[Hogwarts Game] - 1 Settembre 2017: Back to Hogwarts


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SeanMacMalcom
Elfo
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MessaggioInviato: Mar 12 Set 2017 20:47 pm    Oggetto:   

«Sean... sono a casa!»

Quando quella sera il signor MacMalcom rincasò, gettando un pacchetto di sigarette vuoto nel cestino sotto il lavello, non poté ovviare a notare come, nella spazzatura, ci fosse una lettera accartocciata, dall'aspetto decisamente insolito: non era una busta normale, e quella su cui era scritta la solita carta da lettera... anzi, qualcuno avrebbe potuto dire fosse qualcosa di altri tempi.

«Sean!» richiamò il figlio, per salutarlo, mentre, incuriosito, decise di estrarre quella busta accartocciata per capire che cosa fosse.

Il bambino, in quel momento, era in camera sua immerso nella ri-lettura di uno dei suoi libri preferiti, e, complice un paio di cuffie nelle orecchie, si era fondamentalmente isolato dal mondo, nella serenità propria di chi, dopotutto, conscio che il mondo avrebbe soltanto gradito una tale mancanza d'approccio.
Per questo non aveva sentito rincasare il padre... e non lo sentì neppure la seconda volta che ebbe a chiamarlo.

«Bloody hell!» sbottò il padre, sgranando gli occhi nel riconoscere il simbolo araldico presente sulla busta non appena ebbe a ricomporla rispetto alla palletta nella quale era stata ridotta «SEAN!» richiamò, quasi spaventato.

Quell'urlo, perché tale era stato, riuscì a raggiungere anche il bambino, il quale, avvertendo il ritorno a casa del padre, corse subito da lui per abbracciarlo. Ciò non di meno, quando stava quasi per buttarsi, come di consueto, a stringerlo all'altezza dei fianchi, Sean si rese conto dell'insolito pallore sul volto del genitore, motivo per il quale ebbe ad arrestarsi di colpo...

«Papà... qualcosa non va?» esitò il bambino, aggrottando la fronte e, solo dopo un istante, riconoscendo la busta e la lettera accartocciata che il padre stava reggendo fra le mani «Ah... sì. E' arrivata quella insieme alle bollette... ma deve essere uno stupido scherzo di qualche mio ex-compagno di classe. Nulla di cui preoccuparsi...» minimizzò, sperando che il padre non se ne avesse a male.
Il silenzio del signor MacMalcom, tuttavia, non parve voler liquidare tanto semplicemente la questione.
«Papà... che succede?» insistette il bambino.

Il signor MacMalcom, pallido come un cencio, si avviò verso la vecchia poltrona lì vicino, per potersi sedere, con la lettera stropicciata in grembo.
Sentiva di aver bisogno di fumare e, benché, per rispetto verso suo figlio, egli non avesse mai fumato in casa, quella volta decise di fare un'eccezione, recuperando con mani tremanti un nuovo pacchetto di sigarette e cercando di estrarne una, senza in verità particolare successo.

«E' passato così tanto tempo...» sussurrava fra sé e sé, chiaramente sconvolto «... io... non credevo. Non sapevo...» cercò di giustificarsi, benché non fosse chiaro esattamente verso chi.
«PAPA'!» urlò Sean, deciso a scuotere il padre, trovando eccessiva quella reazione da parte sua di fronte a uno stupido scherzo.

Ma, anziché riprendersi, il signor MacMalcom apparve ancora più sconvolto, rivolgendo uno sguardo sgradevolmente vuoto verso suo figlio.
Era giunto il giorno. Sperava non sarebbe mai arrivato. Sperava non sarebbe mai successo. Ma invece era accaduto. E, che gli potesse piacere o meno, avrebbe dovuto raccontare una verità non semplice a suo figlio...

«Sean... devi scusarmi, figlio mio.» esitò, rivolgendosi al bambino «Perché ci sono molte cose di cui non ti ho mai parlato... e di cui, sinceramente, avrei preferito non doverti mai parlare.» ammise, scuotendo appena il capo «Ma non sarebbe giusto. Non è stato giusto... e, ora, è giunto il giorno che tu sappia tutta la verità.»

[continua]
SeanMacMalcom
Elfo
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MessaggioInviato: Mar 12 Set 2017 21:35 pm    Oggetto:   

Quell'ultimo mese, per Sean, era stato folle.
Il mondo aveva iniziato a girare vorticosamente e, in effetti, non si era ancora fermato. E neppure lui, dal giorno dell'arrivo di quella lettera, si era più fermato. Era stato un po' come per i fratelli Pevensie, con l'arrivo della Seconda Guerra Mondiale: la loro vita non era stata più la stessa, e dove un attimo prima si erano sentiti già abbastanza sconvolti dall'idea di un mondo nuovo, nel limitarsi a lasciare Londra per le campagne; un attimo dopo il concetto di "mondo nuovo" aveva assunto un significato completamente diverso e la loro vita era divenuta così folle e caotica al punto tale da impedire loro persino l'idea stessa di fermarsi a riprendere fiato.
Persino quando era giunto il giorno del suo undicesimo compleanno, il 24 agosto, Sean non se ne era accorto e - non fosse stato per la premura di suo padre a volersene ricordare e, malgrado tutta la follia in cui erano appena precipitati, a voler trovare il modo per festeggiare, con un'inattesa visita al British Museum a Londra - probabilmente non se ne sarebbe neppure reso conto.
E così, quando si ritrovò insieme a suo padre raggiungere un binario inesistente per poter prendere un treno impossibile diretto a una scuola estranea a ogni concetto di normalità; Sean non aveva ancora avuto reale occasione di maturare consapevolezza di cosa stesse accadendo. 

Sean era un mago. O, quantomeno, lo sarebbe potuto diventare. Perché, benché suo padre fosse un comune figlio di Scozia, sua madre, a quanto aveva scoperto, era una strega. E, questo, faceva di lui un potenziale mago. Già. Perché nel "mondo nuovo" di Sean, maghi e streghe esistevano davvero.
Il nome di sua madre lo sapeva da sempre: Cassiopea Lestrange. Quello che ignorava è che sua madre fosse una strega. E fosse imparentata, alla lontana, con una famosa... o, per meglio dire, famigerata famiglia di maghi e streghe malvagi. Suo padre, incalzato dalle domande, avrebbe voluto potergli raccontare di più... ma, obiettivamente, anche lui non ne sapeva molto. Dopotutto lui, in gergo, era definito un babbano. E meno clamore vi fosse stato attorno al fatto che un babbano e una lontana parente di una famiglia come quella dei Lestrange avessero avuto una relazione e, addirittura, un figlio, meglio sarebbe stato per tutti.
Quella, per quanto alla luce di tali nuove rivelazioni ne avrebbe potuto capire, avrebbe avuto a doversi anche considerare la motivazione per cui sua madre era stata costretta ad abbandonare sia lui sia suo padre. Ma, appunto, la questione appariva francamente ancora molto nebulosa... a incominciare da quanto segreta avrebbe avuto a potersi realmente considerare la sua esistenza dal momento in cui, comunque, anche lui, come tutti i bambini della sua età, aveva ricevuto la propria lettera di convocazione per la prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Di tutto questo, Sean non sapeva ancora cosa pensare.
Da un lato, scoprire l'esistenza di un "mondo nuovo" non era qualcosa di spiacevole: dopotutto al vecchio non avrebbe avuto a doversi considerare particolarmente affezionato.
Dall'altro, scoprire che la sua vita potesse essere stata influenzata, fin dal giorno della sua stessa nascita, dal retaggio di una madre mai conosciuta, e mai conosciuta proprio per colpa di quello stesso retaggio, non era qualcosa di piacevole... e il timore di quanto, in quel "mondo nuovo", avrebbe potuto scoprire, non sembrava offrirgli ragione di entusiasmo.
Da un lato, ritrovarsi a comprare una bacchetta magica, circondato da strani tizi vestiti in maniera quantomeno assurda, in una via inesistente di Londra, era stato fra il divertente e l'esilarante.
Dall'altro lato, ricevere un dono di compleanno da sua madre era stato strano... soprattutto nel considerare quanto, appunto, neppure conoscesse sua madre. Eppure, quietamente accucciata a dormicchiare attorno alle sue spalle in quel momento, era una stravagante gatta nera dotata di ali, a nascondere le quali, in giro per Londra, era stata indispensabile ovviamente una copertina ma che, su quell'assurdo binario 9 e 3/4, si era sentito sufficientemente confidente di poter togliere, giacché, attorno a lui, l'ultima cosa che sarebbe potuta apparire strana sarebbe stata proprio Jane, come l'aveva ribattezzata in onore di un quasi identico personaggio di un libro.

Un fischio segnalò che il treno stava per partire... e Sean, pur consapevole che, a quel punto avrebbe dovuto salire, sembrò non riuscire a staccarsi dalla mano di suo padre.

«E' ora che tu vada, figliolo...» cercò di incoraggiarlo il padre, benché, palesemente, per quanto da un lato sapesse di dover essere felice per suo figlio, dall'altra parte egli non avrebbe potuto ovviare ad avvertire un profondo disagio all'idea che, lo stesso mondo che lo aveva privato di una moglie, lo stava allor anche per privare del suo unico figlio «... vedrai che ti troverai bene. Quello che ti aspetta è, dopotutto, il tuo mondo. Ed è giusto che tu possa conoscerlo.»
«Ma...» esitò il bambino, ancora poco convinto.
«Ehy... ometto.» si chinò su di lui il signor MacMalcom, scuotendo il capo «Ti rendi conto che nello zainetto hai una bacchetta magica e dei libri pieni di incantesimi?! E' qualcosa di straordinario!» gli volle ricordare, sorridendo «Vai, ora... e fai quello che sai fare meglio...»
«... che cosa...?!» domandò disorientato il bambino, non sapendo di saper fare bene qualcosa.
«Rendermi fiero di te!» lo abbracciò forte suo padre, per nascondere, lontano dal suo sguardo, le calde lacrime che, in quel momento, gli stavano riempiendo gli occhi.

[continua e si conclude]
Astro
Artista errante
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MessaggioInviato: Mar 12 Set 2017 22:35 pm    Oggetto:   

SeanMacMalcom mi complimento con lei per la perizia nella sua storia, ricca di spunti narrativi che potrebbero far nascere molti canti se vi fossero dei Bardi in giro, ma ahimè qua siamo a scuola e le ricordo che si era dato un limite di battute pari a 2500 parole. Ora era mia intenzione darle un paio di punti, ma questa sua vena creativa occorre essere incanalata nella giusta direzione, e non stroncata per questo credo che 7 punti siamo un buon compromesso.
SeanMacMalcom
Elfo
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Località: Torino
MessaggioInviato: Mar 12 Set 2017 23:40 pm    Oggetto:   



«Serpeverde!»

Così aveva decretato il Cappello Parlante, definendolo.
Sean, a differenza di molti altri suoi pari, bambini lì giunti per la prima volta e pur già ben consapevoli di ciò che avrebbe loro atteso, sovente speranzosi di finire nella stessa Casa già propria dei loro genitori, fratelli o sorelle, non aveva una vera e propria aspettativa.
Tutto ciò che egli sapeva era una sorta di didascalica spiegazione delle caratteristiche proprie delle quattro Case, ragione per la quale, a fronte di quell'affermazione a suo proposito, non poté che considerarsi abbastanza spiazzato.
Ai Serpeverde, infatti, era attribuita l'astuzia, l'intelligenza, l'ambizione e la determinazione per portare a termine uno scopo... qualcosa che, in verità, egli non era granché convinto di possedere.

Ciò non di meno, accanto a quello, una frase, udita da alcuni coetanei in fila insieme a lui per giungere al Cappello Parlante, avrebbe potuto offrire una ben diversa interpretazione di quell'attribuzione, giacché, a quanto aveva inteso, Serpeverde avrebbe avuto anche a doversi considerare qual la Casa di riferimento per la maggior parte dei maghi e delle streghe malvagi. E se era vero che sua madre apparteneva a una delle più famose famiglie di maghi e streghe malvagi, probabilmente la fama del suo nome lo aveva preceduto.

Quindi era quello che lo aspettava all'interno della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Diventare un mago malvagio...?

Un po' a disagio con tale idea, si sfilò da sotto il cappello e si avvio verso il tavolo contraddistinto dagli stendardi verdi, dove la sua nuova Casa lo stava aspettando...

[fine... per ora!]
SeanMacMalcom
Elfo
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MessaggioInviato: Mar 12 Set 2017 23:42 pm    Oggetto:   

Astro ha scritto:
SeanMacMalcom mi complimento con lei per la perizia nella sua storia, ricca di spunti narrativi che potrebbero far nascere molti canti se vi fossero dei Bardi in giro, ma ahimè qua siamo a scuola e le ricordo che si era dato un limite di battute pari a 2500 parole. Ora era mia intenzione darle un paio di punti, ma questa sua vena creativa occorre essere incanalata nella giusta direzione, e non stroncata per questo credo che 7 punti siamo un buon compromesso.

Mi inchino e ringrazio per la comprensione! Smile
CDuMbledore
Modessa Modessa
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MessaggioInviato: Mer 13 Set 2017 0:50 am    Oggetto:   

Sean, stasera il Professor Astro è veramente di buon umore... non tentare sempre la sorte, anche se davvero, la tua voglia di raccontare è encomiabile!
Bravi tutti!
SeanMacMalcom
Elfo
Messaggi: 221
Località: Torino
MessaggioInviato: Mer 13 Set 2017 9:18 am    Oggetto:   

CDuMbledore ha scritto:
... non tentare sempre la sorte

Audacia involontaria, la mia, giacché, semplicemente, nell'entusiasmo del momento (e nella volontà di recupero dopo essermi accorto dei messaggi che mi avevi scritto e che mi ero perduto) ho completamente obliato la memoria dell'esistenza di un limite! Smile
Phœnix
Nano
Messaggi: 126
MessaggioInviato: Mer 13 Set 2017 12:23 pm    Oggetto:   

Accidenti, Sean, che bel racconto che hai fatto! 
Spero che nonostante le nostre Case non siano proprio grandi amiche potremo studiare insieme, qualche volta! Smile
SeanMacMalcom
Elfo
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Località: Torino
MessaggioInviato: Mer 13 Set 2017 13:27 pm    Oggetto:   

Phœnix ha scritto:
Spero che nonostante le nostre Case non siano proprio grandi amiche potremo studiare insieme, qualche volta! Smile

Molto volentieri! 
Regolina
Balrog
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MessaggioInviato: Mer 13 Set 2017 14:56 pm    Oggetto:   

Guardava fuori dal finestrino, proprio come amava fare ogni volta che si trovava su un treno babbano: questa volta era sull’Hogwarts Express ma non faceva eccezione. Aveva cercato uno scompartimento vuoto proprio per potersi mettere il più vicino possibile al vetro e guardare il paesaggio che scorreva veloce ma che i suoi occhi ricordavano benissimo.

Non è cambiato niente” sussurrò a se stessa. Ma sapeva che non era vero. Certo: le pianure verdeggianti, i campi, i paesi sperduti fra le colline, ancora prima King’s Cross, il treno, lo scompartimento... tutto era rimasto uguale alla prima volta che aveva preso quel treno molti anni prima. Perfino il carrello dei dolci nel corridoio era lo stesso. Ma tutto il resto era cambiato. Lei era cambiata. L’ascesa di Voldemort aveva obbligato gli studenti nati babbani come lei ad abbandonare la scuola: molti si erano uniti alla resistenza, molti altri erano tornati nel mondo babbano creandosi una nuova identità per nascondersi. Nel periodo della guerra lei aveva fatto la volontaria al San Mungo: non era una Guaritrice, non aveva potuto diventarlo non avendo conseguito i M.A.G.O., ma in quel periodo così tetro l’ospedale aveva bisogno di personale e aveva accettato l’aiuto di chiunque volesse aiutare. E lei voleva aiutare e soprattutto aveva capito di voler fare quel lavoro. Ma poi la guerra era terminata, Voldemort era stato sconfitto e lentamente era iniziata la ricostruzione del mondo magico. E in quel nuovo mondo non c’era stato tempo per guardarsi indietro, per ripensare agli studi abbandonati e quindi il sogno di una vita era stato messo da parte. Fino a un mese prima. La lettera della preside l’aveva trovata nella posta, un venerdì mattina come tanti altri, e all'inizio aveva pensato a un errore: magari la figlia del vicino aveva compiuto 11 anni e quella era la sua lettera di ammissione a Hogwarts? No, il nome sulla busta era il suo. L’espressione dubbiosa sul suo volto aveva lasciato pian piano spazio all'incredulità e poi ancora all'entusiasmo: Hogwarts! Sarebbe tornata a Hogwarts! Era la sua seconda possibilità!


Fuori ormai era arrivata la sera. “Una seconda possibilità!”, continuava a ripetersi sul treno, mentre cercava di ignorare quella sensazione di paura che sentiva all'altezza dello stomaco. La paura di non farcela, di non essere in grado di riadattarsi alla vita della scuola, agli studenti più giovani, alla vita del dormitorio e della sala comune. Cercava di non pensarci ma da quando aveva deciso di tornare erano pensieri che continuava ad avere. Ma poi, fuori dal finestrino, in lontananza, si iniziarono a vedere le prime luci del castello. Anche quello non era cambiato per niente. E bastò quello a tranquillizzarla e a convincerla di aver preso la decisione più giusta. 
CDuMbledore
Modessa Modessa
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MessaggioInviato: Mer 13 Set 2017 15:18 pm    Oggetto:   

Per i poteri conferitimi dal Consiglio dei Maghi assegno 8 punti a Regolina. 

Bentornata, ragazza. Bello ritrovarti qui. 
Regolina
Balrog
Messaggi: 2311
MessaggioInviato: Mer 13 Set 2017 15:50 pm    Oggetto:   

CDuMbledore ha scritto:
Per i poteri conferitimi dal Consiglio dei Maghi assegno 8 punti a Regolina. 

Bentornata, ragazza. Bello ritrovarti qui. 

Grazie. È bello essere tornata Smile
Se posso: un grande benvenuto ai nuovi professori e ai nuovi studenti e un grande bentrovati a tutti gli altri <3
Neely Black
Hobbit
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MessaggioInviato: Mer 13 Set 2017 17:38 pm    Oggetto:   

Regolina ha scritto:

Se posso: un grande benvenuto ai nuovi professori

Bentrovata Regolina, grazie.
Complimenti Sean e complimenti a tutti per i vostri racconti.
maxmaz
Hobbit
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MessaggioInviato: Gio 14 Set 2017 15:05 pm    Oggetto:   

Rivincita.
Se Maxmaz Downcast (Maz per i suoi pochi amici) fosse stato abbastanza maturo per dare un nome a ciò che provava, avrebbe senz'altro scelto quella parola. Ma aveva solo 11 anni e tutto quello che sapeva era che le cose non erano come avrebbero dovuto essere. Lo intuiva dallo sguardo fiero di suo padre, che poco corrispondeva alla posizione umile che occupava al Ministero della Magia, o nell'atteggiamento di sua madre sempre dignitoso, nonostante la loro condizione così modesta. E poi aveva ascoltato di nascosto i discorsi che sussurravano tra loro. Sapeva della guerra, sapeva chi aveva vinto e sapeva che a pagare non erano stati solo i colpevoli, ma anche tutti quelli su cui era calata l'ombra del sospetto.
Come molti ex Serpeverde.
Come suo padre.
Così la sua famiglia, un tempo potente, era caduta in rovina e i suoi genitori, senza più amici o alleati, perseguitati e costretti a nascondersi, avevano perso tutto e ora vivevano in mezzo ai babbani, in un appartamento insignificante. Ma lui sapeva che non era ciò a cui era destinato.
 
E forse ora qualcosa andava finalmente per il verso giusto. La lettera da Hogwarts era arrivata e Maz si preparava per andare là dove tutto era cominciato, e dove tutto era finito.
Sarebbe stato un nuovo inizio, se solo...
Smise per un momento di riempire il baule con i suoi vestiti, vecchi e rattoppati, e si guardò allo specchio. Con un gesto lento spostò il ciuffo di capelli neri scoprendo la lunga e sottile cicatrice che gli percorreva verticalmente il volto, interrotta solo da uno dei suoi occhi verdi. Se l'era procurata a tre anni, giocando con la bacchetta di suo padre. O almeno così gli avevano raccontato. Colpa di un solo momento di distrazione che si sarebbe potuto evitare se ci fossero stati degli elfi ad occuparsi dell'unico erede dei Downcast. Ma non potevano più permettersi servitori.
Un'altra voce nell'inconsapevole elenco di torti compilato dal suo subconscio.
Da allora provava un'innaturale fobia per tutte le bacchette. Era un segreto che nascondeva gelosamente. Un segreto che nemmeno suo padre conosceva. Tanto che invece di comprargli una bacchetta nuova gli aveva donato la sua pensando di renderlo orgoglioso. La stessa bacchetta che lo aveva segnato per sempre. Proprio quella che temeva di più!
Come avrebbe potuto vincere la sua paura, diventare un mago e cambiare la sua vita?

Con un brivido smise di pensarci e torno a riempire il baule. Troppi dubbi e una sola certezza, il nome che quel dannato cappello avrebbe pronunciato per lui: Serpeverde!
maxmaz
Hobbit
Messaggi: 25
MessaggioInviato: Gio 14 Set 2017 15:13 pm    Oggetto:   

I miei omaggi a tutti gli insegnanti, vecchi e nuovi
(per me tutti nuovi Smile )
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