatto di quanto i collaboratori della Società Tolkieniana hanno saputo proporre.

Come si è sviluppato il progetto?

 

Da quella prima proposta siamo arrivati a concludere gli accordi ormai a fine primavera e il tutto doveva essere pronto massimo per luglio, sempre di quest'anno. Il grande merito di questo lavoro va a Ivan Sgandurra che ha preso in mano l'organizzazione del lavoro e ha studiato il piano dell'opera, insieme a lui poi hanno collaborato Raffaella Vignoli, Cristina Micheli Iacoponi, Fabio Verardo nella ricerca delle citazioni e nello studio dei collegamenti, cercando di metterci meno possibile di commenti propri per far parlare Tolkien. Queste persone hanno lavorato con grande professionalità e serietà e in totale volontariato come fanno sempre i tolkieniani, perché quel minimo di compenso che uscirà dalla vendita andrà direttamente alla STI.

La collaborazione tra la Società Tolkieniana Italiana e la Bompiani continuerà?

Sicuramente si, già in queste settimane è allo studio un progetto di grande interesse anche musicale, ma siamo ancora alla fase di ideazione e sicuramente ci saranno altre proposte che verranno presentate nei prossimi mesi alla Bompiani.

C’è chi definisce Il Signore degli Anelli come il passato del genere Fantasy, eppure dopo cinquant’anni quest’opera offre ancora un’inesauribile fonte di spunti di riflessione. Come risponderesti?

In tutta sincerità devo dire che libri di qualità ne escono veramente pochi, e fra questi riescono a eccellere soprattutto quegli autori che, possedendo un bagaglio culturale, mitologico di grande livello, sono in grado di creare storie dalle connotazioni reali nella loro creatività, che sanno arrivare a toccare le corde del cuore di ogni lettore, che riescono a far calare nella storia chiunque apra le pagine della loro opera. Questi sono i veri, grandi scrittori e fra questi Tolkien resterà sempre uno dei padri, perché ha saputo raggiungere la profondità dell'animo umano, con le sue bassezze, le sue miserie, ma anche con la sua grandezza, il suo valore, la sua limpidezza e riuscendo a far balenare il grande respiro del divino cha alberga in ognuno di noi. Il lettore quindi si immedesima, si riconosce, e andando a rileggersi il testo scopre sempre aspetti nuovi di sé, perché cambiano lui e il suo modo di porsi, le pagine del libro restano sempre le stesse.

I Popoli di Tolkien è una vera e propria opera di divulgazione. Quanta importanza ricopre tale fine nella STI?

Questo è lo scopo principale della nostra Associazione culturale: far parlare di Tolkien, far conoscere i suoi testi e attraverso questi il grande mondo della mitologia e della leggende europeo. Gli strumenti poi sono i più disparati, dalle pubblicazioni dei testi del professore di Oxford, alle manifestazioni, alle pubblicazioni delle nostre riviste, ai convegni, alla gestione del nostro sito: www.tolkien.it.

A parlare in questo libro è soprattutto il Professor Tolkien, con i passi direttamente riportati dalle sue opere più importanti: Il Silmarillion, Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e attraverso le sue lettere pubblicate in Realtà in Trasparenza. Diventa perciò palese anche al neofita la sua profonda conoscenza del Mito e della Tradizione. Mito e Tradizione, cosa dovrebbero poter insegnare oggi?

In tutta sincerità i messaggi di Tolkien, che poi sono giustamente quelli della tradizione europea, sono molteplici, ma si possono riassumere in alcune massime: cerca di conoscere te stesso, i tuoi limiti, i tuoi egoismi, i tuoi tanti difetti, così imparerai ad apprezzare gli altri. Cerca uno scopo per la tua esistenza e preseguilo fino in fondo. Comincia a pensare che il diverso è nemico solo se insisti a non volerlo conoscere. Al mondo ci sono coloro che perseguono scopi e fini luminosi, solari ed elevati, altri che tendono all'abbruttimento e al possesso, fai una scelta di campo (possibilmente quella giusta) e mantieniti fedele a essa. Ricorda che in fondo hai una certezza solamente: quella che un giorno dovrai rendere conto di tutto ciò che hai fatto, cerca di esserne degno.

La passione che Paron mette nelle sue risposte è innegabile, come innegabile è il suo impegno e quello della STI nella divulgazione dell'opera e del pensiero di J.R.R. Tolkien.