Caro editore ti odio / 2


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FantasyMagazine
«Balrog»
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MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 1:04 am    Oggetto: Caro editore ti odio / 2   

Caro editore ti odio / 2

Seconda tappa del nostro viaggio in quattro parti nel mondo dell'editoria, con i riflettori puntati sulla differenza fra libri e romanzi, sulle saghe incompiute e sui tempi di attesa per la pubblicazione di un nuovo volume. Le vicende editoriali di George R.R. Martin, Steven Erikson, Jacqueline Carey, Robin Hobb, Jack Whyte, Lisa Jane Smith, J.R.R. Tolkien, Tad Williams, Brandon Sanderson, Robert Jordan, Terry Brooks, Jonathan Stroud, David Eddings, Sean Russell e Mark Robson.

Leggi l'articolo.
M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 1:04 am    Oggetto: Re: Caro editore ti odio / 2   

Sulla divisione in più volumi di un romanzo sorge una domanda: come mai all'estero riescono a pubblicarlo in un unico tomo e a guadagnarci e in Italia invece bisogna ricorrere a questa soluzione? I costi di traduzione sono così elevati da richiedere questa scelta per ammortizzarli? Oppure si vuole speculare, perché non ci si accontenta di un certo guadagno?
Certo, il libro è un prodotto, ma ha una natura diversa da tutte le altre, è particolare. Comunque, prendendo in considerazione in questo momento solo l'aspetto economico, e che il romanzo è un investimento, un imprenditore oltre a valutare i rischi deve saper anche riconoscere il potenziale guadagno: visto che l'Italia investe poco sulle novità (e non avendo consocenza del genere spesso non c'azzecca quando lo fa), preferendo stare a guardare e poi pubblicare opere straniere dopo qualche anno, e avere così riscontri sul successo che può avere un romanzo, si denota che certe case editrici non sanno essere imprenditori, come dimostra Mondadori che ha rigettato autori come Jordan e Rowling, rinunciado a grossi introiti.
Palin
«Re sotto la montagna»
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MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 9:45 am    Oggetto: Re: Caro editore ti odio / 2   

(M.T.) ha scritto:
Sulla divisione in più volumi di un romanzo sorge una domanda: come mai all'estero riescono a pubblicarlo in un unico tomo e a guadagnarci e in Italia invece bisogna ricorrere a questa soluzione? I costi di traduzione sono così elevati da richiedere questa scelta per ammortizzarli? Oppure si vuole speculare, perché non ci si accontenta di un certo guadagno?


Secondo me la principale differenza sono i volumi di vendita, che non coprono i costi fissi di alcune case editrici...
TK7 should, of course, be named Neville – Neville and Luna, a match made in heaven.
un muspeling
«apprendista incendiario»
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MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 10:24 am    Oggetto:   

Credo che sulla divisione in più volumi incorrano più variabili.
Per il Signore degli Anelli costava troppo la carta (nel dopoguerra britannico) e il genere e i precedenti lavori di Tolkien erano troppo di nicchia per permettersi la pubblicazione in un unico volume delle oltre mille pagine di tomo (che allora non comprendeva appendici hobbittesche varie) come giustamente è riportato in articolo.
Steven Erikson, nell'incontro avvenuto durante i DelosDays 2011, ci ha riferito che in germania (causa lingua) alcuni suoi romanzi sono stati divisi in tre volumi, mica solo in due.

Ci sono dei casi però che continuano a sembrarmi delle vere e proprie speculazioni, soprattutto quando l'autore di una saga è seguito, è un investimento sicuro e l'editore continua a fare il "prudente" spezzando i volumi ancora e ancora. Si dirà: la casa editrice non è un'opera pia, di beneficienza, ma volta al guadagno come tutte le attività imprenditoriali private. Sarà anche vero, ma non è solo così, e anche nella produzione di brugole una coltivazione del mercato a medio termine non sarebbe imprenditorialmente folle. Con i generi, soprattutto, ciò è possibile. L'aspetto commerciale, però, sembra predominare su tutto. Rolling Eyes

Con effetti risibili, poi, a pensarci bene. Quanto è piccolo il nostro mercato editoriale? Quanto è diviso dal resto delle attività creative? Quanto ciò che si pubblica NON diventa un fumetto, gioco, videogioco, film o serie per la tv o film da cinema? Quanto NON influenza l'immaginario collettivo?

Siamo sempre alla stessa vecchia storia: una terra stretta e brulla, con un castelluccio emaciato e il suo signorotto locale, una pletora di servitori, assistenti ai servitori, guardiaporta capo vice sovrintendente alle porte, e la gente del borgo fuori che è costretta a rincorrere i portatori di granaglie dal porto, per raccogliere quel tanto (o poco) che cade dai sacchi, misto a polvere per farne quel po' di cibo che gli resta.
Per bandiera, un simile posto ha una coperta corta.
E si chiama Italia... Rolling Eyes nuvoloso Impossibile
ringstorm
«Giullare del Massacro»
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MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 15:59 pm    Oggetto:   

Io penso che non di possa fare paragoni fra il mercato librario italiano e quello estero, soprattutto perchè ogni nazione segue dinamiche sue proprie. Con questo, tuttavia, non mi esimo dall'esprimere il mio disappunto per il caotico e disfunzionale sistema editoriale nostrano. Lol.

Bell'articolo come sempre, Martina! Smile Sono curiosa di sapere cosa ci dirai sulle traduzioni, altra sinfonia dolente della nostra editoria.
Non so se ne hai parlato nel tuo primo articolo -non l'ho ancora letto- ma che dire invece della pratica più odiosa in assoluto, ovvero quando le case editrici cambiano di sana pianta i titoli dei romanzi, senza riportare quello originale? É talmente fastidioso porcapaletta! Evil or Very Mad
Era brilligo e gli unsci tovi / girondavano sulla rava, / eran birbizzi i borogovi / e il momo ratso ultragrattava

thyangel83
«Gollum»
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MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 16:02 pm    Oggetto:   

...Tuttavia, al di là dei "problemi editoriali", va rilevato per correttezza che talvolta la divisione di un'opera in più volumi è una scelta proprio dell'autore. Per motivi anche del tutto comprensibili.
Ad esempio, Paolini non ha scritto tutta la saga di Inheritance subito, ma Eragon; dopodiché sono nati gl ialtri testi, a distanza anche di anni.
E si veda il caso delle Cronache di Narnia: i libri sono stati scritti in anni anche abbastanza distanti e poi riaccorpati secondo un ordine logico e non cronologico.

Questo non per "scusare" alcune scelte editoriali che all'autore invece non competono, ma per circoscrivere un po' l'ambito delle critiche.

Inoltre, vi sono case editrici che non pubblicano opere oltre le 200-250 pagine (si veda ad esempio la 0111 edizioni, ma non solo). Il motivo non è certo oscuro, trattando di case editrici che pubblicano scrittori poco conosciuti: la messa in commercio di volumi di 1000 pagine di scrittori esordienti o comunque non conosciutissimi implicherebbe la loro inacquistabilità di fatto, a causa del prezzo di copertina inevitabilmente troppo alto: chi spenderebbe 25 euro per acquistare lo sconosciuto libro "Le saghe di xxx" dell'altrettanto sconosciuto autore "xyz"?

Vere sono le critiche da voi espresse fino a questo momento, ma vi sono tante variabili di cui tenere conto. Secondo me, si applicano bene nel caso delle grandi case editrici che pubblicano scrittori affermati o sui quali possono comunque investire molto in senso di marketing; meno bene, invece, al caso di piccoli editori che pubblicano scrittori esordienti.
If you don't see me, don't think that I am not behind you...

Mio blog personale: www.onwriting.eu
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Martina
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 16:17 pm    Oggetto:   

Citazione:
Sulla divisione in più volumi di un romanzo sorge una domanda: come mai all'estero riescono a pubblicarlo in un unico tomo e a guadagnarci e in Italia invece bisogna ricorrere a questa soluzione?



Se guardi qui http://en.wikipedia.org/wiki/Translations_of_A_Song_of_Ice_and_Fire puoi notare come i romanzi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco sono state suddivise in più volumi in numerose edizioni straniere.
Questo invece è il link alla versione francese di amazon, http://www.amazon.fr/gp/search/ref=sr_adv_b/?search-alias=stripbooks&__mk_fr_FR=%C5M%C5Z%D5%D1&unfiltered=1&field-keywords=&field-author=robert+jordan&field-title=&field-isbn=&field-publisher=&field-collection=&node=&field-binding_browse-bin=&field-dateop=&field-datemod=&field-dateyear=&sort=relevancerank&Adv-Srch-Books-Submit.x=0&Adv-Srch-Books-Submit.y=0 e già nella prima pagina si può notare il volume numero 22 nella saga di Robert Jordan. Jordan ha scritto 11 romanzi, e dalla trama questa dovrebbe essere la seconda metà dell’undicesimo romanzo, quindi questi romanzi sono stati tutti divisi in due.
Quando Erikson è stato ai DelosDays, nel giugno 2011, a domanda specifica ha affermato di essere consapevoli che in alcune edizioni straniere alcuni o tutti i suoi libri sono stati divisi in più parti, ma visto che lui non ha la pretesa di conoscere il mercato editoriale di ogni singolo paese si affida alle decisioni degli editori.
Quindi il problema dei volumi spezzati in più parti non è solo italiano. E tornando a Martin, io non ho dati precisi ma conosco una buona approssimazione sulle vendite della sua saga, e posso dirti che dubito fortemente che Mondadori, che ha pubblicato 11 volumi, abbia guadagnato un decimo di quanto non abbia guadagnato Bantam con solo 5 romanzi.

Certo, c’è chi si accontenta di guadagnare di meno e chi invece ci marcia perché sa che tanto i lettori compreranno ugualmente i libri, ma si entra nelle decisioni personali. In fondo, la maggior parte degli italiani sarebbe felicissima di guadagnare 2.000 euro al mese, ma se leggi certe interviste (politici, sportivi, personaggi dello spettacolo) sembra che 10.000 euro al mese non siano niente.
In più se Fanucci, per esempio, pubblica Jordan in un unico volume e Mondadori spezza Martin in più parti, c'è di mezzo anche la struttura della casa editrice. Lasciamo stare il discorso di traduzione, del quale parleremo la prossima settimana. Ma quanti refusi ci sono in un libro Fanucci? Mondadori si fa pagare di più ma la qualità di stampa è senza dubbio migliore, segno che c'è qualcuno che se ne occupa.
Quando Mondadori ha deciso di suddividere le opere di Martin in due parti non poteva sapere quanto avrebbero venduto, la speculazione è stata suddividere due romanzi in ben tre parti.


Citazione:
visto che l'Italia investe poco sulle novità (e non avendo consocenza del genere spesso non c'azzecca quando lo fa)


Sai, non mi piacciono discorsi così generici. L’Italia non conosce il genere? Non ti pare un po’ troppo vago? Ci sono fior di esperti che lavorano in numerose case editrici, e comunque ogni libro è sempre un rischio. Non puoi mai sapere davvero se venderà o meno. Io ho visto più volte rappresentanti affermare che il loro editore puntava su un determinato libro, solo per vederlo rivelarsi un fiasco completo. Ho visto libri arrivare in negozio in 200 copie e venderne in tutto quattro o cinque. E ho visto libri arrivare in 15-20 copie e poi venderne centinaia, se non migliaia. Se in alcuni casi sai che hai un prodotto importante, o sai che ci saranno determinati eventi che ne lanceranno o rilanceranno le vendite (un passaggio televisivo dell’autore, un film…) in altri la sorpresa può essere totale, in un senso come nell’altro.
Io so che se fosse toccato a me decidere non avrei mai pubblicato Eragon, facendo un errore enorme. Questo significa che non conosco il genere?

Citazione:
si denota che certe case editrici non sanno essere imprenditori, come dimostra Mondadori che ha rigettato autori come Jordan e Rowling, rinunciado a grossi introiti


Mondadori ha fatto due cappellate enormi, specie la seconda. In questo caso lo sappiamo perché il rifiuto è noto, ma solo chi compie delle scelte può sbagliare. Sono convinta che Sergio Fanucci si stia ancora mangiando le mani per non aver comprato Martin quando ne aveva avuto la possibilità. E so con certezza che lo aveva valutato, perché è stato lui a dirmelo l’ultima volta che l’ho incontrato.
Manex
«Apprendista Stregone»
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Località: Milano
MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 17:12 pm    Oggetto:   

thyangel83 ha scritto:
.

Vere sono le critiche da voi espresse fino a questo momento, ma vi sono tante variabili di cui tenere conto. Secondo me, si applicano bene nel caso delle grandi case editrici che pubblicano scrittori affermati o sui quali possono comunque investire molto in senso di marketing; meno bene, invece, al caso di piccoli editori che pubblicano scrittori esordienti.


Vero è, tanto che in merito alle politiche di selezione e pubblicazione degli esordienti abbiamo una rubrica specifica.
http://www.fantasymagazine.it/rubriche/editoria_fantastica
In questi articoli gli editori si confrontano con noi e con chi volesse intervenire sul forum.
Ciao
Emanuele Manco
www.emanuelemanco.it
Martina
«Nazgul»
Messaggi: 400
MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 17:39 pm    Oggetto:   

Naturalmente per scrivere e inviare la mia precedete risposta ho impiegato così tanto tempo che non ho visto i messaggi di tutti.

Citazione:
Sono curiosa di sapere cosa ci dirai sulle traduzioni, altra sinfonia dolente della nostra editoria.


Ecco, credo che quell'articolo potrebbe far venire voglia a qualcuno di affilare i coltelli. La disamina più completa è su Martin perché è quello che conosco meglio, e non ho certo scritto tutto quel che avrei potuto scrivere per semplici motivi di spazio. Però rispetto ad altri autori a Martin è andata bene.

Citazione:
Non so se ne hai parlato nel tuo primo articolo -non l'ho ancora letto- ma che dire invece della pratica più odiosa in assoluto, ovvero quando le case editrici cambiano di sana pianta i titoli dei romanzi, senza riportare quello originale?


Per legge all'interno il titolo originale deve essere indicato insieme all'anno di edizione, al nome del detentore dei diritti, all'anno e mese di stampa dell'edizione italiana (ho detto mese, vero Piemme e Armenia che non lo segnate mai?). Certo, non è evidentissimo, ma non si può certo riempire la copertina di scritte al punto da non lasciare spazio per l'illustrazione. Comunque, come hai sospettato, ne parlo nel primo articolo.

Citazione:
Paolini non ha scritto tutta la saga di Inheritance subito, ma Eragon; dopodiché sono nati gl ialtri testi, a distanza anche di anni.


Nulla da ridire sul fatto che l'autore scriva più volumi. è da questo che sono costituite le saghe: da tanti romanzi collegati fra loro. Da un lato libri troppo lunghi non possono fisicamente essere stampati in un unico volume (vedi Sanderson che ha suddiviso in tre A Memory of Light perché sarebbe stato impossibile rilegare insieme i fogli necessari a contenere una storia così lunga), dall'altro gli scrittori hanno anche la brutta abitudine di mangiare e di dover vivere, quindi non possono permettersi di finire una saga lunghissima prima di pubblicarla. Se Martin avesse aspettato di aver scritto la conclusione della sua storia prima di pubblicarla ancora non sarebbe arrivato nulla in libreria. Lui ha pubblicato A Game of Thrones nel 1996, come avrebbe fatto a vivere in tutti questi anni? Ora non ha più problemi economici, in compenso ha problemi diversi: fan pronti a sbranare lui se non pubblica i seguiti. Però un conto è una divisione decisa dall'autore per un qualsiasi motivo, un'altra una divisione decisa dall'editore.
E capisco le esigenze di Mercato, molte divisioni hanno senso. Martin pubblicato in due volumi (almeno all'inizio, quando non sapevano se avrebbe venduto o no), i primi Goodkind, i tre volumi di Erikson. Altre decisioni invece sono solo commerciali, e sono speculazioni sulle tasche dei lettori. Martin diviso in tre, o i romanzi della Smith, che non sono certo così lunghi e dei quali la casa editrice conosceva già il mercato, tanto per fare due esempi.

Citazione:
vi sono case editrici che non pubblicano opere oltre le 200-250 pagine (si veda ad esempio la 0111 edizioni, ma non solo). Il motivo non è certo oscuro, trattando di case editrici che pubblicano scrittori poco conosciuti: la messa in commercio di volumi di 1000 pagine di scrittori esordienti o comunque non conosciutissimi implicherebbe la loro inacquistabilità di fatto, a causa del prezzo di copertina inevitabilmente troppo alto: chi spenderebbe 25 euro per acquistare lo sconosciuto libro "Le saghe di xxx" dell'altrettanto sconosciuto autore "xyz"?


Grazie per la precisazione, in effetti ho dimenticato di inserire un paragrafo sull'argomento.
Gli argomenti erano talmente tanti che alcune cose mi sono scappate, a voi la possibilità di farle notare o di chiedere informazioni.
M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Lun 10 Set 2012 18:15 pm    Oggetto:   

Il discorso novità Martina verte sugli esordienti italiani: visto la qualità delle opere pubblicate (rifaccio il solito elenco: Fiorentino, Boni, Strazzulla, Ghirardi, Allybis, ma ce ne sono altri), credo che si possa dire che chi ha deciso di pubblicare questi prodotti o non conosce il genere o pensa che i lettori del genere fantastico siano limitati mentalmente: in entrambi i casi viene a mancare il rispetto per l'utente.
thyangel83
«Gollum»
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Località: Ovunque
MessaggioInviato: Mar 11 Set 2012 20:37 pm    Oggetto:   

@ Manex: ti ringrazio per l'utile precisazione

@ Martina: grazie per la risposta molto professionale e compliementi per la tua disamina, anche se l'ho letta di fretta per problemi di tempo

@ M.T. : non voglio giudicare i "colleghi" più noti senza aver letto per intero i loro testi; vero è però che ho notato molti libri fantasy - italiani, ma non solo - pubblicati che potrebbero andare presto "alle corde" sotto i colpi di una critica nemmeno tanto veemente
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M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Mar 11 Set 2012 20:56 pm    Oggetto:   

Il fatto Thyangel è che su quei testi è stato fatto (o si dice che è stato fatto) un lavoro di editing professionale, quando una semplice lettura dimostra che testi simile sarebbero a malapena passabili per prima stesura. Ma l'utente paga (e non poco) con soldi buoni (non di bassa qualità o di valore scarso) per qualcosa che risulta mancante. Così, non solo s'infama il genere, ma si brucia pure il mercato.
Martina
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Mer 12 Set 2012 16:28 pm    Oggetto:   

Navigando in cerca di immagini per la recensione della graphic novel di A Game of Thrones mi sono imbattuta in una breve intervista a Paolo Accolti Gil che parla delle rese, delle tirature e degli ordini effettuati dalle librerie, discorso che io non ho affrontato. Questo è il link: http://www.comicsblog.it/post/31413/italycomics-accolti-gil-striglia-le-fumetterie
M.T.
«Paladino Guardiano»
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MessaggioInviato: Mer 12 Set 2012 17:18 pm    Oggetto:   

Articolo interessante. Sulla base di quanto letto viene di conseguaneza un'altra domanda: quanto tempo prima bisogna prenotarlo? Come è stato esposto nell'intervista sembra quasi che si sia di fronte a un print-on-demand, ovvero che si stampi solo in base alle prenotazioni.
Martina
«Nazgul»
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MessaggioInviato: Gio 13 Set 2012 9:28 am    Oggetto:   

Le prenotazioni variano da editore a editore e da libreria a libreria. Per la mia esperienza un libro viene prenotato dai due ai quattro mesi prima della sua pubblicazione, anche se ci sono instant book che vengono stampati da un giorno all'altro, come quando improvvisamente muore un personaggio famoso e fioccano le sue biografie o personaggi quasi inediti in Italia come il poeta Transtomer vincono il Nobel per la letteratura. Però non credo che siano molti i negozi che ordinino a un cliente un libro che ancora deve essere pubblicato, malgrado il suggerimento di Accolti Gil. è più facile che parlare con il libraio del libro che si vuole acquistare può renderglielo più familiare e che quindi il libraio stesso ne ordinerà più copie perché sa che il volume è atteso.
Ho linkato l'articolo perché spiega bene come le librerie facciano i loro ordini in base a quanto pensano di vendere, e gli editori stampino in base agli ordini. Se il libraio pensa di vendere poco ordina poco, e di conseguenza l'editore stampa poco. E nel caso di una serie i numeri calano a ogni nuova uscita.
Finché si tratta di un bestsellers non c'è problema, ma se il prodotto che vi interessa è qualcosa di particolare acquistatelo appena lo vedete, altrimenti potreste non riuscire a farlo mai più.
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