Primo tentativo


Autore Messaggio
namrik
«Hobbit»
Messaggi: 15
MessaggioInviato: Mer 19 Dic 2012 17:45 pm    Oggetto: Primo tentativo   

Faccio una premessa Very Happy
Questo e una parte modificata del prologo del mio primo libro quindi qualsiasi critica elogio commento insulto suggerimento sarà ben accetto e mi aiuterà a crescere e migliorare!
Grazie in anticipo Very Happy


UNA PASSIONE FATALE

"Il vento soffiava forte sulla banchina del porto e la tunica, de giovane novizio della torre svolazzava vistosamente sospinta da quella selvaggia forza che poi pensandoci bene non è più di tanto selvaggia dato che alla Torre ci hanno insegnato come imbrigliarla e costringerla ad agire secondo il nostro volere. Pensandoci bene la magia non è poi tanto male, a patto che uno voglia realmente impararla, e io non la amo particolarmente. Ammetto che in alcune occasioni mi è stata utile come quando mi sono ritrovato nel bosco attaccato dai lupi e sono riuscito a salvarmi grazie agli insegnamenti di magia elementare di Maestro Sigurd con i quali, tra le altre cose, c ha insegnato a creare il fuoco. Ma fortunatamente oggi è il giorno libero e siamo esentati dal frequentare la Torre, così finalmente posso dedicarmi alla mia vera passione. Ah quasi dimenticavo la magia mi è utile anche per questo."
Così il giovane Helv inizio a gesticolare e a parlare nella lingua tipica dei maghi e, dopo poco tempo, nelle sue mani comparve una Lira.
Soddisfatto del suo lavoro con una comando mentale ordino al vento di farlo sollevare da terra per portarlo con i piedi quasi a livello del' acqua, quella era difatti la sua posizione preferita da dove diffondere la melodia del suo strumento. Egli infatti aveva un particolare amore per il mare maturato fin da bambino, i suoi genitori erano dei costruttori di navi per l immensità blu e sempre stata parte integrante della sua vita.

Ed ora eccolo li sul pelo del' acqua intento a pizzicare con le sottili dite le tese corde della sua lira. La musica che ne venne fuori era molto malinconica, Helv infatti era molto bravo a trasmettere nelle note il suo stato d animo. Era inoltre un eccellente cantante ma, in quel momento, nessuna parola gli sovvenne, solo alcuni suoni prodotti a labbra serrate per accompagnare la musica.
Il quadretto era talmente suggestivo e bello che i passanti e i lavoratori del porto che passavano da li non potevano non soffermassi ad osservare e ad ascoltare. Persino il mare sembrava rispettare quel umile essere umano difatti le onde che prima galoppavano nel immenso blu calarono fino a calmarsi, anche il vento smise di soffiare.

Agli spettatori potrebbe sembrare una scena idilliaca, ma non sempre le cose sono come appaiono...

Poco tempo dopo, in modo dapprima molto flebile, si udì provenire dal mare una melodia. Quasi incredulo Helv smise di canticchiare ma non di suonare la sua Lira.
A poco a poco la melodia si fece sempre più vicina ma il giovane mago si accorse che non conosceva la lingua in cui veniva cantata. Riconosceva tuttavia una cosa.
Quella melodia era qualcosa di Divino! Era talmente bella da togliere il fiato, si sentiva come se tutte le preoccupazioni che aveva fossero di punto in bianco sparite, era come se la Dea in persona fosse accanto e lui e gli sussurrasse parole di conforto.
Poi vide la creatura. Era una donna dai lunghi capelli color del oro finissimi e liscissimi, iridi glaciali che parevano bianche, come bianca era la pelle simile ad avorio per colore e perfezione, labbra carnose e ben modellate. Non aveva solo la voce della Dea ma anche l aspetto. La figura usciva dal' acqua solo fino al altezza del ombelico il che rivelava un fisico statuario, i seni erano coperti da delle conchiglie che in realtà celavano alla vista solo l areola lasciando in bella vista le rotondità. I fianchi erano belli, asciutti e disegnavano delle curve molto accattivanti.
Nonostante l estrema bellezza della donna quello che attirava e il giovane mago era la voce. Una voce soave che sembrava isolarti dal mondo e trasportarti in un posto dove le uniche cose presenti erano la deliziosa fanciulla, il giovane mago e un senso di felicità unico.
Nel frattempo sul pontile e sulla passeggiata non v era più alcuna anima, nessun osservatore testimone di quanto stava per accadere. La fanciulla si faceva sempre più vicina e mentre continuava ad intonare la sua melodia iniziò a muovere le mani indicando al giovane d avvicinarsi e nel medesimo istante Helv sentì una voce nella sua mente
"Vieni con me lasciati cullare dalle dolci acque dell oceano! Vieni con me è avrai tutto ciò che vorrai me compresa! Vieni... Vieni... Vieni..."
Ormai erano talmente vicini che la fanciulla mise le sue delicatissime mani sul viso di Helv, piano piano iniziò ad avvicinarsi sempre più in modo da posare le sue carnose e sensuali labbra su quelle del giovane.
Mancava ormai pochissimo per assaporare quel dolce baci ancora pochi istanti e sarebbe stato immerso nella più bella sensazione che avesse mai provato in vita sua.
Finalmente le labbra si toccarono e la sensazione che ne segui fu unica quasi indescrivibile, le sue labbra sembravano un misto di petali di rosa, frutti di bosco e un altro sapore dolce che non si riusciva bene a riconoscere. Ma oltre che essere delicato e dolce questo bacio era al contempo forte e duro perché le sue labbra si premevamo con forza su quelle del mago e le mani si serrarono sulle sue guance. La bellissima creatura inizio a trasportare il mago verso il mare e fu li che Helv sembrò riscuotersi un poco da quello stato magico e subito la fanciulla parlo nuovamente alla mente del mago
"Non vuoi venire con me? Non vuoi passere l eternità in un posto paradisiaco dove nulla ti verrà negato?" queste parole furono seguite da immagini di un luogo splendido con splendidi giardini con tavoli in legno scuro, poltrone bianche dall aria molto comoda e accogliente, da vassoi carichi di cibo, da gente che chiacchiera felice senza inibizioni ma sopratutto felice e infine da un immagine di lui e di lei intenti dapprima a cantare una soave melodia e poi ad amoreggiare liberi e spensierati.
Fu questa visione a convincere il giovane mago a lasciarsi trasportare nell immenso blu convinto si di trovare la felicita che tanto agognava ma ahimè ignaro del fatto che in realtà andava incontro alla fine eterna al nulla più totale alla fine del tutto ma lui vi andò con la felicità nel cuore e con le labbra premute su quelle magnifiche e dolcissime della bellissima creatura.
thyangel83
«Gollum»
Messaggi: 729
Località: Ovunque
MessaggioInviato: Sab 22 Dic 2012 0:04 am    Oggetto:   

Il tuo "racconto" (o "prologo") merita un commento un po' articolato, per quanto sia riuscito a leggere solo velocemente le numerose righe.
Naturalmente, trattasi solo del mio punto di vista, quindi, come si suol dire, ciò che segue è tutto "imho".
Ciò detto, quale doverosa premessa, esprimo il mio (complesso) giudizio.
Si tratta di un racconto con pregi e difetti. Un pregio molto interessante e un altro più comune ma non meno importante; una serie di difetti grosso modo correggibili, ma su cui porrei una certa attenzione.
Contrariamente al mio solito, comincerò dai pregi:
1- Il racconto è intessuto di una sottile ma persistente dose di ironia. Ciò lo rende interessante, nonostante il tema che hai scelto sia abbastanza stereotipato.
2- Ci sono descrizioni che racchiudono un certo valore (esempio quella della sirena), segno che quando scrivi con dedizione hai delle potenzialità espressive. Non tutti gli scrittori (anche famosi) le hanno.
Veniamo a quelli che ritengo essere i difetti:
1- Numerosi errori grammaticali e sintattici. Se rileggi tu stesso il testo ti accorgerai che l'italiano è spesso in ginocchio e talvolta si incontrano delle costruzioni che non sono particolarmente comprensibili.
2- Salti logici. Vedi le prime righe: il mago a chi parla? Quando? Parla di un novizio, al passato. Poi sembra che il novizio sia lui stesso. Quando parla pare che parli al vento...chi è l'ascoltatore? Poi tira fuori una lira e canta e poi arriva la sirena e lui se ne va in fondo al mare...però quando all'inizio parla di se stesso descrive una scena immediatamente passata come se invece risalisse a un passato remoto. Insomma, si capisce un po' troppo poco. Ci sono altri passaggi un po' strani.
3- Attenzione! La descrizione delle scene è sempre piuttosto asettica! La tua presenza come voce narrante è opprimente. Tanto pesante che anche quando mostri le cose con gli occhi del personaggio la regola - abbastanza "aurea" - dello "show, don't tell!" pare poco rispettata. Mio consiglio: sforzati di descrivere le cose dal punt odi vista del personaggio o quantomeno dal punto di vista di un soggetto interno alla scena, limitando tantissimo le descrizioni "dall'alto", onniscenti. Comunque se è il tuo primo libro è un errore che comprendo bene, perché nel mio primo libro anche io l'ho commesso infinite volte.
4- Troppi "infatti", "difatti", "inoltre": rafforzano il senso di perenne presenza di un narratore onniscente e distante. Se spieghi di meno dal tuo punto di vista, puoi fare risaltare le emozioni dei tuoi personaggi.

Tutto ciò, ripeto, consideralo una pura opinione personale.
Coraggio, continua a scrivere. Se metterai sul forum qualcos'altro sarò prontissimo a leggerlo.
Very Happy
If you don't see me, don't think that I am not behind you...

Mio blog personale: www.onwriting.eu
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Sito web professionale: www.kosmos-group.it
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