Candidato all'Oscar 2007 come miglior film straniero, Il labirinto del fauno di Guillermo Del Toro si è sbarazzato in un colpo solo di un bel po' di tabù. Sembra quasi di assistere all'istintiva ribellione della fantasy più dark, che fino a poco tempo fa veniva data per defunta, seppellita da pellicole che strizzavano troppo l'occhio al pubblico infantile. Niente contro le storie per ragazzi, è ovvio, piuttosto il punto è: davvero se si parla di fate e maghi non può esserci scelta? Così il lato oscuro delle favole esce allo scoperto, finalmente senza sensi di colpa, mostrando tutto quello che prima non si poteva nemmeno nominare e, nel vero senso della parola, ammazzando fatine a morsi. Budget non molto elevato (davvero pochi spiccioli, in confronto, per esempio, alle Cronache di Narnia: 6 milioni di dollari contro 180), ambientazione nel mondo reale, meno effetti digitali e più costumi e pupazzi, hanno sfornato una fantasy buia, sporca di sangue, terra e foglie. Per questo, perfino più poetica.

Sulle prime, nella mente di Del Toro, Il labirinto del fauno era nato con una forma diversa, a tinte decisamente più forti. Era la storia di una giovane donna incinta che, dopo aver ritrovato il marito, si trasferisce con lui in una vecchia casa vicino al bosco. Poi la scoperta del labirinto di pietra nei pressi dell'abitazione, e l'incontro con una creatura mitologica, un satiro. La donna fa l’amore con lui e ascolta la sua proposta: in cambio della vita eterna, deve sacrificare il bambino che porta in grembo, cosicché il giardino nel labirinto possa germogliare.

"Alla fine il mio lato sentimentale ha avuto la meglio", ha confessato il regista, che ha ritoccato e modificato qua e là la sceneggiatura per rendere la trama almeno un po' più soft.

Tra i personaggi più spaventosi di questo nuovo gioiello della dark fantasy, spicca l'Uomo Pallido, l'essere con gli occhi che si aprono da ferite nelle mani. All'inizio era stato pensato come un uomo scheletrico con la pelle cadente, il regista ha cambiato idea dopo aver visto una scultura di argilla di David Marti, supervisore agli effetti speciali. L'Uomo Pallido è stato poi interpretato dal mimo professionista Doug Jones, Abe Sapien in Hellboy.

A proposito della genesi del film, sul sito del Guardian Unlimited, una slideshow degli appunti di Del Toro: una serie di pagine scritte a mano, con i disegni che hanno ispirato la storia. L'indirizzo: film.guardian.co.uk/flash/page/0,,1949730,00.html.