A Roverè, a nord di Verona ("Rovereid" per i cimbri), si racconta che una volta i contadini della contrade circostanti, disturbati durante il cammino dalle creature fatate, portassero il latte in piccole baite. In una di queste antiche costruzioni, lo "Jegher" (dal nome della contrada), vengono oggi riproposti i tradizionali sapori dei monti Lessini attraverso serate a tema. Il 22 novembre si parlerà delle numerose leggende sugli orchi. Interverranno esperti di folklore dei Tredici Comuni (gli antichi villaggi del veronese abitati dai cimbri), cantastorie e poeti.

Ogni "filò" avrà inizio alle 20.30. Sarà inoltre allestito un mercatino con i prodotti tipici dei Lessini.

Il menu:

Aperitivo della baita

Antipasto de l'Orco

Gnocchi di malga con ricotta affumicata

Pappardelle dell'Orco alla boscaiola

Capriolo con polenta

Formaggi con miele della Lessinia

Contorni di stagione

Crostata alle noci della Lessinia

Caffè con "Digestivo dell'Orco"

La tradizione del "filò"

Con l'arrivo del freddo gli abitanti delle contrade si organizzavano per vivere una vita di gruppo più intensa. Poichè le case erano umide e la legna scarseggiava, era la stalla, con il caldo del fiato degli animali, a diventare il punto di ritrovo della sera, dopo il lavoro nei campi. Diverse famiglie di una contrada o di una corte, quindi, si riunivano a turno nelle proprie stalle e vi restavano, come si diceva, "fino a un'ora da cristiani". Le discussioni, le storie, i passatempi, erano rischiarate da una lucerna a olio. Si parlava del lavoro nei campi, delle notizie che arrivavano dalla città, gli uomini bevevano e giocavano a carte, le donne si dedicavano al rammendo (donde il nome "filò"), i fidanzamenti nascevano di nascosto fra ragazzi e ragazze. Il momento "magico", tuttavia, erano i racconti dei cosiddetti contafòle, i poeti del gruppo, che intrattenevano gli astanti con favole di orchi, streghe, folletti e diavoli.

Informazioni: zumerleigina@libero.it

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