Per quattro lunghissimi giorni, nella desolata solitudine del picco di Shatana Higo, Keli ha atteso il segno, la visione destinata a sancire il suo passaggio dalla adolescenza all’età adulta: ha tremato di fame, freddo e paura, ha ripercorso la storia della propria famiglia e ha confidato nella saggezza degli antenati, sperando così di ricevere il suo nome di uomo e di comprendere la missione a lui assegnata nel mondo. Eppure, l’unica breccia nel silenzio ostinato che gli dei sembrano riservargli è l’apparizione di un falco d’argento che ghermisce il braccio del ragazzo e, fissandolo coi suoi occhi nerissimi, gli affida un messaggio oscuro e inquietante: sii un Artiglio per il tuo popolo...

Ma è proprio quella, la visione tanto desiderata? La risposta non tarda ad arrivare: richiamato da un clangore agghiacciante e da altissime colonne di fumo, il giovane torna precipitosamente al proprio villaggio, ma soltanto per scoprire che un manipolo di guerrieri lo ha distrutto, uccidendo uomini, donne, bambini e saccheggiando ogni cosa. Unico sopravvissuto dopo un feroce scontro con gli aggressori, annichilito dalla disperazione, Keli tuttavia scorge un falco d’argento che prende a volare in cerchio sopra di lui... Eccola la sua missione: diventare Artiglio, l’uomo destinato a vendicare il massacro del suo popolo. Con ogni mezzo e a qualsiasi costo.

 

Che gioia. Finalmente. Per chiunque abbia letto la saga della Riftwar, i primi pensieri non potranno che essere di grande soddisfazione. Raymond E. Feist ci aveva deliziati, ormai molti anni or sono, con una delle migliori trilogie che fosse stata pubblicata in Italia. Ora l’Editrice Nord riporta sugli scaffali delle biblioteche l’ultimo lavoro dello scrittore californiano.

Ma dov’era finito questo acuto e brillante rappresentante della fantasy nell’ultimo ventennio? Possibile che dopo il grande successo della sua prima trilogia, avesse deciso di ritirarsi a vita privata?

Ovviamente no. Prima de L’Artiglio del Falco d’Argento lo scrittore americano ha pubblicato ben dodici libri, in gran parte collegati tra loro e tutti ambientati nello stesso mondo creato molti anni prima. E qui ci ritroviamo con il primo problema. L’Editrice Nord, che parallelamente sta ripubblicando la trilogia della Riftwar e che si spera continuerà anche con i volumi inediti in Italia, ha proposto anche la trilogia del Conclave delle Ombre, di cui questo volume è il primo libro.

Riferimenti a personaggi e avvenimenti dei volumi inediti in Italia riempiono il libro e questo potrebbe essere frustrante per coloro che preferiscono leggere un autore secondo uno schema classico.

Cosa si può fare? Di scelte non ce ne sono. Feist manca dalle nostre librerie da molto tempo, quindi se volete leggere qualcosa di nuovo, vi toccherà ingoiare qualche amaro boccone.

Va subito detto che “L'Artiglio del Falco d’Argento” non è allo stesso livello della prima trilogia. Ci troviamo di fronte al tipico romanzo di formazione. Dopo una tragedia terribile, l’ultimo discendente di una fiera tribù viene raccolto da un’organizzazione segreta piena di vecchie conoscenze, in modo da diventare un’arma letale.

Feist è probabilmente uno dei migliori scrittori fantasy, quando si deve prendere un giovane protagonista e impostare il romanzo sulla sua crescita e maturazione. Con grande abilità i fini del Conclave vengono tenuti celati al lettore, come anche al giovane Artiglio. La crescita di Artiglio è avvincente e le pagine scorrono via in fretta. Nessun aspetto della sua istruzione viene ignorato da Feist e quando il protagonista è consegnato alle successive ambientazioni del libro, ci ritroviamo con un personaggio pronto e sfaccettato. Molto interessante è lo sviluppo dell’intelligenza del giovane Orosini, costretto a imparare consuetudini e logica proprie di un mondo alieno e completamente diverso rispetto alle sue tradizioni tribali. La parentesi del torneo della Corte dei Maestri e l’impatto con la società nella quale Artiglio diventerà Tal Hawkins danno varietà a un libro che poteva rischiare di diventare monotematico.

La centralità della figura del protagonista toglie purtroppo spazio a personaggi secondari, o a comprimari che sembrano essere spesso inconsistenti e impalpabili. Molto probabilmente questa sensazione dipende dalla cronologia delle saghe. Molti dei personaggi incontrati nel libro sono stati descritti nei volumi precedenti, che si da per scontato il lettore conosca.

La conclusione de “L’Artiglio del Falco d’Argento” sembra un po’ scappare via, con avvenimenti che si susseguono frenetici e incalzanti, a scapito però della linearità del libro. Nel complesso però questo primo volume del Conclave delle Ombre è una piacevole novità e riporta finalmente Feist all’attenzione dei lettori italiani.

Il voto è a metà tra le tre e le quattro stelle. Diciamo tre, confidando che l’ultimo mezzo voto probabilmente sarebbe arrivato, se avessimo avuto la possibilità di leggere i libri precedenti.

Un libro da consigliare a tutti, sempre ben inteso che non si desideri aspettare le pubblicazioni precedenti. Per chi non volesse rovinarsi relativamente i volumi ancora inediti in Italia, allora tenetelo sul comodino, ma temo che lo dovrete lasciare lì per un bel po’...