Il ritorno in grande stile del diavolo buono non ha tradito le aspettative. Con la sua sapiente regia, Guillermo del Toro (Mimic, Il labirinto del Fauno, Hellboy) ci regala un divertente mix di azione e narrativa.

È passato del tempo dagli eventi del precedente capitolo: l'agente Myers è stato trasferito in Antartide e ora Hellboy e Liz stanno insieme. Ma sono costretti ad affrontare gli inevitabili problemi della vita di coppia. Liz non ama il fatto che Hellboy non le lasci molto spazio per sé e Hellboy, innamorato di lei sin dall'inizio, cerca di fare di tutto per farla stare meglio, senza però riuscirci. Oltretutto, il demone rosso è stanco di vivere come un recluso tra le mura del B.P.R.D e desidera fortemente uscire fuori e integrarsi tra le persone. Per questo alle volte trasgredisce le regole e si fa notare da qualche fortunato passante.

Ma il nostro eroe deve prepararsi a fronteggiare qualcosa di ben più grave delle ramanzine del direttore del Bureau quando vede le foto del suo migliore agente sul giornale, di molto più stressante dei problemi di coppia o di integrazione sociale. Il principe Nuada è tornato dopo secoli per rivendicare il suo diritto a capeggiare la tremenda armata d'oro. Un tempo in cui l'umanità era giovane, la terra era condivisa da umani e creature mitiche governate da re Balor. Tra le due razze imperversavano continue guerre e re Balor acconsentì a far costruire un'armata di soldati invincibili: l'armata d'oro. Soltanto chi possedeva la corona reale poteva comandarla. Con questo nuovo esercito, la guerra contro gli umani si trasformò in un massacro e il re, addolorato per quanto aveva fatto, decise di stipulare una tregua con gli umani. Essi potevano vivere nelle loro città e gli Elfi potevano vivere nelle foreste. La corona fu spezzata in tre parti: due rimasero agli elfi e la terza andò agli umani. L'armata d'oro fu nascosta in un luogo segreto. Il principe Nuada, figlio del re, non accettò la decisione paterna e andò in esilio, meditanto la vendetta.

Dopo tanti secoli, il principe è tornato per recuperare i pezzi della sacra corona e ristabilire il dominio sul mondo. Accompagnato dal mostruoso servo Wink, Nuada ruba agli umani la loro parte della corona (venduta all'asta come cimelio di un epoca perduta) e deruba il padre degli altri due pezzi, rompendo così il patto tra il suo popolo e gli umani. La sorella Nuala, gemella di Nuada, non condividendo gli interessi del fratello, si impossessa del pezzo mancante e fugge. Ma il loro legame li congiunge sia nel sangue che nel corpo. Qualunque cosa sappia Nuala, anche Nuada la apprende a sua volta. Qualunque ferita subisca uno, l'altro la riceve nello stesso istante. È solo per caso che Nuala trova Abe Sapien, il quale le offre il suo aiuto e, con il tempo, si invaghisce di lei.

La storia è ricca di colpi di scena e di scelte eroiche che impegnano non poco i nostri eroi, capeggiati in questo episodio dal dottor Johann Krauss, entità ectoplasmatica dal carattere autoritario rinchiusa in una tuta di contenimento costruita dall'ormai defunto professor Broom. I nostri eroi dovranno affrontare sia le creature magiche di un tempo perduto, sia l'odio che gli umani proveranno per loro poiché diversi.

L'interpretazione degli attori è molto efficace ed emozionante. Ron Perlman indossa per la seconda volta i panni del mostruoso demone rosso. La maschera facciale e il costume non impediscono all'attore di creare un personaggio espressivo e completo, a volte burbero, sempre contrario a ricevere ordini dall'autoritario dottor Krauss ma in fondo deciso in ogni momento ad aiutare chi ne ha bisogno.

Selma Blair interpreta Liz Sherman, la compagna di Hellboy, in grado di manipolare il fuoco e di crearlo a sua volta. L'attrice ci offre una buona interpretazione di un personaggio molto emotivo e desideroso di amore e libertà. Il primo le viene dato ampiamente da Hellboy, il quale però non è in grado di darle la seconda con il risultato che per lei le fredde mura del B.P.R.D sembrano sempre più strette e opprimenti.

Doug Jones riveste i panni dell'uomo-pesce telepate Abe Sapien, stavolta prestandogli anche la voce (nel primo film era stato doppiato). Essendo Abe incapace di qualsiasi espressione facciale per sua stessa natura, Jones attinge ai suoi studi di mimo per costruire un personaggio basato più sulla gestualità che sulle parole. L'attore riesce infatti a far innamorare il pubblico di questo personaggio mediante una raffinata e ben studiata mimica che lo rende indimenticabile.

Le immagini mescolano ambientazioni fantasy e leggeri echi steampunk. Basti notare il gigantesco dio elementale che scatena il panico a New York, oppure gli ingranaggi che mettono in moto la fucina magica che diede la vita all'armata d'oro. Il mondo degli Elfi, con i suoi variopinti personaggi, rievoca alla mente i personaggi della precedente pellicola di del Toro Il labirinto del Fauno, anche se qualche mostro a qualcuno potrà ricordare vagamente gli alieni di Men In Black.

La fotografia è curata da Guillermo Navarro (premio Oscar per Il labirinto del Fauno) e gioca, come nel primo film, un ruolo fondamentale. Ogni scena ha infatti il suo colore. Le scene che ritraggono Hellboy sono tipicamente illuminate da una luce rossa o color ambra, mentre le scene ambientate nel mondo degli Elfi sono tipicamente illuminate di verde scuro. L'armata d'oro è, come suggerisce il nome, accompagnata da una luce gialla e intensa, con un fortunato abbinamento con il rosso quando viene inquadrata nell'immensa fucina.

La colonna sonora è firmata da Danny Elfman e raramente prende il sopravvento sulle immagini, rivestendo più il ruolo di un commento sonoro inerte, quasi passivo.

Nel complesso, la storia scivola via fotogramma per fotogramma, con un meccanismo narrativo fluido e senza alcun intoppo che possa distrarre lo spettatore. Le immagini accompagnano il pubblico in un mondo di sogno in cui i ponti di New York sono abitati da troll e folletti vari, in pieno accordo con la narrativa visionaria di Guillermo Del Toro. In questa pellicola, esseri speciali diventati eroi desiderano ardentemente provare emozioni umane e vivere in pace. Ma il mondo esterno rifiuta i nostri eroi, considerandoli diversi e temendoli per la loro diversità. Il desiderio di integrazione di Hellboy e compagni è una costante del film, così come lo è l'amore. Del Toro ci regala uno splendido intreccio di storie d'amore, in cui la Morte rivela a Liz che se le chiederà di estrarre la lancia di Nuada dal petto di Hellboy, verrà un giorno in cui il mondo verrà distrutto. Oppure l'amore impossibile tra la principessa Nuala e Abe, entrambi telepati, così simili eppure così diversi. Anche la new entry del film, il dottor Krauss, è un personaggio ricco di sfaccettature. All'apparenza è solo una nuvola ectoplasmatica imprigionata in una tuta, con un carattere autoritario e poco incline ad accettare le trasgressioni di Hellboy, ma alla fine del film si capisce che anche lui ha un cuore e, sebbene ormai non sia più umano, ha ancora l'animo infiammato di un amore perduto.

Chi ha apprezzato il primo film, non avrà difficoltà a innamorarsi anche di questo.