Un metro e sessantotto centimetri. È questa la stima dell'altezza della donna che posò per la Gioconda, celebre dipinto di Leonardo Da Vinci. Un team di scienziati giapponesi ha calcolato la statura della modella di Leonardo sulla base delle misure ritratte per mani e viso. Successivamente è stato elaborato un modello del volto, ma - cosa piuttosto sconvolgente - esperti di acustica si sono spinti fino a far parlare l’enigmatica figura. A loro dire, la voce della Monna Lisa è stata fedelmente riprodotta con un margine d’errore del 10% circa. Il sistema utilizzato sarebbe analogo a quello che la stessa équipe impiega per riprodurre le voci di personaggi famosi, allo scopo di poterle sfruttare per i doppiaggi.

Di questi tempi solo il fatto di parlare di Gioconda e di non associarla a Dan Brown è una novità. Far luce su uno dei numerosi misteri che la avvolgono è invece un bel passo avanti. La notizia incuriosisce parecchio, ma i risultati dichiarati dal team nipponico sembrano comunque frutto di metodi piuttosto aleatori.

La parola al maestro
La parola al maestro
La Gioconda, dunque, non solo parla con quella che potrebbe essere la sua vera voce se fosse una donna in carne e ossa, ma lo fa addirittura in italiano! Infatti i giapponesi, da perfezionisti quali sono, hanno fatto in modo che la gentildonna potesse snocciolare trenta secondi di banalità varie nella sua lingua madre. E se pensate che sia finita vi sbagliate: di fianco al dipinto, sul sito giapponese dell’équipe, è sito un autoritratto di Leonardo Da Vinci, anche lui pronto a raccontarsi in mezzo minuto.

Qualora ne abbiate voglia, è possibile ascoltare artista e opera a questo indirizzo: promotion.msn.co.jp/davinci/voice.htm.

Ignorate bellamente le scritte giapponesi e cliccate sull’icona play posta sotto l’autoritratto di Da Vinci o sotto la Gioconda, a seconda della vostra scelta. Dopodiché godetevi qualche secondo di pubblicità giapponese e finalmente gustatevi l’italico idioma ricreato artificialmente in Sol Levante.

Nonostante la discutibilità dell’iniziativa, questo è un ottimo esempio di quanto Il Codice Da Vinci di Dan Brown abbia saputo calamitare l’attenzione generale. Non è certo un caso che sia stata scelta proprio la Gioconda per sostenere questa tecnologia, e che questa novità sia stata presentata in questo periodo.

Riassumendo, un’azzeccata mossa di marketing che porta alla ribaltà il lavoro degli esperti e permette a noialtri di farci due risate.