Zurjan - il suono al centro del mare -


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fademaster
Hobbit
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MessaggioInviato: Gio 23 Feb 2012 3:48 am    Oggetto: Zurjan - il suono al centro del mare -   

Ecco il racconto, in basso c'è la versione corretta e conforme alle regole del forum

il resto è su

WWW.ZURJAN.WORDPRESS.COM


Ultima modifica di fademaster il Mar 28 Feb 2012 17:31 pm, modificato 4 volte in totale
Palin
Re sotto la montagna
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MessaggioInviato: Gio 23 Feb 2012 11:53 am    Oggetto:   

Non c'è niente da fare... è un optional.
TK7 should, of course, be named Neville – Neville and Luna, a match made in heaven.
fademaster
Hobbit
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MessaggioInviato: Ven 24 Feb 2012 2:58 am    Oggetto: revisione   

ecco qui la versione regolamentare
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IL SUONO

Anno 3388, al largo delle coste di Áttoil

Una mattina un elfo marino disse:
«Hai sentito di Zurjan? Pare che ormai sia diventato vecchio: gli altri dominatori del mare non lo temono più. Un tempo avrebbe distrutto un galeone con un solo morso, ma adesso…».
«Lo faranno a brandelli, ma non credo che assisteremo allo spettacolo. In questo mare sono secoli che non si vede».
Gli rispose un altro con una risatina, mentre file di denti affilati e sanissimi incombevano alle loro spalle.
Negli abissi del mondo di Erön viveva Zurjan, il più grande e antico di tutti gli squali. Le sue cicatrici raccontavano millenni di fierezza.
Dopo quella coppia di piccoli elfi saporiti, il predatore trovò una selva di sargassi e vi si nascose. Rimase in attesa; il muso di un cetaceo grosso la metà di lui spuntò alla sua destra dalla barriera corallina.
“Capodogli… ne ho perso il conto. Ricomincerò da questo”.
Pensò la bestia pregustandolo.
Il capodoglio lo vide.
Lo squalo scosse la sua mole colossale e subito assaporò la preda in un morso fulmineo. Spinse la carcassa della creatura arresa contro il fondale, in frenesia, e tutta quella carne finì presto.
Un’ultima costola croccante rimase incastrata nel letto del mare e il dominatore la strattonò, inarcandosi tutto. Pezzi di roccia saltarono via, seguiti da sbuffi vorticanti di sabbia e sangue.
Zurjan sentì un debolissimo tintinnio provenire dalla spaccatura che si era appena formata. Si avvicinò e si mise in ascolto:
“L’eco lontano di suoni indefiniti”.
Usò tutti i suoi sensi e capì che in quel punto il fondale era un sottile strato di roccia e che avrebbe potuto nascondere una vasta grotta.
Si fermò a pensare: nella sua lunga vita aveva esplorato tutti gli oceani, ma non era mai andato al di sotto di essi.
Tutti i suoi “sudditi” lo avrebbero atteso lassù, al suo ritorno: ormai non gli davano più alcun senso di superiorità, giacché era diventato spropositatamente grande.
Per la prima volta nell’ultimo millennio, il predatore si dimenticò di finire la sua battuta di caccia e decise di seguire un sentiero mai percorso: si allontanò volteggiando di qualche metro e subito guizzò contro la spaccatura colpendola col muso. Il tetto di roccia crollò e si aprì un varco ampio e profondo.
Zurjan entrò seguendo il cadere dei detriti e l’eco risultò subito più nitida e riconoscibile: lo aveva già sentito, ma solo negli abissi più inaccessibili, e non vi aveva dato peso.
Quel giorno, invece, si sentì respinto e attratto da esso.
Proseguì verso il basso. Trovò grotte coralline abitate da gamberi, poi altre più in profondità, con sorgenti sulfuree bollenti alle quali erano attaccate milioni di piccole creature luminescenti.
Un ticchettio sinistro si sovrappose al bel suono. Zurjan si fermò e la sua esperienza gli suggerì:
“Deve essere un crostaceo, grande meno della metà di me. Si sta avvicinando troppo in fretta. Ma forse sta solo scappando da un pericolo. Se si avvicina ancora, lo attacco prima io”.
Il ticchettio si fermò di colpo; una serie di schiocchi modulati nel linguaggio degli abissi provenne da un punto imprecisato:
«Che cosa speri di trovare nelle mie grotte, squalo?».
Improvvisamente Zurjan perse lucidità. Fiutò l’acqua e rispose con versi rochi e profondi:
«Devi essere colui che chiamano Tolat, l’Arconte Gran Chela, padrone delle sorgenti ribollenti del mare a oriente del grande Arco. Ho di meglio da fare che attaccarti e per giunta sono sazio. Scostati».
Tolat il granchio era un dominatore, una delle grosse creature marine nate dalle viscere dell’oceano in un tempo senza nome.
La sua stazza, le sue chele taglienti e la sua spessa corazza erano un chiaro monito, ma aveva un lato nascosto che nessuno conosceva:
esso poteva leggere i pensieri delle creature nelle immediate vicinanze e sopire i loro più feroci istinti.
L’Arconte era vicino al re dei mari e stava già usando entrambi i suoi poteri, rimanendo immobile per non sprecare le forze e chetare il suo avversario.
“Vediamo se il pesce abbocca”.
Pensò, e avido d’informazioni, prese il coraggio di schioccargli:
«Hai sentito di quell’elfo che ha perso tutte le sue… ricchezze?».
Sentendo quell’ultima parola, Zurjan pensò per un istante a una delle sue tane dove teneva nascosti alcuni manufatti da guerra intrisi di magia. Tolat spiò quell’immagine mentale e ne fece tesoro.
Ovviamente nessuno dei due poteva brandire a dovere una spada o indossare una corazza, ma una cosa era certa: se tutte le razze di mare e di terra bramavano tanto quelli oggetti luccicanti, loro dovevano averli. Era una brutale questione di autorità tra creature d’intelligenza superiore.
Tolat prese a spremere al massimo il suo potere per placare il bestione e tremò per la fatica; lo squalo si sentì ancor più intontito e non disse nulla.
Lasciò stare l’Arconte Gran Chela e tornò a seguire quella melodia accennata, cercando varchi o creandone di nuovi, rompendo scogli e coralli.

***

Passò giorni e giorni in viaggio tra le grotte, superando sorgenti sempre più calde, al limite del sopportabile.
Il suono era cresciuto in nitidezza. Vibrava attorno a lui, dandogli la forza per resistere.
A tratti, nei vapori scuri e ribollenti di quella bolgia, lo vide.
Era un insieme di finissime linee curve, brillanti di tutti i colori, che sparivano nel momento in cui le si osservava direttamente.
Lo squalo si soffermò a spiare le forme create dalle linee, poi fu distratto da una piccola creatura di passaggio, una medusa filante di luce propria. La perse subito di vista.
“Che strano, era qui sotto ai miei occhi”. Pensò.
Continuò in caduta libera per molto tempo, finché non trovò più alcuna forma di vita.
***
L’abisso era diventato un lento e continuo turbinio cromatico di linee gentili.
Divenne evidente il più bello dei suoni e si modulò nella più bella musica, e le sue strofe e le sue immagini procedevano assieme alla profondità, tanto che Zurjan nuotò di migliore lena per conoscerne il proseguo.
Rumori insoliti si delinearono con chiarezza crescente. Lo squalo aveva origliato qualcosa di simile nelle rare occasioni in cui era andato sotto costa.
Erano rumori di cannoni, di portoni che si aprono, di carri in viaggio, di frecce che saettano e di spade che s’incrociano; erano voci, canti e applausi.
Fu avvolto dal morbido suono colorato e fu liberato da tutta la stanchezza. Sentì il mondo delle terre emerse vicino, vicinissimo. Fu preso dalla voglia di avvicinarvisi con tutto se stesso. Per un attimo si immaginò adagiato sulla terraferma a parlare con uomini a cavallo.
Una linea arancione, una delle tante che ormai gli saettavano attorno, disegnò davanti ai suoi occhi un giovane umano cinto di foglie d’edera e poi sfumò nell’oscurità.

Al punto più lontano dal cielo
il peso degli oceani proviene da ogni lato.
Torneremo alla meta, al Vortice sereno,
il suono luminoso, avvolgente, profumato.
Vita, madre dei mari di ogni costa,
nuoteremo nella tua forza,
nuoterai nella nostra.
“Vortice sereno”, strofa I

Zurjan pensò al Vortice sereno e si rese conto che descriveva perfettamente la situazione in cui era. Solitamente gli elfi marini intonavano quel canto durante i rituali legati alle nascite o alle vittorie in battaglia. Si sentì cambiato, in qualche modo migliorato. Prese una direzione a caso e iniziò a risalire, mentre quei colori dipingevano un nuovo destino in ogni fibra del suo corpo.

***

Passò un mese e gli elfi marini della colonia corallina di Salavyth ebbero una terribile sorpresa, e anche Zurjan.
Attraversata da un fittissimo banco di pesci in fuga, Najinka, una giovane elfa dai capelli porpora, vide l’enorme dominatore quando era ormai troppo tardi per fuggire.
«Benvenuto, re dei mari. Una flotta di umani è appena passata qui vicino. Hanno reti tanto grandi da poterti impensierire».
Disse lei, contraendo le gambe al massimo per non tremare. Aveva solo bisogno di qualche istante per raccogliere le forze e lanciare un incantesimo accecante, per poi scappare. Lo aveva già fatto altre volte. Il vasto predatore fiutò l’inganno di Najinka, spalancò le fauci e la fece sparire, poi toccò agli altri elfi. Non fu la solita battuta di caccia: Zurjan si contorse per il dolore, come se qualcuno lo avesse appena dilaniato. Volteggiò rapidissimo per guardarsi attorno, cercando un avversario alla sua portata, ma vide solo un elfo nascosto tra i coralli. Proprio in quel momento lo squalo avvertì un terrore atavico, come se una creatura mastodontica gli si fosse appena parata davanti. Si fiutò attorno e pensò:
“Nessun dominatore nei paraggi”.
Guardò nuovamente l’elfo. Più lo puntava, più si sentiva a sua volta minacciato.
“Minacciato così?! Da quell’elfetto?!”.
La sua frustrazione esplose in un ruggito:
«Che incantesimo è mai questo? Rispondi!». Vide l’elfo scappare ed ebbe subito la sensazione di avere due braccia e due gambe e di muoverle ritmicamente.
“Ma che cosa…?”.
Per un attimo si sentì incapace. La paura di non riuscire più a cacciare lo fece raggelare. Attese immobile di riprendersi dalla confusione e dal dolore e reagì all’imprevisto:
“L’Arconte Gran Chela è l’unico dominatore del mare con cui ho mai parlato senza poi attaccare, quindi potrei considerarlo un amico. Forse potrà darmi qualche consiglio. I miei smeraldi come compenso basteranno”.


Ultima modifica di fademaster il Dom 26 Feb 2012 11:33 am, modificato 1 volta in totale
Palin
Re sotto la montagna
Messaggi: 15146
Località: Solace
MessaggioInviato: Ven 24 Feb 2012 11:42 am    Oggetto:   

Insomma uno vuol postare a tutti i costi anche se ha torto...
TK7 should, of course, be named Neville – Neville and Luna, a match made in heaven.
CDuMbledore
Modessa Modessa
Messaggi: 14737
MessaggioInviato: Ven 24 Feb 2012 11:51 am    Oggetto:   

Vorrei capire, Fademaster, che differenza c'è tra i due postaggi.
E poi mi sarebbe piaciuto leggere una sorta di "chiedo scusa" e qualche richiesta di consiglio su come fare.

Credi davvero che così gli utenti del forum avranno più voglia di leggerti?
(searching for)
M.T.
Paladino Guardiano
Messaggi: 2407
MessaggioInviato: Ven 24 Feb 2012 13:13 pm    Oggetto:   

"Niente capitoli di romanzi. "

Il racconto lo lascio, ma è l'ultima volta che lo faccio; in un'altra occasione agirò come fatto la prima volta, dato che è stato usato un modo di comportarsi non appropriato.
Se si ha voglia di sottoporre i propri scritti e avere giudizi sulla scrittura, il posto più appropriato è Writer Magazine.
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