È l’alba di un nuovo giorno a Troia, il giorno che segnerà l’inizio della guerra più crudele che la Storia ricordi.

Due popoli: gli achei e i troiani. Due uomini: Agamennone, spietato sovrano miceneo, ed Elicaone, feroce combattente schierato tra le truppe di Ilo. Un unico destino: combattere fino alla morte per il controllo della Città d’Oro.

 

Con La caduta dei re si conclude la trilogia dedicata alla guerra di Troia da David Gemmell. Purtroppo per un crudele scherzo del destino un altro re, non citato da Omero, è caduto durante la stesura di queste pagine.

Si tratta del grande scrittore inglese, vero e proprio dominatore nel campo della moderna heroic fantasy, scomparso il 28 luglio del 2006 all’età di 57 anni.

 

David, già autore di 30 romanzi, aveva iniziato l’anno precedente la sua personale riscrittura dell’antico conflitto fra troiani e achei.

Con Il signore di Troia aveva posto l’accento sulle gesta di Elicaone, noto principalmente con un altro nome, quello di Enea. Gli dei, tanto presenti nell’antico poema, erano svaniti, per lasciar spazio agli uomini e alle loro gesta.

 

Uno stacco preciso dal passato, quindi. Perché anche se Gemmell si era già accostato alla Grecia di Filippo II e di Alessandro Magno nei romanzi dedicati a Parmenion, lo aveva fatto continuando ad adoperare i suoi consueti strumenti, come mondi paralleli, demoni e pietre dotate di una potente energia.

In questa trilogia, al contrario, gli elementi magici erano spariti, per lasciare spazio unicamente alla magia delle sue parole e agli aspetti più umani di personaggi ormai entrati nel mito.

 

A questo primo romanzo era seguito L’ombra di Troia, completato nel 2006. Gemmell però non sarebbe riuscito a vederlo pubblicato.

Dopo averlo consegnato all’editore, durante un tour promozionale, lo scrittore era stato colto da un malore. Un intervento programmato in breve tempo, l’impianto di un quadruplo bypass al cuore, sembrava aver risolto il problema.

Tornato a casa dopo due soli giorni, David si era immediatamente tuffato nel lavoro con la consueta energia.

 

Una mattina, ha raccontato Stella Gemmell, due settimane dopo l’operazione, si è svegliata da sola nel letto.

Visto che il marito amava lavorare di notte, lei ha pensato che fosse rimasto alzato per scrivere, così gli ha preparato una tazza di the. Arrivata nello studio, però, lo ha trovato riverso sulla scrivania. Il suo cuore aveva smesso di battere.

Era il 28 luglio. Due mesi più tardi, con La caduta dei re ancora incompiuto, L’ombra di Troia sarebbe giunto nelle librerie.

 

Il romanzo è stato ultimato nei mesi successivi proprio dalla vedova del grande autore. La coppia si era conosciuta quando entrambi lavoravano come giornalisti, e nel corso del tempo Stella era diventata un insostituibile aiuto per tutte le ricerche necessarie a infondere realismo e, se il caso, attendibilità storica, ai romanzi del marito.

La sua decisione di completare il romanzo è quindi derivata da una profonda conoscenza della materia. A suo sostegno sono arrivati anche gli appunti relativi allo svolgersi della storia lasciati da David prima della sua scomparsa. Appunti mai realizzati da Gemmell in occasione dei precedenti romanzi, ma da lui ritenuti una necessaria precauzione proprio a causa dell’intervento.

 

Per Stella, l’opportunità di finire il libro è stata una specie di dono. Il fatto di doverlo terminare le forniva lo stimolo per alzarsi ogni mattina, e le consentiva di rimanere vicina al marito ancora per un po’.

Ora che il romanzo è finito non ha ancora deciso se continuerà a scrivere. Al momento è semplicemente soddisfatta per essere riuscita a consegnare ai lettori l’ultima opera di David. Un romanzo che mostra come uomini e donne comuni possano divenire eroi e raggiungere l’immortalità, e che ciascuno di noi ha la possibilità di redimersi dai propri errori.

 

 

La caduta dei re, di David e Stella Gemmell (Troy: Fall of Kings, 2007, Piemme, pag. 490 – € 19,90)