Del ciclo bretone uno dei personaggi più affascinanti rimane Merlino, mago e chiaroveggente il cui mistero si intreccia con la leggenda di Re Artù. Negli avvenimenti chiave, dalla costruzione della Tavola Rotonda, al concepimento di Artù da parte di Uther Pendragon e Ygraine, possiamo sempre trovare lo zampino di questo personaggio.

Fu lo storico medievale Goffredo (Geoffrey) di Monmouth nel XII sec. il primo a consegnarci il nostro Merlino, prendendo il nome gaelico del bardo Myrddin, trasformandolo in Merlin e inserendolo nelle saghe arturiane attraverso tre libri: il Prophetiae Merlini, la Vita Merlini, ma soprattutto l’Historia Regum Britanniae.

Ben lontano dall’immagine del buon mago rappresentata da Walt Disney, il Merlino che emerge dalle nebbie medievali è un personaggio oscuro e calcolatore, figlio di una vergine (o una monaca) e un demonio e salvato dal destino di Anticristo solo da un rapido battesimo.

In Francia c’è un luogo dove, chi desiderasse immergersi ancor più nel mistero di Merlin, può camminare nei boschi che alcune leggende vogliono come suoi.

La foresta di Paimpont, conosciuta anche come Brocéliande, si trova nel cuore della Bretagna tra il Morbihan e l'Ile–et–Vilaine, dove una volta sorgeva la grande foresta Armoricana. Lontana dalle spiagge oceaniche e dalle località vacanziere, la foresta Paimpont si erge silenziosa al di fuori degli itinerari turistici più conosciuti. Chi va a Brocéliande lo fa soprattutto per due motivi: le stupende passeggiate a piedi o in bicicletta nella natura lussureggiante ricca di sentieri e specchi d'acqua, e la leggenda di Merlino.

Tra i tanti miti nati in questo luogo, c’è quello della tomba di Merlino, dove il mago guerriero riposerebbe fino al giorno in cui la terra di Bretagna avrà ancora bisogno di lui.

Con re Artù sul trono, Merlino raggiunse l’apice del suo potere e quando il regno non aveva bisogno di lui, il mago passava il proprio tempo nella foresta di Paimpont. In una calda giornata però il mago trovò l’amore e allo stesso tempo la sua rovina. Seduto presso la fonte magica di Barenton, la meditazione di Merlino fu interrotta dall’arrivo della bella Vivian, figlia di un nobile della zona.

Invaghitosi della giovane dama, Merlino le mostrò i segreti della magia e Vivian ne rimase estasiata. Anno dopo anno Merlino trasmise il suo sapere e insegnò alla sua amata gli incantesimi più complessi, finché rimase un solo segreto che il mago non desiderasse tramandarle.

Dopo molti tentativi Vivian riuscì a persuadere Merlino a svelarle l’ultimo incantesimo, quello che permetteva di rinchiudere per sempre un uomo in una prigione invisibile e dalla quale fosse impossibile fuggire. Finalmente soddisfatta e senza più ostacoli al suo potere, Vivian attese che il mago si addormentasse per recitare l’incantesimo e imprigionare per sempre Merlino e così diventare la maga di corte di re Artù.

La prigione del mago a Paimpont si dice sia segnalata da un albero e da alcune pietre, ai piedi dei quali ogni anno i viaggiatori lasciano collane di fiori, lettere con desideri e regali, in attesa che lo spirito di Merlino venga risvegliato.