Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog


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Autore Messaggio
FantasyMagazine
Balrog
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MessaggioInviato: Sab 15 Gen 2011 1:42 am    Oggetto: Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog   

Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog

La scrittrice casertana, ospite della trasmssione di Radio 24, disserta su origini, contenuti e scopi del Fantastico.

Leggi l'articolo.
Marina
Bracchetto del Cheshire
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MessaggioInviato: Sab 15 Gen 2011 1:43 am    Oggetto: Re: Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog   

Beh, veramente triste che nessuno abbia commentato, deduco che nessuno si sia preso la briga di ascoltare l'intervento spettacolare della De Mari sui temi del Fantastico... E poi magari invece si legge assiduamente il blog di qualche pennivedolo che manco sa di cosa parla e ritiene di sapere tutto sul genere...
Avevano ragione gli Skiantos, non c'è gusto in Italia a essere intelligenti... Evil or Very Mad
M.T.
Paladino Guardiano
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MessaggioInviato: Sab 15 Gen 2011 2:10 am    Oggetto: Re: Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog   

Purtroppo non ricevo questa emittente.

Marina ha scritto:
Avevano ragione gli Skiantos, non c'è gusto in Italia a essere intelligenti


Triste realtà. E mi verrebbe da aggiungere che se sei intelligente ne sei pure danneggiato Confused
Marina
Bracchetto del Cheshire
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MessaggioInviato: Sab 15 Gen 2011 2:45 am    Oggetto: Re: Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog   

M.T. ha scritto:
Purtroppo non ricevo questa emittente.


ma proprio per questi casi a fondo pagina ho messo il link alla registrazione Wink
Negróre
dannatamente umano
Messaggi: 2562
MessaggioInviato: Sab 15 Gen 2011 13:07 pm    Oggetto:   

Personalmente sono interessato, Marina (infatti sono venuto qui a leggere i 3 commenti... che non sono tali!). Ma sto facendo 50 cose al giorno e per ora non ce l'ho fatta.
Abbi pazienza, almeno per quanto mi riguarda. Poi commenterò *seriamente*. Anche perché il tema "fantastico", inteso come contenitore generale, mi interessa ormai molto più di quello "fantasy".
Un sorriso, Andrea
M.T.
Paladino Guardiano
Messaggi: 2407
MessaggioInviato: Sab 15 Gen 2011 13:39 pm    Oggetto: Re: Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog   

Marina ha scritto:
M.T. ha scritto:
Purtroppo non ricevo questa emittente.


ma proprio per questi casi a fondo pagina ho messo il link alla registrazione Wink


Marina, il link non funziona Crying or Very sad
Appena posso ascolto, ma non perché non m'interessi, ma perché con la connessione che mi ritrovo occorre tempo per scaricare Confused
Marina
Bracchetto del Cheshire
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MessaggioInviato: Sab 15 Gen 2011 15:01 pm    Oggetto: Re: Ancora sul genere Fantastico: Silvana De Mari a Melog   

M.T. ha scritto:
Marina ha scritto:
M.T. ha scritto:
Purtroppo non ricevo questa emittente.


ma proprio per questi casi a fondo pagina ho messo il link alla registrazione Wink


Marina, il link non funziona Crying or Very sad


prova ora, ho sistemato una cosa; altrimenti fai copiaincolla

Andrea, ok, attendo allora. Ripeto, magari su alcuni punti si può none ssere d'accordo ma la De Mari mette un sacco di carne interessante al fuoco, come nessun altro fa, e questo è innegabile.

E mi fa rabbia vederla snobbata, anche da alcuni scrittori italiani di genere con la puzzetta sotto al naso (oltreché da molti lettori) - a favore invece di cialtroni che ci sono in Rete (professionisti dell'informazione e non) e che rimasticano le solite 4 vuote c****te - per via delle sue posizioni antipolitically correct. E io, come sai, detesto il politically correct, quindi non posso che plaudire alla De Mari per il fatto di non aver peli sulla lingua.
uljanka
Sua Luminosa Oscurità
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MessaggioInviato: Sab 15 Gen 2011 22:33 pm    Oggetto:   

http://www.radio24.ilsole24ore.com/popup/player.php?filename=110107-melog.mp3


Così il link dovrebbe funzionare.

Io sono molto interessata. Ho tutta l'intensione di ascoltare l'intervento domani sera e mi segnerò le frasi più "toste", che commenterò.
E io, che sono Tenebra, altro non posso vedere se non la Luce, e perciò sono la Luce.

Quando qualcuno dice 'io non credo nelle fate' da qualche parte una fata ride e prepara il suo fucile.
M.T.
Paladino Guardiano
Messaggi: 2407
MessaggioInviato: Dom 16 Gen 2011 2:13 am    Oggetto:   

Intervista interessante, piena di spunti mostranti che il fantasy non è commercializzazione e banalizzazione come il consumismo attuale sta facendo passare.
Certo, ci sono punti che non condivido, ma è un'intervista intelligente.
Il fantasy è la fusione tra poema epico e fiaba; certo, l'ambientazione può essere diversa da quella classica (stile Signore degli Anelli o Dragonlance per fare degli esempi), come l'urban o lo steampunk, ma in essa è presente una forte simbologia, fatta di miti e archetipi (come è ben mostrato da Guy Gavriel Kay nel ciclo di Fionavar), non semplici storie di cotte adolescenziali dove il genere letterario è solo da contorno o un pretesto per sfruttare la moda del momento e fare soldi: questo è sminuire e svilire il genere. Un genere capace di parlare d'attualità e di realtà, anche se mascherata, ammantata d'illusione.
E' successo con Brooks nel ciclo del Verbo e del Vuoto, con Tolkien nel Signore degli Anelli; interessante come De Mari sottolinei che gli orchi simboleggino coloro che uccidono il bambino e dopo lo mangiano. Questa nota è un riferimento non solo a chi commette crimini (inteso come atto fisico) contro i piccoli indifesi in guerra, in famiglia, ma anche verso quel genere d'individui che lanciano attacchi per sopprimere il bambino che è in loro e negli altri, uno stato dell'essere che si perseguita e vuol essere soppresso.
Il fantasy può essere un mezzo per parlare di storia, per trasmettere messaggi, insegnamenti acquisiti da esperienze vissute: un protrarre la memoria. Perché il passato va ricordato e compreso, perché gli errori non si ripetano. Ma gli uomini, a mio avviso, per ciò che vogliono essere dipendono dal futuro, da ciò che vogliono raggiungere e non dal passato, da ciò che sono stati; il passato va osservato e studiato perché non intralci più il cammino presente verso ciò che si sta diventando. Di certo non va rinnegato, perché non voler vedere qualcosa porta sempre a dei blocchi, dei traumi. E più si sopprime qualcosa, più questa si rafforza arrivando a colpire con inaspettata violenza.
De Mari afferma che il fantasy ha riscoperto il medioevo. Certo, nell'immaginario collettivo le prime immagini che sorgono sono quelle del cavaliere, del mago, del drago, il castello: tutti archetipi antichi. Ed è anche vero che nei libri fantasy si mettono mostri che minacciano, che sono da affrontare: le paure. La scrittrice vede il Medioevo come un periodo che ha dato molto: spiritualità biblico evangelica, filosofia greca, diritto romano. Elementi che sarebbero andati perduti se non fosse stato per gli amanuensi e il gran lavoro che hanno compiuto. E' il periodo della riscoperta, del ritrovare il passato. Per me più che altro si associa spesso (anche se adesso i tempi stanno mutando) il fantasy al medioevo perché questo periodo storico con le sue torri, le sue mura rappresenta un periodo di chiusura, isolamento e paura, un periodo che va affrontato e superato. Sentimenti ben presenti e radicati in questo periodo storico; sentimenti che sono presenti nella vita di ogni individuo, elementi che sono tra i più temuti nell'esistenza e che vanno affrontati per trovare se stessi.
Ecco secondo me la chiave di lettura che attira tanto, oltre alla moda, la gente al fantasy: più che la perdita di Dio, come suggerisce De Mari, è la perdita di se stessi e il volersi ritrovare. Perché inconsciamente nel fantasy si ricerca il mito, la fiaba e questi elementi nell'antichità avevano un forte fattore iniziatico, erano avvolti di potere capace di trasmettere comprensione sulla natura umana.
E' questa mancanza di comprensione che porta a crimini che crescono fino ad arrivare ai genocidi. E su questo punto non condivido il pensiero della scrittrice che afferma che quello degli ebrei è genocidio e quello degli nativi americani e degli aztechi no. Lo sono alla stessa maniera, perché è sempre per ottenere ricchezza che ci si è accaniti su un intero popolo. Perché la ricchezza dei nativi americani, degli aztechi era la terra e gli occidentali li hanno sterminati per ottenerla; per gli ebrei era l'oro, ma non c'è differenza. Certo, c'è stata una campagna d'odio sugli ebrei, si è ricercato un nemico su cui scaricare tensioni, rabbia covate da anni, ma era una maschera per ottenere la loro ricchezza e così poter finanziare il conflitto bellico.

Interessante l'approfondimento sulla funzione dello stupro etnico per ottenere affiliazione; ben sviluppata la parte che mostra come il cervello sia formato da due parti: razionale e intuitivo. E da questo come accade che alle volte uno scrittore sappia parlare attraverso le sue opere di eventi che si verificano nel futuro. Come è successo con Kafka con la Metamorfosi e il Processo, mostrando ciò che sarebbe avvenuto con gli ebrei durante la seconda guerra mondiale, passati quasi da un giorno all'altro da esseri umani a insetti, condannati e giustiziati senza un motivo.
Un monito a cercare di comprendere e accettare la parte oscura presente in ogni individuo, anche se può spaventare. Perché è così che si arriva alle dittature.
Le dittature possono vincere le battaglie, ma non le guerre perché non comprendono gli uomini dato che ogni individuo vuole essere libero, afferma la scrittrice; è vero solo in parte. Tutti dicono di anelare la libertà, ma pochi la vogliono veramente: molti in realtà non lo desiderano, preferendo dipendere da qualcuno o qualcosa. Forse per paura di scoprire di quanta felicità incontrerebbero nell'esserlo.
Molto bello il raffronto zombi/psicosi. Entrambi sono contagiosi e possono solo o essere combattuti o divenire come loro e farsi trascinare nella follia distruttiva quale sono, dato che non riconoscono sentimenti e legami, come accadde nel periodo nazista dove le persone denunciavano parenti e amici, come se avessero un ragno nel cervello che comandasse le loro azioni.
Sull'ultima parte dell'intervista il dissenso è ampio.
I "miracoli" di cui parla non sono sufficienti per definire buona una vita. Non basta poter mangiare (sopravvivere) per giudicare la qualità dell'esistenza: nonostante la ricchezza che molti possiedono c'è molto più orrore e aridità di quando si aveva meno materialmente.
Le persone devono essere individui, non eroi. Perché è maledetta la società che ha bisogno di eroi.
Elyria
Anjin
Messaggi: 4837
Località: fra la terra e il mare
MessaggioInviato: Dom 16 Gen 2011 11:43 am    Oggetto:   

Spero oggi di potermi ascoltare in santa pace la De Mari ^__^.
(durante la settimana mi è impossibile fare qualsiasi cosa, in questo periodo Sad )
http://novatlantide.wordpress.com/

Caoticista nell'animo.
Marina
Bracchetto del Cheshire
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MessaggioInviato: Dom 16 Gen 2011 14:56 pm    Oggetto:   

M.T. ha scritto:
Perché è maledetta la società che ha bisogno di eroi.


au contraire, è maledetta la società che li sopprime. Ma, differenza fondamentale, la De Mari parla di Eroi, non di eroi. Chi sostituisce l'archetipo dell'Eroe con degli eroi (le dittature nere e rosse, i Paesi dove vige la sharia) frutto di elaborazione politica e/o storica, genera società psicotiche, la storia e l'attualità lo dimostrano.
M.T.
Paladino Guardiano
Messaggi: 2407
MessaggioInviato: Dom 16 Gen 2011 16:34 pm    Oggetto:   

Marina ha scritto:
M.T. ha scritto:
Perché è maledetta la società che ha bisogno di eroi.


au contraire, è maledetta la società che li sopprime. Ma, differenza fondamentale, la De Mari parla di Eroi, non di eroi. Chi sostituisce l'archetipo dell'Eroe con degli eroi (le dittature nere e rosse, i Paesi dove vige la sharia) frutto di elaborazione politica e/o storica, genera società psicotiche, la storia e l'attualità lo dimostrano.


L'eroe è colui che suscita l'amore, l'ammirazione, è da esempio alla società, la risolleva da una condizione difficile in cui si trova. Infatti gli eroi sorgono nel momento del bisogno, arrivano in un luogo dove regna la paura, dove la gente non sa come uscire da una certa situazione, o perché è succube o perché non ha fiducia nelle sue capacità e aspetta che qualcuno risolvi i problemi che ha. L'affermazione "maledetta la società che ha bisogno di eroi" è rivolta proprio a questo: una società che non si dà da fare per risolvere le proprie questioni, ma aspetta un aiuto esterno è una società ristagnante, nella quale molto è andato perduto e lo si è lasciato andare senza fare nulla.
Marina
Bracchetto del Cheshire
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Dom 16 Gen 2011 18:17 pm    Oggetto:   

Continuo a sostenere che ci sia un equivoco di fondo: stai parlando sempre di eroi con la ‘e’ minuscola Wink ; modelli comportamentali di riferimento tratti dalla realtà esistente: una personalità politica, religiosa, artistica. L’Eroe di cui parla la De Mari è la rappresentazione fantastica (ergo tratta dalla fiaba, dal mito etc),di “Sua Maestà l’Io”, come lo chiamava Freud Wink, un concetto sublimato, un archetipo collettivo.
Il bisogno di rappresentarlo continuamente prescinde dai tempi in cui si vive, è una valvola per mantenere l’equilibrio della personalità.
M.T.
Paladino Guardiano
Messaggi: 2407
MessaggioInviato: Dom 16 Gen 2011 18:42 pm    Oggetto:   

Il discorso non aveva riferimenti politici o altro, ma era proprio a livello d'archetipo, di mito. Poi si può essere o meno d'accordo con il pensiero espresso. Certo se con eroe (o Eroe, come dici tu Wink ) intendi il fatto che ognuno deve essere responsabile riferendosi a qualsiasi cosa, allora abbiamo un punto d'incontro Smile
Marina
Bracchetto del Cheshire
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Dom 16 Gen 2011 18:57 pm    Oggetto:   

M.T. ha scritto:
Certo se con eroe (o Eroe, come dici tu Wink ) intendi il fatto che ognuno deve essere responsabile riferendosi a qualsiasi cosa, allora abbiamo un punto d'incontro Smile


no, il mio è proprio un approccio all'Eroe dal punto di vista psicanalitico. Vabbé, non ci intediamo, fa niente Wink
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