L'uscita del Codice Da Vinci di Ron Howard, prevista per il 19 maggio  sta gettando nello scompiglio i compassati vertici delle Chiese di tutto il mondo.

Dopo gli inviti a boiccotare il film, dopo accorati appelli dai pulpiti, dopo le accuse di cospirazione mosse a Dan Brown, dopo l'organizzazione di riunioni di volenterosi studenti cattolici che si interrogano sulle migliori strategie che la Chiesa di Roma può mettere in atto per trattare il caso "Da Vinci", sono le Chiese australiane a scendere in campo con una massiccia campagna pubblicitaria indirizzata agli spettatori del film scandalo.

La Chiesa Anglicana d'Australia spenderà, infatti, qualcosa come cinquanta mila dollari per distribuire volantini attraverso i quali ricordare ai fedeli che quanto vedranno al cinema non risponde a verità.

Il presidente dell'unione delle Chiese battiste, il dottor Ross Clifford, ha bollato il Codice di eresia perchè nega la resurrezione, il cuore del messaggio cristiano, mentre The Uniting Church dello stato Victoria sta pensando di organizzare seminari per confutare le false teorie di Brown.

Anche l'Opus Dei, tratteggiato dall'autore americano come il centro di una cospirazione, ha tuonato contro la pellicola di Ron Howard. Il potente gruppo conservatore cattolico ha chiesto alla Sony di disconoscere il film.

La casa di produzione a questo proposito ha tenuto a precisare che Il codice Da Vinci non è un'opera religiosa e che nel realizzarla non si intendeva criticare alcun gruppo religioso.

Fin dalle prime fasi di lavorazione il film interpretato da Tom Hanks e Audrey Tautou è stato al centro di dibattiti e polemiche: prima l'intervento della Noah, l'Associazione americana che rappresenta gli albini, che si è schierata contro la figura stereotipata di  di Silas, il malvagio albino che, sulle tracce del Santo Graal, si macchia di efferati delitti (notizie/2399/), poi le vicende giudiziare di Dan Brown, accusato di plagio daai due scrittori Michael Baigent e Richard Leigh (notizie/1900/) e ora questa levata di scudi.

Quali sono i risultati di questa campagna? Il Codice Da Vinci nella classifica del New York Times è al primo posto nelle vendite delle edizioni tascabili e al nono per quelle rilegate, mentre in Italia si deve accontentare di un onesto quinto posto.

I dati di vendita, sebbene così impressionanti per un libro del 2003, spiegano solo in parte il fenomeno del Codice Da Vinci: nel corso di questi ultimi tre anni, infatti, sono state pubblicate edizioni speciali, illustrate e a tiratura limitata, sono stati scritti libri che spiegano il segreto del Codice, che promettono di svelare verità e menzogne; guiede complete e libri gioco con 501 domande sul best seller di Dan Brown e un'improbabile Taccuino di viaggio, uno strumento indispensabile per seguire le tracce dello studioso di iconologia nella sua fuga da Parigi a Londra.

Dan Brown, la Sony, Ron Howard e il variopinto carosello che segue questa ennesima ricerca del Santo Graal ringraziano sentitamente tutti quelli che continuano a fare pubblicità gratuita alle loro opere.