Leggendo le sinossi di Lucy diffuse sul web mi ero fatta un'idea sbagliata del film: ero convinta che Lucy sarebbe stata una nuova Nikita, una combattente spietata e tormentata e tante grazie. Niente è più lontano dal vero. Scritto e diretto da Luc Besson, il nome Lucy prende dichiaratamente spunto dalla prima donna preistorica. E' lei la "nostra" Lucy e allo stesso tempo non lo è. Perché di Lucy ce ne è un'altra, e ha le fattezze di Scarlett Johansson (The Avengers). Lucy è una ragazza come tante, studia all'università e ama divertirsi. Sarà un fidanzato un po' truffaldino a farla finire in un giro pericoloso, consegnandola inavvertitamente nelle mani di un gruppo di spacciatori orientali con l'abitudine di trasformare ignari cittadini europei in corrieri della droga inserendo chirurgicamente nei loro stomaci pacchi di un ormone prodotto dalle donne incinte che aiuta i feti a svilupparsi neuralmente. 

L'effetto di questa droga/ormone su un adulto è straordinario: assumendone in grandi quantità il cervello umano riesce a utilizzare le proprie facoltà al 100%. Ciò comporta controllo assoluto del proprio corpo, controllo dei corpi altrui, controllo della materia inanimata e, infine, controllo dell'unità di misura suprema che dà senso alla vita: il tempo. Ovviamente durante il trasporto della droga qualcosa non va: il pacchetto sigillato nello stomaco di Lucy si apre e il suo metabolismo sintetizza l'ormone. Ben presto la ragazza si rende conto che il suo corpo non può reggere l'utilizzo delle facoltà cerebrali al 100% e, con l'aiuto del professor Norman, che si occupa di neuroscienza, deciderà di impiegare le ore di vita che le restano a trasmettere all'umanità la conoscenza accumulata. Peccato che i trafficanti orientali siano fermamente intenzionati a riprendersi la loro droga e organizzeranno una caccia all'uomo - anzi alla donna - a cui Lucy sfuggirà grazie alla polizia francese. 

A metà strada tra action, thriller e fantascienza, Lucy riesce allo stesso tempo a riflettere su questioni fondamentali dell'umanità, come la natura della vita stessa e dell'idea di divinità. Oltre ai simbolismi piuttosto espliciti sul rapporto tra umano e divino che si risolve con la presenza del divino nell'umano, a fare la differenza è la performance della Johansson, sulle cui spalle si regge il film nella sua interezza. E' lei la linfa vitale dell'ora e mezza di film scritto da Luc Besson. Pur senza porsi come capolavoro assoluto del genere fantascientifico e action, Lucy resta un film di entertainment godibile e con una profondità maggiore rispetto alla media di prodotto analoghi. 

3 stelle su 5

Pia Ferrara

Lucy (Scarlett Johansson) è una studentessa universitaria che per motivi imprecisati studia a Taipei. Il suo ragazzo Richard, la mette nei guai. No, non in quel senso, bensì costringendola a fare da corriere per conto suo. La ragazza verrà quindi a stretto contatto (le verranno inseriti dei pacchetti di droga nell'intestino!) con un quantitativo enorme di una potente droga, che invece di farla impazzire (com'era successo qualche scena prima a un malcapitato), amplierà le facoltà del suo cervello oltre ogni misura. Anzi, verrà innescata una reazione, una sorta di effetto domino, per la quale entro 24 ore il suo cervello subirà una evoluzione che lo porterà allo sfruttamento del 100% delle capacità cerebrali.

Il film non è tanto una storia di vendetta, quanto una corsa per la vita di Lucy per cercare di ovviare alle conseguenze sul suo cervello e sulla sua umanità dell'improvvisa evoluzione. Conseguenze letali. Allo stesso tempo sarà braccata dai trafficanti di droga e riceverà l'aiuto di un ufficiale dell'antidroga francese (Amr Waked), che affronterà i criminali, guidati da un vendicativo gangster coreano (Min-sik Choi) con il vecchio e caro piombo, mentre le superiori facoltà mentali di Lucy saranno in tutt'altre faccende affaccendate. Il ruolo di mentore è invece affidato a un neuro scienziato (Morgan Freeman) che ha compiuto proprio ricerche sulle conseguenze dell'accrescimento del potenziale cerebrale.

Besson parte da quella che sembra genesi di una potenziale supereroina a un film che s'indaga sullo stesso futuro dell'umanità e (anche se il termine non è citato) alla possibile nascita di quella singolarità che consentirebbe al nostro genere un salto evolutivo.

Ma il supporto è debole. La costruzione dei personaggi è ridotta all'osso, allo stereotipo del bravo poliziotto, del good doctor e del gangster da operetta, ma quello che veramente non convince è che avendo tante idee, visive soprattutto, Lucy è penalizzato sin dall'inizio da una tale e tanta quantità di forzature della struttura narrativa che mettono a serio repentaglio la sospensione dell'incredulità e il sense of wonder di ogni buona opera di fantascienza.

Non sono i presupposti fantastici e scientifici il problema. Se ci caliamo in un mondo secondario accettiamo le sue regole. Ma queste non devono essere infrante.

Se mi seguirete su questo terreno devo avvisarvi che dovrò necessariamente dire di più della storia, rischiando lo spoiler.

Scarlett Johansson in Lucy di Luc Besson
Scarlett Johansson in Lucy di Luc Besson

L'elenco è purtroppo abbastanza lungo. Partendo proprio dall'inizio, nel quale non sembra avere alcuna logica il modo in cui il fidanzato costringe Lucy a fare da corriere. Se veramente teme per la sua vita, perché rimane nei paraggi invece di fuggire lasciando Lucy al suo destino? Solo per fare una morte da idiota?

Nello stesso momento in cui Lucy diventa un corriere internazionale, sempre suo malgrado, con la droga in pancia, è realistico che gli scagnozzi la imprigionino, la prendano a calci proprio dove sta la droga, al solo scopo di violentarla? La merce, nella logica di simili soggetti, diventa preponderante.

Perché uccidere un ignaro tassista che non sa l'inglese e minacciarne un altro con la pistola?

Quando Lucy comincia ad accrescere le sue capacità, sa già leggere il cinese e addirittura effettuare una diagnosi guardando una lastra. Più avanti vediamo che apprende le nozioni molto in fretta, tanto da studiare l'intero lavoro dello scienziato in poche ore, ma all'inizio il suo potere sembra magico, visto che il tempo di studiare il cinese e la medicina non sembra averlo. Forse Lucy a Taipei studia medicina e cinese? La storia non lo dice. Insomma a questo stadio il suo potere sembra divinazione. 

Ne fa le spese un paziente, ucciso sul tavolo operatorio proprio per quella diagnosi.

Oltretutto, dopo aver ucciso un uomo e minacciato con la pistola una intera equipe chirurgica, Lucy scappa prima che arrivi la polizia. La donna invisibile.

Le capacità di Lucy cresceranno. Sarà in grado di stordire una decina di persone tutte insieme. Allora perché dopo, in una situazione simile, si balocca con altrettanti gangster, lasciandoli in vita, dando loro l'occasione di braccarli?

Al momento del confronto finale la polizia dovrebbe proteggere l'Università dove è diretta Lucy. Non si sa bene per quale ragione narrativa i poliziotti non si accorgano dei gangster che davanti a loro si stanno armando. Oltretutto non fanno sgombrare un luogo a rischio, dando l'occasione ai cattivi di uccidere un paio di innocenti a caso.

Ma poi, altra grande domanda, un ufficiale dell'antidroga francese ha giurisdizione in Italia e Germania, e riesce a farsi tradurre in tempo reale gli arrestati di altre polizie straniere? Non mi sembra che la faccenda sia così semplice.

Se il nostro poliziotto è stato persuaso dai poteri di Lucy a consegnarle tutta la droga, rimane il fatto che ciò non è accaduto per le altre polizie.

La fantascienza non può essere un pretesto per forzare la narrazione. Le cose non sempre accadono perché devono accadere, perché è più drammatico e più intenso.

O meglio, può anche essere così, ma se l'occhio salta sulle forzature anziché sulla costruzione complessiva, allora c'è qualcosa che non va.

Luc Besson è troppo abile perché queste sviste siano da ritenersi tali. Quello che penso è che l'intenzione registica fosse quella di realizzare un film che punti solo sulla potenza della sua idea, sul fascino della protagonista che emerge nonostante non abbia (se non in pochi momenti) atteggiamenti da seduttrice, e sulla perizia nel realizzare belle scene d'azione e spettacolari momenti (come la sequenza del viaggio attraverso le epoche storiche di Lucy).

Lo so, sono un rompiscatole, ma per me vedere Lucy è stata fonte di irritazione. Un film che aveva maggiori potenzialità di quelle che ha espresso.

Voto 1 stella su 5

Emanuele