Caro editore ti odio / 2


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thyangel83
«Gollum»
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MessaggioInviato: Gio 13 Set 2012 21:47 pm    Oggetto:   

Carissimi M.T. e Martina,
concordo sul fatto che l'articolo con le parole di Accolti Gil sia interessante, però, sinceramente, non posso fare a meno di cogliere tra le righe un segnale inquietante.
Diciamocelo francamente: se è vero - come in effetti è - che le librerie prenotano poche copie e quindi non si espongono e pertanto gli editori non sono incentivati alle grosse tirature, ciò significa una cosa molto semplice, crisi o non crisi che ci sia: le librerie hanno definitivamente cessato il loro ruolo di promotrici della cultura. Ci sta: sono "negozi", in fondo, spesso catene ben organizzate (si vedano le varie Mondadori, Feltrinelli o Mel Bookstore...); ma non ci sta "del tutto", perché trattano beni che sono strettamente legati col "fare cultura".
Normalmente sono cinicamente realista; in questo caso, forse - non lo nego - anche per motivi strettamente personali, non ci riesco molto.
Pensate un po': è davvero un'operazione di "maturità" prenotare copie dei libri in anticipo? Beh, non lo so, e in fondone dubito. Per vari motivi.
Primo: se non trovo un libro in libreria, posso sempre ordinarlo alla casa editrice. Vero, se non hanno ampia tiratura, non ce l'hanno nemmeno loro in magazzino. Ma qualche copia se la terranno pur sempre in avanzo, se no non si spiega la quantità di libri che puntalmente finisce al macero...
Secondo: molti libri si trovano anche in digitale. E perché no...?
Terzo: il lettore medio non è la persona di cultura e che vive di cultura; è invece, come il sottoscritto, qualcuno appassionato della lettura, ma che tra lavoro (al di fuori di ambiti letterari) e famiglia ha ben poco tempo libero. Figurarsi se è possibile per detto utente medio stare appresso le pubblicazioni venture documentandosi on-line! Capiterà per 1-2 volumi all'anno, ma non di più.
Senza contare che per tale utente medio c'è della poesia nell'andare in un raro momento di libertà in una libreria e sfogliare libri, scegliendo cosa comprare dopo essersi fatto ispirare da copertine, titoli, pagine che prima nemmeno sapeva esistessero. E' un qualcosa di magico. Un modo di far circolare cultura, anche per i fruitori più semplici.
E così, invece, nell'eventualità prefigurata da Accolti Gil, questa poesia va a quel paese.
Il dato scioccante è che davvero le librerie non sono impegnate in senso culturale. Vanno sul sicuro e così la piccola casa editrice che vuole fare qualità viene tagiata fuori. Cosa SCANDALOSA è che spesso in molte librerie si RIFIUTINO perfino di ordinare libri su esplicita richiesta dell'acquirente. Pensiamoci un po': restringendo il campo al solo panorama fantasy, per semplicità, cosa troviamo in una libreria normalmente? Titoli di Mondadori e Salani e un paio della Nord, poi una decina di altri titoli - forse meno - divisi tra altri editori quali Armenia, Asengard, Fanucci, Giunti, Fazi, Gargoyle Books e pochi altri. La maggior parte di case editrici non la vedete mai. Avete mai visto CIESSE Edizioni, Leone Editore, Galaad...difficilmente, a meno che non abitiate vicino alla sede di queste case editrici. Eppure hanno abbondanza di catalogo e anche di buona qualità.
Ho fatto una prova, circa un mese fa: sono andato alla Feltrinelli e ho chiesto un titolo della CIESSE Edizioni. Neanche di una casa editrice proprio di scarsa qualità. L'addetta, sdegnata, mi dice: "Impossibile, non so nemmeno che casa editrice sia! noi non la teniamo." Allora le ho chiesto se comunque potevo ordinare il titolo, visto che avevo tutti gli estremi. Risposta: "No. Non possiamo farlo." Balle! E' che non c'è voglia di farlo ed evidentemente le stesse librerie devono sottostare a delle regole non scritte ma tacitamente riconosciute che facciano proseguire questo trend editoriale.
Beh, peccato: forse inizialmente sbilanciarsi un po' di più investendo realmente in ciò che si vende potrebbe risultare difficile, ma alla lunga sono convinto che potrebbe dare buoni frutti, anche economici.
Ma è meglio che termini qui: sto scivolando OT.
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M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Gio 13 Set 2012 23:28 pm    Oggetto:   

Thyangel, hai avuto la sfortuna di trovare una commessa che fa il lavoro per "tirare a campare", non certo perché gli piacciono i libri; questo sarebbe un valore aggiunto, apprezzato, ma non necessario (purtroppo). Comunque, l'addetta ha dimostrato anche assenza di professionalità, dato che se l'utente fa una richiesta d'ordine, ed è in catalogo, devono farlo. Non credo ci siano regole non scritte, ma che vengono accettate: credo che hai incontrato una che non aveva voglia di fare il suo lavoro. Una sfortuna, magari anche non un caso isolato, ma c'è chi il suo lavoro lo fa conscienziosamente: ne ho la conferma perché nella libreria dove vado di solito (una Feltrinelli), i commessi si sono dimostrati disponibili e se chiedevo di fare un ordine lo facevano senza fare storie.

E' vero quello che dici, che i libri più in vista sono quelli delle case editrici più "grosse"; adesso le cose sono un poco cambiate (sugli scaffali vedo Sanderson, Erikson, Rothfuss e Petrosian), ma c'è stato un periodo che nel fantasy era solamente Troisi e Strazzulla, con Brooks e Martin in un angolino e Jordan uno sconosiuto. Della Asengard neppure l'ombra: se si vuole un suo libro occorre l'ordinazione.
Ed è un peccato perché aggirandosi tra gli scaffali, andando in cerca di qualche sorpresa, si possono trovare delle piccole perle: a me è capitato con La Collina dei Conigli di Richard Adams e Il Castello Errante di Howl di Diana Wynne Jones Smile
thyangel83
«Gollum»
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MessaggioInviato: Ven 14 Set 2012 11:53 am    Oggetto:   

Citazione:
Thyangel, hai avuto la sfortuna di trovare una commessa che fa il lavoro per "tirare a campare", non certo perché gli piacciono i libri; questo sarebbe un valore aggiunto, apprezzato, ma non necessario (purtroppo). Comunque, l'addetta ha dimostrato anche assenza di professionalità, dato che se l'utente fa una richiesta d'ordine, ed è in catalogo, devono farlo. Non credo ci siano regole non scritte, ma che vengono accettate: credo che hai incontrato una che non aveva voglia di fare il suo lavoro. Una sfortuna, magari anche non un caso isolato, ma c'è chi il suo lavoro lo fa conscienziosamente: ne ho la conferma perché nella libreria dove vado di solito (una Feltrinelli), i commessi si sono dimostrati disponibili e se chiedevo di fare un ordine lo facevano senza fare storie.


No, mi spiace doverti contraddire: sei tu che vivi in un posto fortunato. La stessa prova, per motivi personali, l'ho fatta più di una volta, in città diverse e in catene diverse (Giunti al Punto, ad esempio), coi medesimi risultati.
E questo mi ha gettato in forte demoralizzazione.

Citazione:
Della Asengard neppure l'ombra: se si vuole un suo libro occorre l'ordinazione.
Ed è un peccato perché aggirandosi tra gli scaffali, andando in cerca di qualche sorpresa, si possono trovare delle piccole perle: a me è capitato con La Collina dei Conigli di Richard Adams e Il Castello Errante di Howl di Diana Wynne Jones


Beh, la Asengard spesso la trovo...
Comunque in fondo hai citato pur sempre libri noti (Castello Errante di Howl).
Ma vorrei sapere in quante librerie si trova, che ne so, "L'ampolla scarlatta" di M. Scisci, edito da CIESSE...e se è davvero facile ordinarlo.
Esempio a caso, non me ne voglia l'autrice - e nemmeno l'editore
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Martina
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Ven 14 Set 2012 12:05 pm    Oggetto:   

Citazione:
se è vero - come in effetti è - che le librerie prenotano poche copie e quindi non si espongono e pertanto gli editori non sono incentivati alle grosse tirature, ciò significa una cosa molto semplice, crisi o non crisi che ci sia: le librerie hanno definitivamente cessato il loro ruolo di promotrici della cultura.


Vero, la libreria per poter continuare a funzionare non si occupa di promuovere la cultura ma di vendere. Un libro bende? Bene, lo si tiene anche in centinaia di copie, anche se si tratta di un'opera che non vale la carta su cui è stampata come Cinquanta sfumature di grigio e i suoi seguiti. Provate a leggere "Vendere l'anima" di Romano Montroni per chiarimenti. Il libro mi ha abbastanza annoiata, ma fa un discorso molto interessante sulla rotazione dei libri, cioè su quanto spesso vendono e vengono riforniti. Detta in modo semplice, se un libro vende quattro copie l'anno, con pagamento all'editore a tre mesi dall'acquisto, commercialmente ha senso tenere una sola copia e rifornirla quando si vende. Se vende meno il libro non si tiene, indipendentemente dal libro, e al limite si ordina dietro specifica richiesta del cliente.
Poi bisogna vedere come ciascuno applica la teoria, quanto è rigoroso. Io tengo i libri che vendono tre copie e, nel caso di classici, anche quelli che di copie ne vendono due, ma se un libro vende una copia l'anno o meno non lo tengo in negozio, neppure che chi l'ha scritto si chiama Alessandro Manzoni. Fare diversamente significherebbe danneggiare il negozio, che in fondo è quello che mi passa lo stipendio e che quindi ha diritto al mio impegno perché le cose vadano bene.
La cultura purtroppo è affidata alle sole biblioteche, che essendo finanziate da Stato o Comune devono pensare a prendere i libri di qualità (oltre all'intrattenimento) e hanno il solo limite di dover restare nel budget che hanno, non devono far quadrare il bilancio con la rotazione dei libri come facciamo noi.

Citazione:
è davvero un'operazione di "maturità" prenotare copie dei libri in anticipo?


Secondo me è impensabile che i lettori si informino in anticipo e facciano gli ordini di conseguenza, e quella di Accolti Gil è una pia illusione. A informarsi sono solo una minoranza di lettori e molti negozi, come quello in cui lavoro io, non accettano prenotazioni di libri non ancora pubblicati. Su alcune cose i computer hanno un'impostazione rigida, e per i nostri programmi fare un ordine per cliente di un libro non ancora uscito è un problema. Io ho linkato l'articolo semplicemente per mostrare come a volte le tirature siano basse perché le librerie ordinano poco, e se arrivano pochi libri vengono esposti in modo visibile quindi vendono poco e le rese sono alte rispetto all'ordinato. Di conseguenza il libro successivo viene ordinato in quantità inferiori, le cifre si abbassano sempre più e i piccoli editori faticano a stare in piedi.

Citazione:
Ma qualche copia se la terranno pur sempre in avanzo, se no non si spiega la quantità di libri che puntalmente finisce al macero...


No. Al macero finiscono libri che non vendono, e magari se un libro è un vero disastro l'editore le elimina tutte perché anche tenere un magazzino grande è un costo. Però se di un libro l'editore vende tutte le copie che ha stampato e le richieste che arrivano dalle varie librerie sono troppo basse, solo una manciata di copie, non si sogna minimamente di fare una ristampa. Quindi i libri possono davvero essere esauriti, anzi, la cosa capita abbastanza spesso, ed è il discorso che faceva Accolti Gil. Se lui avesse immaginato, al momento dell'unica tiratura, che avrebbe venduto più copie rispetto al quantitativo ordinato all'inizio, ne avrebbe stampato più copie, ma visto che temeva di non venderle ha stampato il minimo indispensabile per ridurre al minimo i costi e i rischi e si ritrova con un mancato guadagno.

Citazione:
Cosa SCANDALOSA è che spesso in molte librerie si RIFIUTINO perfino di ordinare libri su esplicita richiesta dell'acquirente. Pensiamoci un po': restringendo il campo al solo panorama fantasy, per semplicità, cosa troviamo in una libreria normalmente? Titoli di Mondadori e Salani e un paio della Nord, poi una decina di altri titoli - forse meno - divisi tra altri editori quali Armenia, Asengard, Fanucci, Giunti, Fazi, Gargoyle Books e pochi altri. La maggior parte di case editrici non la vedete mai. Avete mai visto CIESSE Edizioni, Leone Editore, Galaad...difficilmente, a meno che non abitiate vicino alla sede di queste case editrici. Eppure hanno abbondanza di catalogo e anche di buona qualità.
Ho fatto una prova, circa un mese fa: sono andato alla Feltrinelli e ho chiesto un titolo della CIESSE Edizioni. Neanche di una casa editrice proprio di scarsa qualità. L'addetta, sdegnata, mi dice: "Impossibile, non so nemmeno che casa editrice sia! noi non la teniamo." Allora le ho chiesto se comunque potevo ordinare il titolo, visto che avevo tutti gli estremi. Risposta: "No. Non possiamo farlo." Balle! E' che non c'è voglia di farlo ed evidentemente le stesse librerie devono sottostare a delle regole non scritte ma tacitamente riconosciute che facciano proseguire questo trend editoriale.


Io lavoro in una libreria Mondadori. Ho la fortuna di lavorare in una libreria grossa, circa 800 metri quadri, quindi il reparto fantasy è grande. Vediamo un po' quali editori ho.

Mondadori (serie complete di Brooks, Martin, Troisi, Lewis, Nicholls, Cornwell, Howard quando era in commercio e qualcos'altro), Salani (in realtà Salani da noi è quasi tutta nel reparto ragazzi, da Harry Potter a Jonathan Stroud), Nord (più che un paio visto che ho tutta le serie compete di Canavan, Carey, Heitz, Sapkowski e qualche altro titolo), Armenia (serie completa di Erikson e la Deutsch fantasy visto che Salvatore e Weis & Hickman non sono più disponibili dopo la rottura dei rapporti fra Armenia e Wizard of the coast. In passato ho avuto anche altre cose, ma quello che non vendeva l'ho reso), Asengard (ne avrò solo una decina di titoli, ma quella decina ci sono), Fanucci (serie complete di Jordan, Hobb, Sanderson, Rothfuss e varie cose sparse, Kay, De Mari, Pechov, Jingming e troppi altri autori per citarli tutti), Giunti (in realtà io questi li tengo nell'urban fantasy, sezione staccata anche se lì accanto perché spesso chi legge un genere non legge l'altro e voglio semplificare il lavoro ai potenziali lettori. Ovvio che chi legge entrambi i generi guarda entrambe le zone), Fazi (presente, anche se quasi tutto nell'uban fantasy), Gargoyle (ovviamente più presente nell'horror, anche se ora ci sono un titolo di Scalzi e uno di Martin in fantascienza e uno di Morgan in fantasy). Pochi altri? Newton Compton, Tea, Kappa (Castello errante di Howl, almeno quando è disponibile), Multiplayer.it, Curcio, Flaccovio, Longanesi, Rizzoli (non Christopher Paolini, che teniamo nel reparto ragazzi), Bompiani, Adelphi, Delos Books e se ci penso me ne vengono sicuramente in mente altri, giusto per dire che chi ha spazio i libri li tiene, chi non ha spazio deve fare scelte più rigide delle mie e tiene meno libri.

Nemmeno io conosco Ciesse, Leone e Galaad, ma la cosa non è sconvolgente. In Italia esistono circa 8.000 editori, nessuno può conoscerli tutti. Ed escono 60.000 nuovi libri l'anno, nessuna libreria può riuscire a tenerli tutti perciò si fanno le scelte. Ti assicuro che una buona parte del mio lavoro è lottare con lo spazio per esporre tutti i singoli libri che arrivano, lotta che a volte si gioca sui centimetri e a volte anche sui millimetri. Sai che a me, per esempio, ha dato molto fastidio che per I fuochi di Valyria Mondadori abbia scelto una carta più spessa rispetto a quella dei Guerrieri del ghiaccio? I Guerrieri è lungo una quindicina di pagine in più dei Fuochi, ma se metto i libri di faccia sullo scaffale dei Guerrieri mi stanno 4 copie, dei Fuochi solo 3. Anche questi sono problemi di spazio con cui dobbiamo lottare.
Comunque io non DEVO ordinare nessun libro su richiesta del cliente, semplicemente MI CONVIENE farlo perché la libreria guadagna di più e se io sono gentile con il cliente questo è più contento e tornerà ancora invece di andare in un altro negozio.
Però, pur volendolo, magari il libro non lo posso ordinare. Se non c'è alcun tipo di rapporto commerciale fra il mio negozio e quell'editore non posso ordinare il libro. Ci sono fatture, percentuali di sconto, spedizioni, una serie di cose burocratiche gestite dagli uffici e non da me. Sono anni che noi, i miei colleghi e io, chiediamo agli uffici di allacciare un rapporto commerciale con Corraini, casa editrice di libri per bambini che ha un catalogo meraviglioso (fra l'altro Bruno Munari). Evidentemente i nostri uffici e i loro non hanno mai raggiunto un accordo, così quando io voglio comprare un libro edito da Corraini vado in Feltrinelli o in Fnac o alla Libreria dei ragazzi. Stesso discorso per Elara: non ci sono rapporti commerciali. L'unico libro loro che ho l'ho comprato ai DelosDays.
E anche se ci sono rapporti commerciali possono esserci problemi di genere diverso. Una volta ho deciso di acquistare The Last Light of the Sun di Kay, libro di cui non c'era una scheda nel nostro gestionale. Così ho fatto una ricerca su internet per vedere quale fosse l'editore inglese o americano. Poi ho dovuto chiedere al rappresentante se trattava l'editore. Lui ha fatto una ricerca e mi ha dato i dati del libro che volevo ordinare. Io li ho passati all'ufficio che ha realizzato la scheda. Poi ho inserito l'ordine a computer per ben cinque volte, ma il libro continuava a non arrivare. Allora ho parlato di nuovo con il rappresentante, il quale ha telefonati alla sua direzione per avere chiarimenti. Risultato? Ho avuto il libro 9 mesi dopo che ho deciso di comprarlo. Ora io vado direttamente all'American Bookstore, ma come posso dire a un cliente che se tutto va bene glie lo posso procurare dopo qualche mese? Perciò se non ho la scheda non ordino più nulla.
Però c'è atteggiamento e atteggiamento. Se un cliente mi chiede un libro io faccio una ricerca. Quando trovo la scheda, anche se non conosco l'editore, posso provare a inserire ugualmente l'ordine. Se sospetto che possano esserci problemi lo dico, avviso quando i tempi di attesa potrebbero superare le due settimane (in alcuni casi abbiamo tetti di spesa, se facciamo ordini troppo bassi non ci viene inviato nulla, quindi bisogna aspettare che qualcun altro voglia acquistare qualcosa per poter emettere l'ordine), e avviso se non sono sicura che l'editore sia fra quelli da noi trattati. Il computer in genere fornisce in automatico un distributore, se non lo fa prendo il catalogo degli editori, lo cerco e lo inserisco a mano.
Un semplice "Non possiamo" quando l'editore è ignoto non è una risposta corretta, a meno che in quel periodo il negozio non abbia bloccato gli ordini. A noi è capitato di dover ristrutturare il negozio cambiando anche il pavimento. Ovvio che in quel periodo abbiamo sospeso gli ordini, compresi i normali rifornimenti. Non avremmo saputo dove metterli.

Citazione:
evidentemente le stesse librerie devono sottostare a delle regole non scritte ma tacitamente riconosciute che facciano proseguire questo trend editoriale


Siamo una libreria Mondadori, è ovvio che mettiamo più in vista i libri di Mondadori, come le Feltrinelli mettono più in vista i libri Feltrinelli. Ma con gli altri editori ci basiamo su titolo e quantità. Fra Fanucci e Nord faccio quel che mi pare, basandomi su quanto mi aspetto di vendere i vari libri e sulle quantità ordinate. Se Fanucci pubblica un romanzo di Robert Jordan nello stesso momento in cui Nord pubblica, tanto per citare un titolo poco importante, La viaggiatrice di O di Elena Cabiati, io metto più in evidenza il Fanucci. Se però Fanucci pubblica La rinascita di Shen Tay, romanzo che comunque io adoro, e Nord pubblica un nuovo romanzo di Trudi Canavan, io metto più in evidenza il romanzo della Canavan. Nulla di sotterraneo o losco, metto solo più in vista il libro di cui ho più copie e che più probabilmente sarà cercato dai lettori. Poi se il potenziale lettore mi chiede un consiglio io cerco di capire i suoi gusti, e se sono simili ai miei lo indirizzo senza esitare su Kay.
L'esposizione e la vendita sono basati su una quantità altissima di fattori, già così ho scritto una risposta lunghissima, ed è impossibile spiegare tutto. Ci si deve adattare di volta in volta alle circostanze.

Citazione:
c'è stato un periodo che nel fantasy era solamente Troisi e Strazzulla, con Brooks e Martin in un angolino e Jordan uno sconosiuto. Della Asengard neppure l'ombra: se si vuole un suo libro occorre l'ordinazione.
Ed è un peccato perché aggirandosi tra gli scaffali, andando in cerca di qualche sorpresa, si possono trovare delle piccole perle: a me è capitato con La Collina dei Conigli di Richard Adams e Il Castello Errante di Howl di Diana Wynne Jones


La Strazzulla è stata bene in vista solo per un breve periodo perché Einaudi ci puntava e quindi gli ordini erano alti. Dovete tenere presente che se un editore dice che punta molto su un autore anche investendo in pubblicità le librerie fanno ordini più alti perché sanno che aumentano le probabilità di vendita. Però già dopo poche settimane (e a volte dopo pochi giorni) si fanno correttivi aumentando o diminuendo le quantità a seconda di come vanno le vendite.
Jordan è Fanucci, più las libreria è piccola più si trovano solo i grossi editori. Asengard la trovi solo nei negozi più grandi, La collina dei conigli invece è Rizzoli, la trovi dappertutto. A meno che non c'è una persona che ama un particolare libro e lo propone più di quanto le vendite non giustificherebbero.
Ricordatevi solo una cosa: non ci sono complotti, ma le decisioni sono prese quasi esclusivamente sulla base di ragionamenti economici. Qulacuno per pigrizia può fare la scelta più semplice, ma quello che fa la differenza è il guadagno. E la censura da noi non c'è mai stata, tanto è vero che abbiamo avuto esposto in modo molto visibile anche Maro Travaglio senza che nessuno ci dicesse nulla.
M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Ven 14 Set 2012 12:57 pm    Oggetto:   

800 mq è un bello spazio Smile certo questo aiuta ad avere più titoli. Le librerie che frequento non hanno una simile grandezza e questo giustifica la presenza o no di certi libri, dando spazio a quelli che hanno un volume di vendita maggiore.

L'essere gentili e disponibili verso il cliente, oltre che una questione di professionalità, è un valore che porta guadagno perché se il cliente è soddisfatto ritorna e farà altri acquisti invece di andarli a fare da un'altra parte.
Thal
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MessaggioInviato: Ven 14 Set 2012 13:50 pm    Oggetto: Poi...   

Poi un giorno vinci le tue naturali resistenze, provi un e-reader e quasi sgomento ti accorgi che la qualità di lettura è davvero eccellente. Rammenti di schianto tutte le beffe, le prese per i fondelli, i trattamenti degni d'un decerebrato cui per anni lorsignori, tuo malgrado, ti hanno sottoposto. Sorridi. E' giunta l'ora di saldare il conto..... Laughing
Jirel
«Haut-lady» Haut-lady
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MessaggioInviato: Ven 14 Set 2012 16:15 pm    Oggetto:   

Martina ha scritto:

e in quale Mondadori lavori? (se mi rispondi in privato...)
Wink
giusto per capire dove sono tutti questi bei libroni
La paura uccide la mente
Dendarii forever!!!!!
Socio Fondatore Zzott Fun Club

BI forever
Martina
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Ven 14 Set 2012 22:51 pm    Oggetto:   

Citazione:
e in quale Mondadori lavori? (se mi rispondi in privato...)

giusto per capire dove sono tutti questi bei libroni


Nessun problema anche a rispondere in pubblico. Mondadori Multicenter via Marghera 28 Milano. Però dopo la seconda figlia è difficile trovarmi visto che ho chiesto il part time e per fortuna me lo hanno concesso.
Jirel
«Haut-lady» Haut-lady
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Località: milano
MessaggioInviato: Ven 14 Set 2012 23:30 pm    Oggetto:   

Martina ha scritto:
Citazione:
e in quale Mondadori lavori? (se mi rispondi in privato...)

giusto per capire dove sono tutti questi bei libroni


Nessun problema anche a rispondere in pubblico. Mondadori Multicenter via Marghera 28 Milano. Però dopo la seconda figlia è difficile trovarmi visto che ho chiesto il part time e per fortuna me lo hanno concesso.

il part time, questo sconosciuto
io ho accennato al mio capo, che ha iniziato a ridere alla parola "part"...
La paura uccide la mente
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Elyria
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MessaggioInviato: Sab 15 Set 2012 20:51 pm    Oggetto:   

Interessanti questi articoli, ancora non ho avuto la possibilità di leggere tutti i post ma posso dire che:
1) abito in provincia ma se voglio un libro lo trovo, ordinandolo in libreria oppure on line.
2) Erikson mi ha detto che in Germania le sue opere sono state spezzate anche in quattro parti, per motivi editoriali (la traduzione "lievitava")
3) sono curiosa di leggere l'articolo che parlerà delle traduzioni: su queste ho il dente non avvelenato, di più.
http://novatlantide.wordpress.com/

Caoticista nell'animo.
thyangel83
«Gollum»
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MessaggioInviato: Sab 15 Set 2012 21:36 pm    Oggetto:   

Citazione:
sono curiosa di leggere l'articolo che parlerà delle traduzioni: su queste ho il dente non avvelenato, di più.


Condivido la tua curiosità, Cristina.

@ Martina

Ti ringrazio perché la tua risposta è stata puntuale, precisa e competente. Io non faccio come (primo) lavoro un'attività legata al mondo dei libri, perciò non conosco tante dinamiche, ma alcune sì.
Ero stato impreciso nel mio intervento precedente e in effetti mi sarei comunque corretto, ma mi hai preceduto: nessuna libreria mi ha impedito di ordinare un libro presente nel suo catalogo, bensì mi ha assolutamente negato il piacere di poter ordinare un libro fuori catalogo, di editori che non erano conosciuti (dalla libreria in questione, perché altrimenti abbastanza noti...). E devo sottolineare come ci siano grossi problemi talvolta con la distribuzione, che spesso con gli editori ha ben poco a che fare... Però non è corretto - secondo me - lasciare un cliente senza informazioni adeguate; e comunque senza un adeguato "ricambio" editoriale resta il fatto che ci troveremo sempre a leggere la stessa roba, in una salsa o in un'altra.
Non sono completamente d'accordo con le politiche di vendita delle librerie perché secondo me peccano di lungimiranza. Il discorso: un libro è di una grande casa editrice, oppure è di Paolini, oppure è pubblicizzato con cartelloni megagalattici perché parla di una ragazza drago e si inscrive nella scia tracciata dalla Troisi, e allora vende, beh...è vero, ma un po' miope: pretende che gli utenti siano ignoranti e tali restino per sempre. E invece, se non erro, le vendite calano. E non penso sia solo dovuto alla crisi. Molta gente è stufa. Non è stimolata a cercare qualcosa di nuovo, perché nemmeno sa che esiste. Allora si rifugia negli Harmony e buona notte a tutti.
Comunque non è certo colpa degli addetti alla vendita, ma delle politiche di gestione adottate a livello più alto. Politiche che spesso sono demoralizzanti per chi comunque con l'editoria deve in qualche modo interfacciarsi, senza capirne per nulla i meccanismi e le regole, spesso assai criptiche...
Un'ultima cosa, su quanto hai detto:
Citazione:
Io lavoro in una libreria Mondadori. Ho la fortuna di lavorare in una libreria grossa, circa 800 metri quadri, quindi il reparto fantasy è grande. Vediamo un po' quali editori ho.

E poi hai detto che è a Milano...
Beh, io sono abbastanza fortunato perché di solito vado in libreria a Bologna, ma pensa a chi vive in un posto piccolo. Scelta pari a zero. E via, tutti a leggere libri con "cinquanta sfumature" diverse e che tuttavia si assomigliano tutti quanti...
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Martina
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MessaggioInviato: Lun 17 Set 2012 15:29 pm    Oggetto:   

Citazione:
mi ha assolutamente negato il piacere di poter ordinare un libro fuori catalogo, di editori che non erano conosciuti (dalla libreria in questione, perché altrimenti abbastanza noti...)


A livello editoriale si definisce fuori catalogo un libro per il quale l'editore non detiene più i diritti. Magari lo sapevi, magari no. A volte tendiamo a dare per scontati termini tecnici che noi usiamo quotidianamente, senza renderci conto che per chi si occupa di altro possono essere termini un po' oscuri.
Il libro fuori catalogo non è ordinabile o, se la libreria ne ha ancora qualche copia, non lo può rendere, perché legalmente l'editore non ne è più proprietario, in un senso come nell'altro.
Se invece è semplicemente un editore sconosciuto dalla libreria ci possono essere due casi. Può essere un libro che il libraio non sa di poter ordinare, specie se la libreria è grande. Io non ricordo tutti gli editori che trattiamo.
Qualche mese fa ho scritto un articolo relativo all'assegnazione del World Fantasy Award for Lifetime Achievement a George R.R. Martin e Alan Garner. Credo che nessuno abbia dubbi sul fatto che io conosca abbastanza bene la carriera di Martin da poterne scrivere con facilità.
Garner però mi era sconosciuto, e quindi ho dovuto fare una ricerca specifica. Ho scoperto così che i suoi libri sono pubblicati da un editore che in precedenza forse non avevo mai neppure sentito nominare, Filadelfia. Però, siccome quello che ho letto su Garner mi ha incuriosita molto, appena arrivata al lavoro ho fatto un controllo e ho scoperto che avevamo la scheda dei tre libri, anche se il computer non indicava il fornitore. Così ho preso il catalogo degli editori, ho visto chi era il distributore e ho inserito l'ordine a computer chiedendomi se il libro sarebbe arrivato o no. Visto che è arrivato l'ho acquistato e letto.
Questo tipo di procedura, verifica del'esistenza della scheda ed eventuale controllo del distributore, per me e i miei colleghi è prassi normale, anche se non sempre possiamo ordinare il libro.
Se il libro non ha la scheda non lo ordiniamo. Se il distributore non è uno di quelli con cui siamo in contatto idem. Io non ricordo tutte le parecchie centinaia di editori che teniamo in negozio, però ricordo quei nemmeno 30 fornitori con cui siamo in contatto, e se quel libro non è distribuito da nessuno di loro non lo posso ordinare.
Ecco, fa una grossa differenza il fatto che io non ricordi il nome dell'editore (dettaglio marginale a cui si rimedia facilmente) o che non ci siano rapporti commerciali fra di noi, perché in quel caso per me è come se quel libro non esistesse. Ripeto, io so benissimo che Elara esiste, terrei molto volentieri i loro libri però non posso. Non conosco Ciesse, se qualcuno dovesse chiedermi un loro libro farei uno specifico controllo.

Citazione:
ci siano grossi problemi talvolta con la distribuzione, che spesso con gli editori ha ben poco a che fare... Però non è corretto - secondo me - lasciare un cliente senza informazioni adeguate


Vero, li abbiamo avuti anche noi, ed è un peccato sia per noi che perdiamo i clienti che per gli editori che perdono vendite. Però se la nostra amministrazione e quella del distributore devono risolvere questioni burocratiche non c'è nulla che possa farci. Posso solo essere onesta con in cliente e dire che il servizio ordini è temporaneamente sospeso.
Se un libraio non spiega le cose chiaramente è un suo errore, anche se (e non mi sto riferendo a te, sia perché non ci siamo mai incontrati sia perché dal tono delle tue risposte direi che tu sei tutto meno che maleducato) se il cliente è maleducato ti assicuro che passa la voglia di dare qualsiasi informazione e ci si limita al minimo indispensabile.

Citazione:
senza un adeguato "ricambio" editoriale resta il fatto che ci troveremo sempre a leggere la stessa roba, in una salsa o in un'altra


Purtroppo questo aspetto è legato alle vendite: se un libro vende si tiene in negozio, se non vende no, indipendentemente da ogni altra considerazione. In passato io ho reso Le torri di cenere e I re di sabbia di Martin perché non vendevano. Il fatto che a me quei libri siano piaciuti molto non aveva nessuna rilevanza. Posso forse fare un'eccezione, perché penso di poter consigliare io un determinato libro al cliente giusto, ma non posso farne in continuazione altrimenti il negozio chiude.
thyangel83
«Gollum»
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MessaggioInviato: Lun 17 Set 2012 22:55 pm    Oggetto:   

@ Martina
Ti ringrazio per le ulteriori precisazioni.
Solo per definire più precisametne il contesto in cui mi stavo muovendo:
Citazione:
Il libro fuori catalogo non è ordinabile o, se la libreria ne ha ancora qualche copia, non lo può rendere, perché legalmente l'editore non ne è più proprietario, in un senso come nell'altro.

No: intendevo solo dire che la libreria non conosceva l'editore nello specifico.
Citazione:
Ecco, fa una grossa differenza il fatto che io non ricordi il nome dell'editore (dettaglio marginale a cui si rimedia facilmente) o che non ci siano rapporti commerciali fra di noi, perché in quel caso per me è come se quel libro non esistesse.

Ecco, dunque: era proprio questo il punto della mia riflessione. Siccome NON sussistevano rapporti commerciali tra la libreria e l'editore (o meglio, in quel caso mi è stato detto che non esistevano rapporti tra la libreria e il distributore dell'editore) mi è stato detto che il libro non era ordinabile. Ora grazie alla tua spiegazione la dinamica mi è più chiara.
Resta il fatto che nella fattispecie (o meglio: nelle fattispecie, perché in realtà l'esperimento l'ho tentato più volte), non sempre mi sono trovato davanti persone "godevoli". Non posso dire che siano state irrispettose, anche perché avendole io trattate con rispetto non mi hanno potuto ripagare con moneta troppo diversa, però certo non proprio affabili. Questo è un problema della singola persona, anche se ho notato che nella mia città alcune specifiche librerie sembrano essere fatte apposta per contenere strani personaggi altezzosi e poco disponibili.
Peccato, però. A me andare in libreria piace sempre molto.
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M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Mar 26 Nov 2013 19:34 pm    Oggetto:   

Certe situazioni sono così grottesche, che si potrebbe ridere, se il quadro non fosse così fosco. Poi non ci si deve meravigliare se certe case editrici vengono disprezzate e prese a male parole. Ma si sa, la vita rende quello che si dà e si merita. Vedere le reazioni dei lettori in risposta a questo post di Fanucci:

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