Vi fu un tempo in cui facevi domande perché cercavi risposte, ed eri felice quando le ottenevi. Torna bambino: chiedi ancora” (C.S. Lewis).

Pare che Paolo Gulisano abbia preso sul serio questo invito del grande autore inglese e, intraprendendo un lungo viaggio nell’universo Lewisiano, si sia chiesto quale fosse il vero volto di questo brillante insegnante inglese che si dilettava nello scrivere fiabe, inventare racconti e proporre sottili meditazioni apologetiche.

Dopo un’accurata indagine tra gli scritti, le lettere e le vicende biografiche, Paolo Gulisano (studioso della cultura anglo-sassone e autore - tra l’altro - di volumi su Tolkien e Chesterton e di una guida a re Artù) ha così dato alle stampe il volume C.S. Lewis: tra Fantasy e Vangelo.

Con piacevole stile narrativo Gulisano ci racconta l’uomo Lewis o meglio, ci racconta di Jack (così veniva chiamato lo scrittore dagli amici), della sua infanzia, della sua irrequietezza nei confronti della fede che l’aveva portato a transitare nei territori aspri dell’ateismo, dei suoi incontri imprevisti che hanno intagliato la sua vita e la legnosità delle ideologie fino a far emergere, esplosiva e cristallina, quella gioia per la quale Lewis disse di essere stato sorpreso.

Approdato in età matura al Cristianesimo il suo itinerario spirituale fu complesso e tormentato e, quando infine giunse all’ammissione dell’esistenza di Dio, si definì il “convertito più riluttante di tutta l’Inghilterra”. Ben presto tuttavia divenne uno degli scrittori cristiani più apprezzati della sua generazione, un’apologeta acuto quanto appassionato, autore di testi famosissimi come Le Lettere di Berlicche.

Il sottotitolo del libro di Paolo Gulisano, tra Fantasy e Vangelo, suggerisce l’esistenza di una relazione profonda tra il linguaggio simbolico del fantastico e il realistico sguardo sulle cose che la fede propone. Vale la pena chiedersi in cosa consiste questo rapporto tra due realtà apparentemente così distanti e antagoniste tra loro; vale la pena avventurarsi alla scoperta dei temi, dei significati, dei valori contenuti nella saga delle Cronache di Narnia; vale la pena “chiedere ancora” ed entrare nel magico armadio di una villa di campagna per esplorare questi mondi fantastici e veri al tempo stesso.

Questo libro non è la risposta ma certamente una piccola guida per non cadere prigionieri dei lusinghieri ma pericolosi inviti della Strega Bianca che congelano il cuore nel pregiudizio e nella dimenticanza di quella magia più grande che, come una gioia improvvisa che sorprende, prima o poi vuole invadere la vita di ognuno di noi,  una valida traccia per tutti gli esploratori del mondo di Narnia e per tutti i cercatori di infinito.