E' passato un anno da quando Peter, Susan, Edmun e Lucy hanno abbandonato Narnia, e i ragazzi faticano ancora a riabituarsi alla realtà di Londra. Ma quando il principe Caspian, legittimo erede al trono, chiede (involontariamente) il loro aiuto, i ragazzi si troveranno nuovamente nel regno di Narnia. 1300 anni dopo l'epoca che conoscevano. Troveranno un mondo diverso, più selvaggio e aspro, in cui l'uomo è incontrastato dominatore e le antiche razze vivono nascoste e braccate.

Una presenza ingombrante, quella umana, che si dimostra l'unica specie barbara perché l'unica che teme e distrugge ciò che non conosce, e che cerca di piegare la natura al proprio volere.

Il Principe Caspian è un film notevole. Di più, è un film inaspettato, perchè osa rinnovarsi e cambiare, pur restando nella traccia del suo predecessore. Chi si aspetta una nuova versione del Leone, la Strega e l'Armadio rimarrà stupito, perché la produzione ha fatto tesoro della precedente esperienza e realizzato un film che ne è la naturale e più adulta evoluzione. Le maggiori critiche portate al Leone, la Strega e l'Armadio nel 2005 furono una certa infantilità di fondo, nel tono narrativo e nelle soluzioni trovate, e l'impressione che la produzione stessa fosse indecisa se essere un film epico, sulla traccia del Signore degli Anelli, o un racconto per bambini e ragazzi con numerosi intermezzi comici, figure da commedia e un tono a metà tra il racconto di avventura e quello fantastico.

Il Principe Caspian ha le idee più chiare. Gli intermezzi comici e i personaggi pensati per il pubblico più giovane sono ridotti al minimo, e quei pochi divertono senza risultare stucchevoli. L'impressione generale è quella di un film più cupo, deciso e adulto, anche se sempre nella traccia Disney, che pur sa stupire quando ci si mette: le battaglie sono realistiche e cupe, e il senso di incertezza che avvolge i protagonisti impegnati in una guerriglia contro forze soverchianti è credibile e palpabile.

Un film lungo ma non lento, un racconto di più ampio respiro in cui i giovani protagonisti sono alle prese tanto con nemici esterni quanto con quelli dentro loro stessi, nella miglior tradizione dei classici di vecchia scuola.

Buona parte della riuscita del film si deve alla sceneggiatura di Andrew Adamson e Christopher Markus, che sono intervenuti per aggiornare il racconto originale in qualcosa di più articolato e, soprattutto, cinematico. Si pensi solo che nel romanzo di C.S.Lewis Susan e Lucy incontrano Caspian solo poco prima della conclusione e, soprattutto - e questo è uno spoiler - che nel libro non c'è traccia dello splendido attacco notturno al castello. Nella versione oggi al cinema, invece, Peter è un giovane diviso tra l'essere un ragazzo normale e il ricordo dei suoi giorni da sovrano, Edmund, a causa di quanto accaduto nel Leone, la Strega e l'Armadio, è cresciuto in un personaggio più interessante e quieto, Aslan è una presenza costante nonostante non compaia per buona parte del film.

Forse i fan dell'autore inglese non saranno entusiasti degli interventi apportati, ma su grande schermo funzionano magnificamente.

I quattro attori che interpretano i fratelli Pevensie sono cresciuti, e non solo in altezza, anche se Anna Popplewell (Susan) continua a dare la prova di recitazione più debole. Il nuovo arrivato, Ben Barnes, è un principe Caspian adeguatamente affascinante e adatto alla parte. Un plauso particolare a Sergio Castellitto, che ha giustamente avuto buone critiche anche oltreoceano per il suo lord Miraz, un cattivo che riesce a non diventare la caricatura di se stesso. Da notare anche la presenza di Pierfrancesco Favino, altro volto noto del cinema e della televisone italiani, che è bello ritrovare qui in un ruolo di carattere.

Sotto il profilo tecnico, il film è semplicemente un piacere per gli occhi; l'aspetto grandioso e epico del suo predecessore si conserva interamente, grazie agli scenari mozzafiato della Nuova Zelanda e a un uso attento degli effetti speciali. La colonna sonora di Harry Gregson-Williams rischia di essere un po' soverchiante, in alcuni passaggi, ma è un ottimo ritmo di fondo per le scene più epiche.