Se Guillermo Del Toro riuscirà a districarsi dagli imminenti impegni che lo vedono già nella Terra di Mezzo dietro la macchina da presa, notizia che vi avevamo già anticipato tempo fa, può essere che tutto il mondo scopra la pericolosità di un testo come il Necronomicon, e che preghiate che il vecchio Cthulhu scelga voi come antipasto per la sua scorpacciata.

E’ il progetto Le montagne della follia l'obiettivo che il regista accarezza da tempo e che potrebbe ora trasformarsi in  realtà. Una trasposizione cinematografica di H.P. Lovecraft che suscita l’interesse di molti appassionati.

 

"Ricordo quando ero bambino fuori degli Studi dove venivano realizzati i grandi film horror, 'L'Esorcista', 'Alien', 'Shining" ricorda Del Toro. "La mia speranza è che questo film di tentpole. Un film epico d’esplorazione, ma pieno di cose tentacolari (esseri acquattati nel buio cosmico di cui abbiamo avuto un assaggio nel primo Hellboy).

Originalmente pubblicato nel 1936, Le montagne della follia narra delle imprese di una spedizione scientifica che, giunta nell’Antartide in cerca di fossili, si imbatte nei resti di una civiltà pre-umana non antropomorfa, gli Antichi (spesso presenti nella mitologia di H.P.L.). Una volta risvegliati, gli esseri uccidono gran parte dei membri della spedizione. I superstititi fuggono nelle gallerie scavate all'interno delle montagne che danno il titolo all'opera, in una sorta di città sotterranea e lì, per scoprire che le stesse creature che temono sono la preda di altre, più mostruose e antiche.

A Del Toro l’aspetto del progetto che intrica di più è l'opportunità di scatenare la propria inventiva. 

"Non è difficile essere fedeli a Lovecraft, perché la cosa migliore del romanzo è la compilazione di asciutte annotazioni scientifiche, che registrano qualcosa di veramente pauroso. Non ci sono personaggi o situazioni drammatiche", lui insistè. "Prendi il documento e crei una storia. Se lo fossimo (rigidamente fedeli) staremmo facendo uno speciale del National Geographic su un equipaggio scomparso in una missione di esplorazione. 

"Sono felice della mia sceneggiatura” continua. "So che ad alcune persone piacerebbe un lieto fine, ma io sono lieto con il finale che c’è."