Ci siamo. Il Natale è arrivato e tutti siamo indaffarati a cercare i regali per fidanzati, genitori, nipoti e zii. Giriamo per negozi, tra strade addobbate in festa e piazze dove svettano bellissimi alberi di natale. E alle volte, presi come siamo da tutte queste cose, e dai dubbi su quali regali fare e sul come dividersi le visite tra i parenti della fidanzata e i nostri, magari neanche ci chiediamo perché stiamo facendo tutto questo.

Ma ecco che FantasyMagazine corre in nostro soccorso, aiutandoci a risalire all'origine del Natale! Una volta la festa non si chiamava così, ma già c'era l'abitudine di scambiarsi dei doni. Vediamo dunque di saperne di più su questo periodo in cui tutti siamo più buoni; almeno teoricamente… vedendo le facce della gente in macchina, in affanno per le ultime corse agli acquisti, sembra che siamo tutti più nervosi. Dicevo, vediamo di saperne di più. Scopriremo che l'origine della festività è molto antica e non ha a che fare solo con la Natività cristiana, ma anche con riti pagani precedenti.

Il 21 dicembre infatti cade il solstizio d'inverno. Come già era accaduto per quello estivo (vedi /rubriche/5959/), la tradizione cristiana ha assorbito e modificato le antiche feste religiose; di conseguenza in questo periodo la nascita di Gesù, e tutto ciò che ne consegue, ha sostituito le celebrazioni precedenti, dedicate soprattutto al solstizio. In particolare in questo periodo si tenevano le feste romane dei Saturnalia, e il 25 dicembre culminava con le celebrazioni per il Sol Invictus.

I Saturnalia

La data del solstizio d'inverno, 21 dicembre, coincide con il giorno più corto dell'anno. Il Sole raggiunge la minima declinazione rispetto all'asse terrestre ed è allo zenit al Tropico del Capricorno. I Saturnalia erano una grande festa religiosa che si teneva nell'antica Roma e, come indicato dal nome, era dedicata a Saturno, divinità romana dell'agricoltura. La festa durava diversi giorni, generalmente dal 17 al 24 dicembre. Macrobio, scrittore latino del V secolo, racconta nella sua opera, dal titolo appunto Saturnalia, che in questi giorni ogni attività pubblica cessava, ogni differenza sociale veniva abolita. Durante i festeggiamenti inoltre ogni libertà era concessa; di conseguenza non esistevano più freni inibitori e si assisteva a scene incredibili.

Gli schiavi potevano fingersi padroni e viceversa; i ricchi giocavano a fare i poveri e questi ultimi una volta tanto facevano i ricchi, e tutti si divertivano. È proprio qui che è nato il detto "una volta l'anno è lecito impazzire", dal latino semen in anno licet insanire. Per l'occasione ci si salutava pronunciando la formula "Io, Saturnalia!", che era in pratica un ossequio a Saturno. Oggi il termine è poco usato, ma Saturnalia divenne sinonimo di festa sfrenata. Eppure la ricorrenza in origine era soprattutto una cerimonia religiosa. Successivamente il lato goliardico e ludico ha preso il sopravvento sul significato spirituale, un po' come il moderno Natale, insomma. Durante la festa era abitudine scambiarsi dei regali, usanza che sarebbe rimasta fino ai nostri giorni. Tra l'altro si pensa anche che, viste le loro caratteristiche, i Saturnalia siano anche all'origine del Carnevale.

Sol Invictus, il giorno del sole invincibile

Moneta dell'imperatore romano Eliogabalo
Moneta dell'imperatore romano Eliogabalo

Le feste dei Saturnalia culminavano poi il 25 dicembre, con la celebrazione del Sol Invictus. O, per esteso, Deus Sol Invictus, il Dio Sole Invitto. Una festa per glorificare la rinascita dell'astro. Infatti esso, nel periodo del solstizio invernale, sembrava perdere la sua forza, la luce e il calore erano più deboli. Subito dopo però, le giornate cominciavano a riallungarsi e il 25 dicembre il Sole tornava a splendere in tutta la sua potenza, aveva un nuovo "Natale". Il Sole tornava a sconfiggere l'oscurità, era appunto "invincibile". Ancora una volta quindi, è dall'osservazione che gli antichi facevano del cielo che nasce una tradizione che attraversa così tante culture. Ed ecco perché il giorno del Sol Invictus coincide con il Natale cristiano. Come vedremo, infatti, il Cristianesimo identificherà il Sole con Cristo. Ma intanto vediamo l'origine del Sol Invictus nella cultura romana.

Fu l'imperatore Eliogabalo che tentò per la prima volta di imporre il credo di Elagabalus Sol Invictus, dio della sua terra natale, la città-stato di Emesa, in Siria. Eliogabalo fece costruire un tempio dedicato alla divinità sul Palatino. Alla sua morte, nel 222 d.C. il culto cessò ufficialmente di esistere, ma ormai la credenza si era radicata, e gli imperatori romani continuavano a essere ritratti sulle monete con l'iconografia della corona di raggi solari. Venne reintrodotto definitivamente nel 274, dall'imperatore Aureliano, che fece del dio-sole la divinità principale del suo impero. Egli stesso indossava una corona a raggi.

Aureliano era da poco riuscito a riunificare l'impero, sconfiggendo la regina Zenobia, del Regno di Palmira. Un aiuto decisivo era arrivato proprio dalla città-stato di Emesa. L'aiuto dei sacerdoti di Emesa fu molto apprezzato dall'imperatore; Aureliano disse che prima della battaglia decisiva aveva avuto una visione, il buon auspicio del dio Sole di Emesa. Quindi nel 274 tornò a Roma con i sacerdoti e ufficializzò il culto del Sol Invictus, che era stato così determinante per la riunificazione dell'impero. Edificò un tempio sul Quirinale e creò un nuovo corpo di sacerdoti (i pontifex solis invicti).

Consacrò il tempio il 25 dicembre 274, in una cerimonia chiamata dies natalis Solis Invicti, giorno di nascita del Sole Invitto. Ecco quindi il concetto di giorno Natale, giorno di nascita. In realtà il culto del Sole era già presente in tutte le regioni dell'impero, in varie forme, la più importante delle quali era il mitraismo, con cui aveva molto in comune. Quindi il Sol Invictus fu visto da Aureliano come un forte elemento di unione; istituendolo l'imperatore ufficializzò il culto del Sole e la festa del 25 dicembre in tutto l'impero. Ed ebbe grande successo, anche perché la festa si inseriva nelle celebrazioni romane più antiche, i Saturnalia, concludendole.