Nunzio Donato


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Ipanema
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Lun 28 Apr 2008 17:40 pm    Oggetto:   

Negróre ha scritto:
Ipanema ha scritto:
Ora, nello specifico caso del tuo libro (che ovviamente riprenderò a leggere più avanti) ho trovato l'inizio estremamente violento e cupo, e tutto il preambolo lascia presagire (il titolo poi, parrebbe confermarlo) un argomento di fondo angoscioso e ovviamente doloroso. Ora, sinceramente, il fantasy di questi argomenti è pieno, il gotico poi è un po' su tutti i blog di ragazzini dai 13 ai 17 anni e io sinceramente non lo approvo.

Questa parte del tuo intervento, Ipanema, ha suscitato in me una domanda: com'è possibile che "La Rocca dei Silenzi" non ricada nella tua avversione per le cose cupe e angosciose? Non lo è, forse?
Per me è stato un romanzo duro da scrivere (cupo e angoscioso, direi, e penso d'averlo già detto - come, certo, ho anche detto che è un romanzo che si basa sulla "speranza", per quanto possa apparire assurdo... devo ritrovare quell'intervento...). In tutta sincerità ora ho la curiosità di leggere quello di Nunzio, per capire in cosa si differenzi (parlando d'atmosfera) rispetto al mio.
In sintesi, com'è possibile che con questa premessa ti sia piaciuto il mio romanzo? Rolling Eyes


Sì, è cupo La Rocca. Ma come hai detto tu, c'è speranza. Anche nei passaggi iniziali, dove avevo avuto modo di notare come la tua scrittura fosse densa, addirittura alle volte impenetrabile, c'è voglia di fare, di combattere, di avversare il negativo, il doloroso, l'angoscioso. Volontà di sconfiggere il mistero, addirittura a costo di un sacrificio personale.

Nelle cinque prime pagine di Nunzio Donato (ripeto, ho letto, con fatica e dolore, solo cinque pagine) ho letto di tortura (a un ragazzino), continua, compiaciuta e fine a se stessa. Sarà ovviamente necessaria al prosieguo della trama, ma mi ha subito allontanata.
Può anche essere che proprio per la reazione così spropositata mia, abbia raggiunto il suo scopo. Ma la mia perplessità, trattandosi di collana per ragazzini dagli 11 ai 16 anni, resta.

La copertina, certo. Non è propriamente Mary Poppins la signora raffigurata. Sinceramente se dovessi regalare un libro così a un compleanno, mi sentirei un pochino in imbarazzo. Vero è che i manga raffigurano di peggio alle volte, ma loro hanno la "scusa" di essere giap. Comunque non è per questo pregiudizio che ho avuto difficoltà a proseguire, sia chiaro.

In ogni caso, nulla in contrario al fantasy cupo, sarebbe incongruente da parte mia, che amo le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, notoriamente piene di carneficine dettagliatamente descritte. Però non credo che permetterei a mio figlio di leggerle. Per ora.

La Rocca, invece, forse sì, ma solo dopo avergli fatto leggere la postfazione, anche a costo di rovinargli gran parte della suspence nella lettura.

Comunque, do sempre una seconda chance a qualunque libro. Leggerò e dirò di più.
Wink
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Elyria
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MessaggioInviato: Ven 02 Mag 2008 22:01 pm    Oggetto:   

Ciao Nunzio,

Ho letto i due kay pendragon ^__________^

E sto ponderando un giudizio, per niente facile, che darò a breve sul tuo.
Dimmi un po'... non è che in realtà avevi voglia di scrivere qualcosa non precisamente per bambini?
http://novatlantide.wordpress.com/

Caoticista nell'animo.
Ipanema
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Sab 03 Mag 2008 10:29 am    Oggetto:   

Anche io ho finito di leggere La Gemma del Dolore, e sto meditando una opinione di lettura.

Il progetto comunque NON era rivolto a "bambini" ma a "ragazzini" presumibilmente in un'età compresa tra gli 11 e i 16 anni, dunque non era richiesta una scrittura "per l'infanzia".

Tra le altre cose, mi sono andata a guardare alcuni "progetti di lettura" da parte di alcuni "enti/biblioteche" abbastanza impegnate in questo senso, nella mia città, e ho riscontrato che i libri in catalogo ritenuti adatti a ragazzini dalla seconda media alla terza liceo sono forse molto più "pesanti" di questo libro.

Come esempio indico il progetto Xanadu, della Biblioteca Sala Borsa di Bologna, che è un progetto seguitissimo da molte scuole medie e superiori per offrire spunti di lettura delle vacanze estive:
http://www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/xanadu2008/biblio.php

(C'è King in catalogo, Lansdale, addirittura "Amabili resti" di Alice Sebold, che non è propriamente un libro leggero, ma c'è sempre Ursula Leguin, per esempio)

dunque, la critica che questo non sia propriamente un libro per ragazzini, viene a decadere, e io per prima ritiro - se l'ho fatto - questo appunto.

Il libro non mi è piaciuto. Anche dopo averlo letto fino alla fine. Ora devo capire il perché. Ma a questo punto è una mia opinione personale che nulla ha a che vedere con la scrittura (buona) dell'autore e con la pesantezza dell'argomento trattato.

Sento molto il problema "lettura" perché ritengo che se i bambini non vengono instradati all'abitudine di leggere fin da piccoli, non leggeranno neppure da grandi. Il problema serio, è però COSA far leggere loro.
Perché se la televisione può rovinarli, così come molti videogames possono dare loro una visione errata della realtà delle cose, internet e tutto il resto a cui hanno accesso, anche i libri, possono fuorviarli, ed è bene vigilare sulle loro letture. Non censurare, ovviamente, ma leggere insieme a loro, per poi discutere eventualmente i passaggi più critici e conflittuali.

Questo è quello che faccio io. Da mamma attenta. Ed è la ragione per cui comprando Kay Pendragon, credevo di aver trovato un buon indotto di lettura per loro. Mi spiace dover dire che ahimè, i primi due libri , per una ragione o per l'altra, non mi hanno fatto una buona impressione.
il mondo ha bisogno di fantasia

F.I.A.E. forum
Nunzio Donato
«Hobbit»
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MessaggioInviato: Sab 03 Mag 2008 12:36 pm    Oggetto:   

Kinzica ha scritto:
Ciao Nunzio,

Ho letto i due kay pendragon ^__________^

E sto ponderando un giudizio, per niente facile, che darò a breve sul tuo.
Dimmi un po'... non è che in realtà avevi voglia di scrivere qualcosa non precisamente per bambini?

Sai che la tua non è una domanda facile? Twisted Evil
In ogni caso, a molti (e io in primis Rolling Eyes ) non è chiara la collocazione esatta della collana. Tu parli di bambini. Il target dovrebbe essere ragazzi. Ipanema usa il termine ragazzini... probabilmente intendiamo tutti la stessa cosa e, al tempo stesso, cose diverse.
Forse, il problema è che ognuno di noi estrapola dalla fascia d'età, una in particolare. Io ammetto candidamente di essermi orientato sui quindicenni. Grandi abbastanza da non "spaventarsi", ma non abbastanza maturi da pretendere un approfondimento di personaggi e situazioni.
Ammetto, però, che anche dire 15 anni, non significa inquadrare il beraglio. I miei (trascorsi) 15 anni del 1989, sono assolutamente diversi dai 15 anni del 2008. E allora mi sono guardato un po' intorno, per poi affidarmi alla mia sensibilità. E quello che è fatto è fatto...
Ipanema ha scritto:
Anche io ho finito di leggere La Gemma del Dolore, e sto meditando una opinione di lettura.

Il progetto comunque NON era rivolto a "bambini" ma a "ragazzini" presumibilmente in un'età compresa tra gli 11 e i 16 anni, dunque non era richiesta una scrittura "per l'infanzia".

Dunque, la critica che questo non sia propriamente un libro per ragazzini, viene a decadere, e io per prima ritiro - se l'ho fatto - questo appunto.

Direi che hai centrato perfettamente il punto.
Ipanema ha scritto:
Il libro non mi è piaciuto. Anche dopo averlo letto fino alla fine. Ora devo capire il perché. Ma a questo punto è una mia opinione personale che nulla ha a che vedere con la scrittura (buona) dell'autore e con la pesantezza dell'argomento trattato.

Nulla da dire, se non mi spiace.
Sul perché, mi permetto di esporre un'intuizione. Da quello che scrivi, come lo scrivi, emerge che sei una madre molto attenta e scrupolosa. Se mi consenti l'azzardo, un'ottima madre. Forse ti aspettavi qualcosa di più propositivo, come un messaggio o una morale, che invece nei libri non hai trovato, in special modo nel mio.
Ipanema ha scritto:
Sento molto il problema "lettura" perché ritengo che se i bambini non vengono instradati all'abitudine di leggere fin da piccoli, non leggeranno neppure da grandi. Il problema serio, è però COSA far leggere loro.
Perché se la televisione può rovinarli, così come molti videogames possono dare loro una visione errata della realtà delle cose, internet e tutto il resto a cui hanno accesso, anche i libri, possono fuorviarli, ed è bene vigilare sulle loro letture. Non censurare, ovviamente, ma leggere insieme a loro, per poi discutere eventualmente i passaggi più critici e conflittuali.

Questo è quello che faccio io. Da mamma attenta. Ed è la ragione per cui comprando Kay Pendragon, credevo di aver trovato un buon indotto di lettura per loro. Mi spiace dover dire che ahimè, i primi due libri , per una ragione o per l'altra, non mi hanno fatto una buona impressione.

Come è di moda scrivere nei forum di questi tempi: EPIC FAIL! Laughing
Comunque, la collana è giovane, ci sono altri quattro libri sicuri in uscita, fra cui Draghia (di Cinzia Pierangelini), che secondo me rientrerà pienamente nelle tue aspettative. Wink
Ipanema
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Sab 03 Mag 2008 21:24 pm    Oggetto:   

[quote="Nunzio Donato"]
Kinzica ha scritto:
Ipanema ha scritto:
Il libro non mi è piaciuto. Anche dopo averlo letto fino alla fine. Ora devo capire il perché. Ma a questo punto è una mia opinione personale che nulla ha a che vedere con la scrittura (buona) dell'autore e con la pesantezza dell'argomento trattato.

Nulla da dire, se non mi spiace.
Sul perché, mi permetto di esporre un'intuizione. Da quello che scrivi, come lo scrivi, emerge che sei una madre molto attenta e scrupolosa. Se mi consenti l'azzardo, un'ottima madre. Forse ti aspettavi qualcosa di più propositivo, come un messaggio o una morale, che invece nei libri non hai trovato, in special modo nel mio.


Guarda, sicuramente questo che intuisci tu è uno dei motivi, ma ovviamente non tutti i libri per ragazzi devono avere per forza una morale, un messaggio. Ci sono libri puramente di intrattenimento che sono altrettanto belli e simpatici. E in una così esigua lunghezza, era davvero molto difficile metterci dentro bei personaggi, bella storia, belle descrizioni, e addirittura un messaggio, una tematica. Possibile, certo, ma comunque difficile.

Credo che principalmente il problema sia stato, fondamentalmente, e questo è il difetto di entrambi i primi due libri, la brevità dei due romanzi. Non c'è il tempo per descrivere antefatti, per introdurre nel clima narrativo, per descrivere e caratterizzare i personaggi, se non appunto "solleticare" l'immaginazione con la descrizione della protagonista (ritratta abbastanza fedelmente, a parte i capelli biondi, sulla copertina).
Wink

Ma se nel primo libro, a disturbarmi oltre la brevità è stato proprio l'editing scarso, nel tuo sono altre le cose.

In un commento che poi non avevo postato, dicevo che avevo avuto una reazione immediata di abbandono del tuo romanzo; la stessa reazione mi è capitata solo con il primo libro della seconda trilogia La Setta degli Assassini di Licia Troisi. Il clima funereo, mortifero che si respira in quel libro, a un certo punto mi ha portato a lasciar perdere. Ho successivamente letto sia il primo che il secondo libro, convinta da un appassionato di Licia, perché, mi diceva lui, tutto cambiava nel secondo libro. Ho letto, e ho continuato a provare disagio e turbamento, al punto che non leggerò mai - non ne provo desiderio alcuno - il terzo e ultimo libro. Eppure, la seconda trilogia è considerata molto migliore rispetto alla prima, che io apprezzo e consiglio moltissimo in giro, alle mamme che mi chiedono libri da leggere per i loro figli.

Il tuo libro presenta molte analogie con il libro di Licia. Vuoi per una sorta di trama che ha parecchi parallelismi (eroina femminile con una "cosa" all'interno che cresce e la spinge a muoversi e ad agire, le varie Gilda nelle quali si rifugia per mitigare questa sua pulsione interiore, il persecutore che la insegue fino alla soluzione finale) e il clima è esattamente lo stesso: funereo e doloroso.

Ma c'è dell'altro: in alcuni passaggi il tuo libro è come di corsa. Quasi avessi fretta di arrivare a un certo punto o di superare un certo passaggio. Lo stesso difetto l'ho riscontrato anche nell'altro libro, ma in questo tuo, dove per la "dolorosità" di certi accadimenti, ci sarebbe stato bisogno di maggiore pathos in certe situazioni, e di un'attenta caratterizzazione introspettiva dei personaggi, ebbene, il problema l'ho avvertito di più.

Diciamo che sarebbe stato un buon romanzo, se avesse avuto 100/120.000 battute di respiro in più. Ecco. E avrebbe avuto anche lo spazio necessario per configurare un messaggio, una tematica, per lo meno, uno scopo per tanta violenza e tanto dolore.

Qui questo manca. E io l'ho avvertito.
il mondo ha bisogno di fantasia

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Nunzio Donato
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MessaggioInviato: Dom 04 Mag 2008 12:32 pm    Oggetto:   

Ipanema ha scritto:
Ma c'è dell'altro: in alcuni passaggi il tuo libro è come di corsa. Quasi avessi fretta di arrivare a un certo punto o di superare un certo passaggio. Lo stesso difetto l'ho riscontrato anche nell'altro libro, ma in questo tuo, dove per la "dolorosità" di certi accadimenti, ci sarebbe stato bisogno di maggiore pathos in certe situazioni, e di un'attenta caratterizzazione introspettiva dei personaggi, ebbene, il problema l'ho avvertito di più.

Diciamo che sarebbe stato un buon romanzo, se avesse avuto 100/120.000 battute di respiro in più. Ecco. E avrebbe avuto anche lo spazio necessario per configurare un messaggio, una tematica, per lo meno, uno scopo per tanta violenza e tanto dolore.

Qui questo manca. E io l'ho avvertito.

All'inizio, il progetto prevedeva 160.000 caratteri. Io avevo già completato il romanzo sforando di un due-tremila caratteri, quindi qualcosa in più c'era. Non moltissimo, tipo l'incontro fra Alilara e il Mutaforma e il loro rapporto. Oppure, quello fra Kitlan e il padre adottivo. Ripeto, niente che potesse migliorare la tua percezione verso la mia opera, ma si respirava meglio.
Poi si è scesi a 120.000. E ho dovuto tagliare e modificare alcune parti. Ma, comunque, mi ritengo piuttosto soddisfatto, come esordiente credo di essermela cavata, pur essendo costretto in una rigida gabbia.

Per quanto riguarda tematiche e massaggi, ti riporto quanto mi ha detto una mia amica. Ok, magari potrà sembrare un po' di parte ma, conoscendola, so che la sincerità è una delle sue virtù.
Tu mi dici che non hai trovato uno scopo in tanta violenza e dolore. La mia amica, invece, ci ha visto la voglia di andare avanti nonostante il destino avverso. La costanza, la cocciutaggine a non mollare, a tenere duro sempre e comunque. Prefiggersi uno scopo e raggiungerlo, lottando.
E ha visto l'amore che unisce due fratelli, la forza che si sprigiona quando si è insieme e ci si sostiene l'un l'altra.
E la speranza. Perché anche se vivi nel dolore, anche se ti macchi la coscienza, alla fine c'è la speranza di poterne uscire e ricominciare una nuova vita. Tutti, indistantamente, meritiamo una seconda possibilità.
Questo, ovviamente, è solo un parere, ma ha centrato perfettamente quanto volevo trasmettere.
(Per par condicio, riporto l'idea di una altra persona: "Il male può anche essere diretto e remunerativo, ma alla fine tutto il dolore che infliggi, ti verrà restuito centuplicato e pagherai un caro, carissimo prezzo").
Ipanema
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MessaggioInviato: Dom 04 Mag 2008 21:02 pm    Oggetto:   

Nunzio Donato ha scritto:

Per quanto riguarda tematiche e massaggi, ti riporto quanto mi ha detto una mia amica. Ok, magari potrà sembrare un po' di parte ma, conoscendola, so che la sincerità è una delle sue virtù.
Tu mi dici che non hai trovato uno scopo in tanta violenza e dolore. La mia amica, invece, ci ha visto la voglia di andare avanti nonostante il destino avverso. La costanza, la cocciutaggine a non mollare, a tenere duro sempre e comunque. Prefiggersi uno scopo e raggiungerlo, lottando.
.


forse io l'ho letto in fretta (ma nemmeno tanto) ma la cocciutaggine di andare avanti nonostante tutto io non l'ho proprio vista. Ho visto una donna violata, a cui hanno massacrato la famiglia e divisa dal fratello, che si ritrova "una cosa" al suo interno che la spinge prima a fuggire da essa, e tentare di liberarsene, poi, presa coscienza che è la vendetta la sua strada (ed è sempre la "cosa" a indicargli la strada) tutta la sua vita è a un certo punto determinata da questo desiderio. Costanza, e perseveranza, sì, ma nella ricerca del fine ultimo, sempre e soltanto spinta da ciò che cresce al suo interno.

Citazione:

E la speranza. Perché anche se vivi nel dolore, anche se ti macchi la coscienza, alla fine c'è la speranza di poterne uscire e ricominciare una nuova vita. Tutti, indistantamente, meritiamo una seconda possibilità.


ci sarebbe da opinare su questo. questa donna, pur involontariamente, pur guidata da ciò che vive dentro di lei semina dolore e morte ovunque. Anzi, frequenta le varie Gilda proprio per alimentare ancor di più la cosa che ha. Facile giustificazione dire che non è lei che muove i suoi passi, ma ciò che le cresce dentro.

Citazione:

E ha visto l'amore che unisce due fratelli, la forza che si sprigiona quando si è insieme e ci si sostiene l'un l'altra


ribadisco, sicuramente questo tuo romanzo avrebbe meritato 100.000 battute in più (e non solo 40.000) per permettere di focalizzare per lo meno questo aspetto della vita della protagonista. Ma da ciò che ho letto io, Aliara viene separata dal fratello, scappa alla sua ricerca, ma per tutto il romanzo, non lo nomina più fino alla fine. Il fratello ricompare come una sorta di deus ex machina per permettere il finale a sorpresa, e ti dirò, sono rimasta anche perplessa circa la tempistica: da quello che si evince dal racconto, Aliara vive molti anni, ma proprio tanti, nelle varie Gilda, e quando viene separata dal fratellino, questi è già grandicello, non neonato. Il fratello è descritto come un ragazzo, giovane, dunque ci sono tempistiche e date che coincidono a fatica tra di loro. Questo ho pensato, quando ho scoperto che ilragazzo torturato all'inizio era Kitlan,

Citazione:

Questo, ovviamente, è solo un parere, ma ha centrato perfettamente quanto volevo trasmettere.


infatti, questo è il mio parere, che assolutamente niente vale. Sono solo una lettrice, come tante. E sicuramente lo sbaglio è il mio.
Però, vorrei che tu sapessi che non mi sono avvicinata al tuo romanzo prevenuta, ma anzi, assolutamente ben disposta. Non è andata bene, ma ci saranno altri che lo apprezzeranno.
In ogni caso, già il solo fatto che il tuo romanzo abbia generato una discussione così, dimostra che qualcosa ha, di valido. In genere, sono propensa a ritenere che l'importante sia suscitare una reazione, positiva o negativa che sia. Il tuo romanzo, l'ha sicuramente suscitata.
Ciao,
I.
il mondo ha bisogno di fantasia

F.I.A.E. forum
Nunzio Donato
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MessaggioInviato: Lun 05 Mag 2008 11:22 am    Oggetto:   

Ipanema ha scritto:
forse io l'ho letto in fretta (ma nemmeno tanto) ma la cocciutaggine di andare avanti nonostante tutto io non l'ho proprio vista. Ho visto una donna violata, a cui hanno massacrato la famiglia e divisa dal fratello, che si ritrova "una cosa" al suo interno che la spinge prima a fuggire da essa, e tentare di liberarsene, poi, presa coscienza che è la vendetta la sua strada (ed è sempre la "cosa" a indicargli la strada) tutta la sua vita è a un certo punto determinata da questo desiderio. Costanza, e perseveranza, sì, ma nella ricerca del fine ultimo, sempre e soltanto spinta da ciò che cresce al suo interno.

Prova a vederla così. Tu vuoi qualcosa e sai che per ottenerla devi scendere a compromessi. La parte buona di te sa che è sbagliato, ma il lato negativo (che, retoricamente parlando, è in ognuno di noi), ti suggerisce che si può fare. Lo stesso fa Alilara: sceglie la via più comoda e si aggrappa all'idea che qualcosa guidi le sue azioni. Insomma, una persona che subisce quello ha subito lei, che non ha più famiglia, né uno scopo per andare avanti, sceglie invece di vivere e si da uno scopo. Un fine ultimo, come lo chiami tu. Ma è vivendo per quello scopo, giorno dopo giorno, che la vita le si snoda davanti, offrendole delle possibilità e delle scelte. Per esigenze di trama, io l'ho sempre guidata verso la vendetta, ma il punto è che avrebbe potuto fare altro.
E, quindi, il messaggio è persevera, vai avanti, prefiggiti uno scopo, lungo la via può accadere qualunque cosa e tutto può cambiare.

Citazione:
E la speranza. Perché anche se vivi nel dolore, anche se ti macchi la coscienza, alla fine c'è la speranza di poterne uscire e ricominciare una nuova vita. Tutti, indistantamente, meritiamo una seconda possibilità.
Ipanema ha scritto:
ci sarebbe da opinare su questo. questa donna, pur involontariamente, pur guidata da ciò che vive dentro di lei semina dolore e morte ovunque. Anzi, frequenta le varie Gilda proprio per alimentare ancor di più la cosa che ha. Facile giustificazione dire che non è lei che muove i suoi passi, ma ciò che le cresce dentro.

Beh, scusa, questa non l'ho capita. Ok, vive nel dolore, è guidata dalla vendetta, ma che semini distruzione e morte ovunque vada... L'unico scompiglio lo crea nella Gilda degli Elem, quando evoca il demone. Ma è un errore motivato dalla curiosità, dalla smania di sapere... se non ci fosse di mezzo la vendetta, sarebbe da considerare come il guaio di un'adolescente troppo curiosa.
Nella versione tagliata, Alilara insieme al Mutaforma, si adopra per salvare tutte le persone vittime di ingiustizie e torture, utilizzando la divinazione e l'incantesimo della sostituzione. Nel libro è solo accennato, ma a un certo punto, questo diventa lo scopo della sua vita. Salvare gli altri da quello che ha patito lei. Con la remota speranza, ovvio, di scovare incidentalente Haeragan e vendicarsi.

Citazione:

E ha visto l'amore che unisce due fratelli, la forza che si sprigiona quando si è insieme e ci si sostiene l'un l'altra
Ipanema ha scritto:
ribadisco, sicuramente questo tuo romanzo avrebbe meritato 100.000 battute in più (e non solo 40.000) per permettere di focalizzare per lo meno questo aspetto della vita della protagonista. Ma da ciò che ho letto io, Aliara viene separata dal fratello, scappa alla sua ricerca, ma per tutto il romanzo, non lo nomina più fino alla fine. Il fratello ricompare come una sorta di deus ex machina per permettere il finale a sorpresa, e ti dirò, sono rimasta anche perplessa circa la tempistica: da quello che si evince dal racconto, Aliara vive molti anni, ma proprio tanti, nelle varie Gilda, e quando viene separata dal fratellino, questi è già grandicello, non neonato. Il fratello è descritto come un ragazzo, giovane, dunque ci sono tempistiche e date che coincidono a fatica tra di loro. Questo ho pensato, quando ho scoperto che il ragazzo torturato all'inizio era Kitlan,

Qui, in effetti, lo spazio è stato tiranno e non hai tutti i torti. Uno dei miei lettori ha carpito comunque l'arcano, pensando che Alilara avesse considerato ormai morto il fratello, o così lontano da non poter essere raggiunto mai.
Ma hai ragione, io non l'ho scritto e solo dopo ho pensato di aggiungerlo. Troppo tardi... Sad
Per le date, boh, non mi pare complicato. La tragedia ha inizio quando Alilara ha sei anni e Kitlan due di meno, quindi quattro. A cinque viene venduto (e trovato da Thelat).
Alilara scappa dalla Gilda dei Mistici a quindici anni e da quella degli Elem quando ne ha circa diciassette. Vaga per Iulabor per un altro anno, durante il quale incontra il Mutaforma e si scontra con Haeragan nella torre.
Quando si incontra con Kitaln, lei ne ha diciotto e Kitlan sedici.

Citazione:

Questo, ovviamente, è solo un parere, ma ha centrato perfettamente quanto volevo trasmettere.
Ipanema ha scritto:
infatti, questo è il mio parere, che assolutamente niente vale. Sono solo una lettrice, come tante. E sicuramente lo sbaglio è il mio.
Però, vorrei che tu sapessi che non mi sono avvicinata al tuo romanzo prevenuta, ma anzi, assolutamente ben disposta. Non è andata bene, ma ci saranno altri che lo apprezzeranno.
In ogni caso, già il solo fatto che il tuo romanzo abbia generato una discussione così, dimostra che qualcosa ha, di valido. In genere, sono propensa a ritenere che l'importante sia suscitare una reazione, positiva o negativa che sia. Il tuo romanzo, l'ha sicuramente suscitata.
Ciao,
I.

Ti ringrazio per l'incoraggiamento e per la stimolante discussione che hai voluto intavolare. Sebbene fondalmentalmente negativo, il tuo parere l'ho molto apprezzato, e mi ha permesso di capire dove migliorare e dove bilanciare i vari elementi che caratterizzano una buona storia.
Grazie ancora! Wink
Pawin
«Balrog»
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MessaggioInviato: Gio 15 Mag 2008 20:04 pm    Oggetto:   

ho un problema.
devo fare una pseudoricerca (non so nemmeno da che parte darmi) sull'eroismo ma ci sono tanti tipi diversi di eroe..
addirittura, ho pensato ai miei libri ma non sono riuscita ad inquadrare in quel modo nessun personaggio, per capire di chi devo parlare!
perciò mi chiedo Che cos'è un eroe? che caratteristiche deve avere?
anzi, lo chiedo a tutti voi perchè preferisco sentire il punto di vista di uno scrittore (per quanto certa gente continui a dirmi che la letteratura è morta da tempo.. Rolling Eyes ).
come vedete l'eroe? Medieval

grazie in anticipo! temo che passerà qualche giorno prima che possa ritornare nel forum.. Crying or Very sad

naturalmante parlo anche di eroine! mi sembra pure giusto Rispetto
Nunzio Donato
«Hobbit»
Messaggi: 24
Località: Pieve di Cento (BO)
MessaggioInviato: Sab 17 Mag 2008 14:53 pm    Oggetto:   

PAWIN ha scritto:
ho un problema.
devo fare una pseudoricerca (non so nemmeno da che parte darmi) sull'eroismo ma ci sono tanti tipi diversi di eroe..
addirittura, ho pensato ai miei libri ma non sono riuscita ad inquadrare in quel modo nessun personaggio, per capire di chi devo parlare!
perciò mi chiedo Che cos'è un eroe? che caratteristiche deve avere?
anzi, lo chiedo a tutti voi perchè preferisco sentire il punto di vista di uno scrittore (per quanto certa gente continui a dirmi che la letteratura è morta da tempo.. Rolling Eyes ).
come vedete l'eroe? Medieval

grazie in anticipo! temo che passerà qualche giorno prima che possa ritornare nel forum.. Crying or Very sad

naturalmante parlo anche di eroine! mi sembra pure giusto Rispetto

Ti dirò, anche se potrò sembrare banale e retorico, che essere eroe non vuol dire sbaragliare un'esercito con un solo colpo di spada, o salvare il mondo fra un'esplosione e l'altra.
Ancora adesso, per me, gli eroi sono persone come i miei nonni, che hanno vissuto durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, lottando per sopravvivere e proteggere la loro famiglia, fra mille sacrifici e sofferenze.
Ma, come è ovvio, è solo il mio punto di vista, perché il concetto di eroe è piuttosto vasto e complesso, per poter essere affrontato in poche righe.
Eroe è Ercole, caposaldo della mitologia greca. E Achille. Ma lo sono anche Gandhi e Madre Teresa di Calcutta.
Come vedi, dipende dal contesto e dalle convinzioni che ci portiamo dentro.
Parlando di libri e cinema, personalmente preferisco il tipo di eroe inconsapevole, quello che davanti a un sopruso o a un evento catastrofico, scegli di regire, di lottare per un ideale o quello che sia. Che contagia gli altri con la sua determinazione e sfida la sorte pur di riportare l'ordine.
Pawin
«Balrog»
Messaggi: 1023
Località: Sardegna
MessaggioInviato: Sab 17 Mag 2008 20:30 pm    Oggetto:   

Nunzio Donato ha scritto:

Parlando di libri e cinema, personalmente preferisco il tipo di eroe inconsapevole, quello che davanti a un sopruso o a un evento catastrofico, scegli di regire, di lottare per un ideale o quello che sia. Che contagia gli altri con la sua determinazione e sfida la sorte pur di riportare l'ordine.

ma con questo tipo di eroe ti riferisci solo al supereroe? mi sapresti fare qualche esempio?

condivido il fatto che le persone in carne ed ossa sono i veri eroi ma per ognuna di esse si dovrebbero analizzare le circostanze e un lavoro del genere sarebbe poco produttivo nel mio caso. perchè secondo la persona a cui stai parlando, diventano eroi i pompieri, le forze di polizia, il capo partito che guida i suoi uomini nelle difficoltà (vedi moro). per questo motivo credo che, se deciderò di parlare di un eroe così come lo vediamo nel nostro tempo (e al di fuori della letteratura), sceglierò un'unica persona. sarà una scelta difficile perchè la dovrò far rientrare in un preciso periodo storico studiato. anche se credo che, avendo portato moro come progetto di storia, mi si chiederà di lui.. E in quel caso sarà come camminare su un filo sospeso perchè una parola sbagliata significherebbe una caduta del vuoto. tanto più che non sono molto diplomatica parlando.. Rolling Eyes
grazie anche a te per l'aiuto
Tyché
«Hobbit»
Messaggi: 21
Località: Dove chi pretende di demolire le tue argomentazioni almeno si assicura di capirle, prima
MessaggioInviato: Dom 18 Mag 2008 14:34 pm    Oggetto:   

Con un po' di imbarazzo mi inserisco nella conversazione... all'inizio di questo forum Nunzio Donato suggeriva di approfittare dei concorsi come trampolino di lancio, ma mi chiedevo come trovare i bandi... Ho provato a dare un'occhiata in giro, ma mi sento un po' disorientata. C'è qualche sito/pubblicazione/ecc. che può aiutarmi ad indirizzarmi?
grazie in anticipo
Alco99
«Hobbit»
Messaggi: 20
MessaggioInviato: Lun 19 Mag 2008 10:18 am    Oggetto:   

I vari interventi sono molto stimolanti, sia per chi ha già visto pubblicato il proprio libro, sia per chi, come me, ancora deve avere questo piacere.
Ovvio che al momento mi sto chiedendo, alla luce delle obiezioni mosse a Nunzio: come ho affrontato la cosa? Ho reso al meglio quel che intendevo dire?
Ricordo su WMI tutte le discussioni e i chiarimenti chiesti per tarare al meglio la collana, comprendere il target dei lettori e via di dicendo. E soprattutto la chiacchierata fatta a Perugia con Nunzio riguardo alla lunghezza dei testi. Ora, posso dirmi fortunato di aver fatto la mia gavetta con i racconti perché mi hanno instillato una capacità di sintesi che col romanzo è molto difficile trovare; eppure la difficoltà è proprio nell'azzeccare il giusto compromesso tra i vari elementi, e penso proprio sia ovvio che qualcosa venga lasciato per strada, o curato meno di altro a dispetto di come uno vorrebbe. Però allo stesso tempo questi confronti serviranno molto perché la collana è giovane e, come tutte le cose, si farà per strada, maturando e crescendo, e con essa anche noi. Magari al prossimo tentativo riusciremo a essere più efficaci
Nunzio Donato
«Hobbit»
Messaggi: 24
Località: Pieve di Cento (BO)
MessaggioInviato: Lun 19 Mag 2008 14:23 pm    Oggetto:   

Tyché ha scritto:
Con un po' di imbarazzo mi inserisco nella conversazione... all'inizio di questo forum Nunzio Donato suggeriva di approfittare dei concorsi come trampolino di lancio, ma mi chiedevo come trovare i bandi... Ho provato a dare un'occhiata in giro, ma mi sento un po' disorientata. C'è qualche sito/pubblicazione/ecc. che può aiutarmi ad indirizzarmi?
grazie in anticipo

Guarda, senza andare troppo lontano, prova a dare un'occhiata sul sito della WMI (Writers Magazine Italia), qui: http://www.writersmagazine.it/
E, più nello specifico, qui: http://www.writersmagazine.it/forum/viewforum.php?f=14
Spero di essere stato d'aiuto. Wink
Alco99 ha scritto:
I vari interventi sono molto stimolanti, sia per chi ha già visto pubblicato il proprio libro, sia per chi, come me, ancora deve avere questo piacere.
Ovvio che al momento mi sto chiedendo, alla luce delle obiezioni mosse a Nunzio: come ho af
frontato la cosa? Ho reso al meglio quel che intendevo dire?
Ricordo su WMI tutte le discussioni e i chiarimenti chiesti per tarare al meglio la collana, comprendere il target dei lettori e via di dicendo. E soprattutto la chiacchierata fatta a Perugia con Nunzio riguardo alla lunghezza dei testi. Ora, posso dirmi fortunato di aver fatto la mia gavetta con i racconti perché mi hanno instillato una capacità di sintesi che col romanzo è molto difficile trovare; eppure la difficoltà è proprio nell'azzeccare il giusto compromesso tra i vari elementi, e penso proprio sia ovvio che qualcosa venga lasciato per strada, o curato meno di altro a dispetto di come uno vorrebbe. Però allo stesso tempo questi confronti serviranno molto perché la collana è giovane e, come tutte le cose, si farà per strada, maturando e crescendo, e con essa anche noi. Magari al prossimo tentativo riusciremo a essere più efficaci

Proprio così, Alberto. Ne parlavo qualche giorno fa con mio fratello, dopo aver raccolto in internet alcuni tuoi racconti, stupendomi di come riesci a dire molto in poco spazio.
Confesso candidamente che invidio molto questa tua capacità e, quando abbiamo avuto l'occasione di parlarne, a Perugia, ho capito all'istante le potenzialità insite in questa "virtù" (ahimé, piuttosto sconosciuta per quanto mi riguarda Evil or Very Mad ).
Proprio per questo, aspetto il tuo lavoro con trepidazione, anche se sarà dura attendere fino a... ottobre, giusto? Però...
Tyché
«Hobbit»
Messaggi: 21
Località: Dove chi pretende di demolire le tue argomentazioni almeno si assicura di capirle, prima
MessaggioInviato: Mer 21 Mag 2008 21:09 pm    Oggetto:   

Grazie! Grazie veramente!
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