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franz
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MessaggioInviato: Mer 26 Ott 2005 6:50 am    Oggetto:   

Scuotivento è un personaggio protagonista dei romanzi di Discworld di Terry Pratchett. È un allievo fallito della scuola di magia di Ankh-Morpork, descritta spesso dagli eruditi come "l'equivalente magico del numero zero" e impiega quasi tutto il suo tempo a scappare da gruppi di esseri e persone che desiderano ucciderlo per vari motivi. Ha il fisico di un fondista.
Scuotivento, il campione universale dell’incapacità magica, il mago più inetto di MondoDisco, ma anche l'unica persona che possa salvare il pianeta dalla collisione con una stella rossa.
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franz
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MessaggioInviato: Mer 26 Ott 2005 6:52 am    Oggetto:   

I Balrog il loro nome significa demone di potenza. Giganteschi, hanno le ali e usano spade o fruste infuocate. Non parlano ma emettono suoni; vivono in caverne sotterranee. L'ultimo superstite della razza, il Balrog di Moria, ha combattuto per dieci giorni con Gandalf il Grigio.

Scheda di Strider:

Di tutti i Maiar, o semidivinità, che fecero il loro ingresso nel mondo, ve ne furono alcuni che vennero attirati da Melkor, il Vala che più tardi sarebbe stato chiamato Morgoth, e corrotti fino a diventare micidiali creature delle tenebre. Essi furono chiamati Balrog, o Valaraukar nell'antica lingua.
Essi avevano un cuore di fuoco, ma erano avvolti nell'oscurità e il terrore li precedeva. Armati di fruste infuocate, essi costituirono i più potenti alleati di Morgoth nel mondo antico. Il loro signore, Gothmog, fu responsabile della morte di Feänor, il grande elfo, e che cadde dopo essere stato circondato dai Balrog. Gothmog uccise anche Fingon, un altro grande della stirpe dei Noldor, e assaltò la città nascosta di Gondolin, finendo però ucciso dalla sua stessa vittima, Echtelion.

I Balrog perirono quasi tutti nel corso della Guerra d'Ira, in cui gli Déi, o Valar, assaltarono la fortezza di Angband e cacciarono Morgoth dal mondo. Alcuni di essi, però, si salvarono, come il Balrog che si nascose nelle profondità di Moria e che fu risvegliato dai Nani, che troppo in profondità scavarono; probabilmente è l'ultimo rimasto della sua schiatta. Essendo un Maia, il Balrog appartiene alla stessa razza di Gandalf o di Sauron stesso, e puo' battersi alla pari con loro. Come Gandalf dice alla Compagnia nelle profondità di Moria, "Questo è un avversario che va al di là delle vostre possibilità".

"Qualcosa giungeva alle loro spalle. Non si riusciva a distinguere cosa fosse: era come una grande ombra, nel mezzo della quale si trovava una forma scura di dimensioni umane, o anche più grossa; potere e terrore parevano sprigionarsi da essa e precederla.
Giunse all'orlo della voragine di fuoco, e la luce s'offuscò, come se una nube vi si fosse posata sopra. Poi d'impeto varcò il baratro. Con un ruggito le fiamme s'innalzarono in segno di saluto, intrecciandosi intorno a lui; un fumo nero turbinò nell'aria. La criniera svolazzante dell'oscura forma prese fuoco, avvampando. Nella mano destra teneva una lama pari a un'acuminata lingua di fuoco, e nella sinistra una frusta dalle molte code.
- Ahi! Ahi! -, gemette Legolas. « Un Balrog! È venuto un Balrog! ».
Gimli guardava fisso con occhi sbarrati. « Il Flagello di Durin! », gridò, lasciando cadere la sua ascia e coprendosi il viso.
- Un Balrog », mormorò Gandalf. « Adesso capisco ». Vacillò, e si sostenne faticosamente col bastone. « Che sorte malefica! Ed io sono già stanco ».
…Il Balrog giunse al ponte. Gandalf era in piedi al centro della sala e con la mano sinistra si appoggiava al bastone, mentre nella destra Glamdring scintillava, fredda e bianca. Il nemico si arrestò nuovamente, fronteggiandolo, ed intorno ad esso l'ombra allungò due grandi ali. Il Balrog schioccò la frusta, e le code scricchiarono e fischiarono. Del fuoco si sprigionava dalle sue narici: ma Gandalf rimase fermo ed immobile.
« Non puoi passare », disse. Gli Orchetti tacquero, e si fece un silenzio di morte. « Sono un servitore del Fuoco Segreto, e reggo la fiamma di Anor. Non puoi passare. A nulla ti servirà il fuoco oscuro, fiamma di Udún. Torna nell'Ombra! Non puoi passare ».
Il Balrog non rispose. Il fuoco in lui parve estinguersi, ma il buio crebbe. Avanzò lentamente sul ponte, e d'un tratto si eresse ad una immensa altezza, estendendo le ali da una parete all'altra; ma Gandalf si scorgeva ancora, un bagliore nelle tenebre; pareva piccolo, e del tutto solo: grigio e curvo come un albero avvizzito prima dell'assalto di una tempesta.
Dall'ombra, una spada rossa si rizzò fiammeggiante."

Dal Silmarillion di J.R.R. Tolkien: "Dreadful among these spirits were the Valaraukar, the scourges of fire that in Middle-Earth were called the Balrogs, demons of terror."
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Ultima modifica di franz il Ven 28 Ott 2005 16:15 pm, modificato 3 volte in totale
franz
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MessaggioInviato: Mer 26 Ott 2005 6:53 am    Oggetto:   

Gandalf è uno dei più importanti ed affascinanti personaggi che popolano la Terra di Mezzo , ed è amico sia di Aragorn che di Frodo ; è conosciuto da tutti i popoli con svariati nomi, si presenta a volte come un simpatico vecchio noto per i suoi giochi pirotecnici, a volte come inseparabile compagno di viaggio ed altre come temibile e potentissimo stregone. È proprio Gandalf che spinge Bilbo nel suo viaggio verso la Montagna Solitaria ed è sempre lui che consiglia a Frodo di recarsi a Granburrone per decidere le sorti dell’Anello. Gandalf è membro dell’ordine degli Istari, potenti maghi venuti dall’altra parte del mare per vigilare sulle sorti delle genti della Terra di Mezzo. Del suo ordine fa parte anche Saruman il Bianco. La sua figura è costantemente circondata da un alone di mistero.
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franz
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MessaggioInviato: Mer 26 Ott 2005 6:53 am    Oggetto:   

Tifone (figlio difforme della Terra e del Tartaro) ed Echidna, che era metà bella donna e metà serpente, generarono l'Idra di Lerna. Cento teste le conta Diodoro lo storico; nove la Biblioteca di Apollodoro. Lemprière ci dice che questa ultima cifra è la più comunemente ricevuta; l'atroce è che per ogni testa tagliata, due gliene ricrescevano nello stesso posto.
S'è detto che le teste erano umane e che quella di mezzo era eterna. Il suo fiato avvelenava le acque e disseccava i campi. Perfino quando dormiva, l'aria intossicata che le pesava intorno poteva essere morale per un uomo. Giunone la crebbe perché si misurasse con Ercole.
Questo serpente sembrava destinato all'eternità. Il suo covo era nei pantani di Lerna. Ercole e Iolao la cercarono; il primo le tagliò le teste, mentre l'altro andava bruciando con una torcia le ferite sanguinanti. L'ultima testa, che era immortale, Ercole la sotterrò sotto una gran pietra; e dove la sotterrarono starà ancora adesso, odiando e sognando.
In altre avventure con altre fiere, le frecce che Ercole bagnò nel fiele dell'Idra provocarono ferite mortali.
Un granchio, amico dell'Idra, morse durante la lotta il tallone all'eroe. Questi lo schiacciò col piede. Giunone l'innalzò al cielo, e ora è una costellazione e il segno del Cancro.
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MessaggioInviato: Mer 26 Ott 2005 6:54 am    Oggetto:   

Thomas Covenant non è un eroe nobile nel senso classico come Beowulf o Artù, un mago potente come Merlino o Gandalf, o persino un anti-eroe difettoso quale Elric, ma piuttosto un essere umano malato e spiritualmente paralizzato catapultato in una terra alternativa, un uomo cinico, evitato e disprezzato dalla società, che si ritrova in un mondo sconosciuto e straniero con pericoli cui è non preparato fare fronte.
Non è soltanto riluttante a partecipare a una grande avventura, com’era Bilbo e Frodo, è poco disposto persino credere alla realtà delle sue circostanze.
Per sopravvivere ai pericoli fisici indotti la terribile e incurabile malattia che lo ha colpito cambiandogli totalmente la vita, la lebbra, è diventato cinico e emotivamente insensibile, costantemente vigile riguardo il suo stato fisico.
Privato delle esigenze fondamentali per un umano (compagnia, comprensione, accettazione, rapporti affettivi e sessuali), ritrova penosamente la sua umanità essenziale.
Covenant è l’incarnazione del più grandee eroe che la Landa abbia avuto: Berek Mezzamano (Covenant ha due dita amputate a causa della lebbra) Inoltre è il possessore dell’oro bianco, il suo anello di nozze che nella Landa è un potente talismano magico (l'oro bianco non esiste nella Landa)
La magia primordiale dell’anello è l’unica in grado di contrastare il predominio del Sire Immondo, lo Spregiatore, ma non è sotto il suo controllo del portatore, e si scatena improvvisamente e imprevedibilmente.
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Aslan, il leone parlante figlio del grande imperatore che sta al di là del mare, che vince il potere della Strega Bianca è la figura centrale nelle Cronache di Narnia: Il Leone, la Strega e l'Armadio, tratto dall'amatissima serie fantasy scritta da Clive. S. Lewis nel 1950
Aslan è reale eppure divino in quanto sente sia il dolore umano che le sofferenze per le pene degli uomini, ma è anche capace di prendere le distanze da se stesso, in un modo sovrumano.
In una lettera Lewis afferma chiaramente:
"Se Aslan rappresentasse la Divinità immateriale nella stessa maniera in cui Giant Despair rappresenta la disperazione egli sarebbe una figura allegorica. Comunque in realtà egli è un invenzione che da una risposta immaginaria alla domanda, ‘Come potrebbe essere Cristo, se ci fosse un mondo come Narnia ed Egli scegliesse di incarnarsi e morire e risorgere nuovamente in quel mondo come Egli ha attualmente fatto nel nostro?’ Questo non è per niente allegorico."

"Fu allora che accadde una cosa veramente strana. I quattro ragazzi non avevano la minima idea di chi fosse questo Aslan che doveva arrivare e forse era già arrivato, eppure. sentendone pronunciare il nome, furono presi da una strana sensazione. Qualcosa di simile può succedere nei sogni e forse sarà capitato anche a voi. Qualcuno (nel sogno) dice qualcosa che non si capisce bene o non si capisce affatto, ma che sembra pieno di significato: poi il sogno si trasforma in un incubo terribile o un'avventura meravigliosa. troppo bella per essere spiegata a parole; qualcosa di indimenticabile. E in effetti non si dimentica piú e lascia per sempre il desiderio che il sogno si ripeta e torni.
Sentendo il nome di Aslan, dunque, i quattro ragazzi ebbero un tuffo al cuore. Edmund fu invasa da una misteriosa sensazione di orrore, Peter si sentí improvvisamente coraggioso e pieno di spirito d'avventura, Susan ebbe l'impressione di essere avvolta da un'onda di profumo o forse da una musica deliziosa. Lucy, da parte sua si sentì come chi si risveglia per accorgersi che è cominciata l’estate ed è tempo di vacanza."

Il dolore sparirà, quando Aslan comparirà;
al digrignare dei suoi denti fuggon tutti i malviventi;
quando romba il suo ruggito, gelo e inverno è ormai finito;
se lui scuote la criniera, qui ritorna primavera
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franz
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MessaggioInviato: Mer 26 Ott 2005 7:10 am    Oggetto:   

Lancillotto del Lago - il più valoroso dei Cavalieri della Tavola Rotonda
Personaggio delle saghe e della narrativa medievale, Lancillotto fu il più valoroso cavaliere di quella "Tavola rotonda" che si riuniva alla corte del re Artù. Si innamorò della regina Ginevra, moglie di Artù, così come si racconta nel celebre romanzo francese di cui è protagonista
Incarna tutti i valori della cavalleria: franchezza, bontà e nobiltà di cuore, pietà e temperanza; coraggio e forza fisica; disprezzo della fatica, della sofferenza e della morte; coscienza del proprio valore; fierezza di appartenere ad una casata, di essere uomo di un signore, di rispettare la fedeltà giurata ...

I cavalieri della tavola rotonda, inoltre, hanno da sempre costituito un punto di riferimento per la loro cortesia. Una virtù che comprende qualità come la bellezza fisica, l'eleganza e il desiderio di piacere, la dolcezza e la freschezza d'animo, la delicatezza del cuore e dei modi, l'umorismo, l'intelligenza e la squisita educazione.
Ma per essere cortesi non basta certo la nobiltà di nascita: i doni naturali devono essere affinati da una speciale educazione e mantenuti in esercizio dalla pratica quotidiana ...
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Dopo essersi separato dai suoi compagni, Belgarath si affrettò a tornare nella Valle di Aldur. Ma una volta giunto, scoprì che sua moglie Poledra era morta dopo aver generato due figlie. In preda al dolore, Belgarath chiamò la maggiore Polgara.
La bimba aveva i capelli neri come l'ala di un corvo, e, secondo il costume dei maghi, il padre le posò per un momento la mano sulla fronte: a quel contatto, una singola ciocca di capelli divenne candida come la neve, e Belgarath ne rimase turbato perché sapeva che la ciocca bianca era il marchio dei maghi e che Polgara era la prima femmina a portare un simile marchio.
La seconda bambina, dalla pelle chiara e dai capelli biondi, non rimase marchiata. Il padre la chiamò Beldaran, e lui e l'altra figlia dai capelli neri l'amarono al di sopra di ogni altra cosa e si disputarono sempre il suo affetto.
Quando Polgara e Beldaran raggiunsero il sedicesimo anno di età. lo Spirito di Aldur si presentò in sogno a Belgarath e gli disse: Mio amato discepolo, tu unirai la tua casa a quella del guardiano dell'Occhio. Scegli, pertanto, quale delle tue figlie dare al Re Rivano come sua sposa e madre della sua discendenza, poiché su questa discendenza riposano le speranze del mondo, contro cui il potere di Torak non potrà mai prevalere.
Nel profondo silenzio della sua anima, Belgarath fu tentato i scegliere Polgara, ma, consapevole del pesante fardello che gravava sulle spalle del Re Rivano, gli mandò invece Beldaran, piangendo quando se ne fu andata. Anche Polgara pianse, a lungo e con amarezza, sapendo che sua sorella sarebbe invecchiata e sarebbe morta. Con il tempo, tuttavia, padre e figlia impararono a consolarsi a vicenda ed arrivarono a conoscersi meglio.
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Il mago Merlino era il mago di corte e consigliere del re Artù. Personaggio molto misterioso e oscuro per molti versi era una sorta di Rasputin di quei tempi. Era profeta, mago, consigliere e si diceva che potesse viaggiare nel tempo. In realtà dev'essere stato un druido. I druidi erano i sacerdoti delle popolazioni celtiche che vivevano in Gallia ed in Britannia nei fino all'espansione del Cristianesimo in quelle terre. Essi praticavano la magia nei boschi, a contatto con la natura e, si dice, avevano molti poteri soprannaturali, tra cui anche quello di vedere nel futuro e rendersi invisibili. Le poche informazioni che abbiamo le troviamo sugli scritti degli scrittori latini e greci di quel periodo (II/IV secolo d.C.). Ma anche il personaggio di Merlino, così come quello del suo re, rimane ancora avvolto dalle nebbie del mistero.

Nel testo di de Baron, Merlino è un bambino dai poteri prodigiosi che viene condotto da re Vortigern, su richiamo di quest'ultimo per la vana costruzione di una torre fortificata, destinata alla difesa contro il vero re Uther Pendragon, spodestato da lui con un colpo di Stato, mentre è lontano dai confini del regno, ma questa crolla continuamente. Merlino rivela che il motivo dei cedimenti è da ricercare nella presenza di due draghi dormienti nelle fondamenta. Il re ordina di scavare, per appurare la veridicità della sentenza. Infatti vengono presto alla luce due giganteschi draghi che, svegliatisi, iniziano tra loro una lotta violenta, uccidendosi l'un l'altro. La scena è la predizione della sconfitta di Vortigern contro il re Pendragon, avvenuta realmente in seguito. Merlino acconsente ai favori di Uther diventandone consigliere. Il re, per celebrare la riconquista del trono, organizza una festa dove conosce Ygraine, moglie di Gorlois, duca di Cornovaglia, della quale si innamora perdutamente. Approfittando della lontananza del duca in battaglia, Uther prega Merlino di mutargli aspetto per trascorrere, senza scandali, una notte d'amore con la donna amata. La conseguenza fu la nascita di un bambino, Artù, un nuovo eroe, che viene protetto ed allevato da Merlino alla futura reggenza, vincitore di dodici battaglie tra cui, l'ultima e la più sanguinaria, quella di Mons Badon. Una storia romanzata che ci ha accompagnato per lungo tempo e ha permesso la produzione di svariati film sulle gesta di Mago Merlino e Re Artù. La presunta data della sua scomparsa, il 437 d.C., in seguito all'acclamazione di Artù come re, corrisponde al vero periodo storico secondo il quale le resistenze britanniche cessarono, mentre ripresero gli attacchi sassoni. La sua magia non andrà mai dimenticata, ha insegnato il rischio delle vie della saggezza e la pericolosa debolezza umana con la sua sete di potere
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MessaggioInviato: Ven 28 Ott 2005 8:02 am    Oggetto:   

La Strega Bianca “Era una signora altissima , più di qualsiasi altra donna Edmund avesse visto e vestita di pelliccia dal collo alla punta dei piedi. La signora teneva in mano una bacchetta d’oro e d’oro era la corona che portava in testa. Il viso era bianco: non pallido, bianco come un foglio di carta o lo zucchero filato. La bocca spiccava rossa e nell’insieme non c’era niente di brutto, ma l’espressione era quella di una persona altezzosa, fredda e dura”.
La Strega Bianca tiene Narnia sotto il suo tallone e fa durare l’inverno tutto l’anno. Può trasformare la gente in statue di pietra e fare mille stregonerie. Se ne va in giro su una slitta trainata da renne bianche.
E' figlia di Lilith, la prima moglie di Adamo, un demone del male, e di un orribile gigante e nelle sue vene non c'è neppure una goccia di sangue umano
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MessaggioInviato: Dom 30 Ott 2005 6:15 am    Oggetto: Lucy   

Le cronache di Narnia

Lucy ha un carattere allegro e capelli d’oro, è sincera e sensibile. E’ la più piccola dei fratelli Pevensie, che non le credono quando afferma di avere scoperto un passaggio nell’armadio e aver scoperto Narnia. A Narnia riceve in dono un piccolo pugnale e una bottiglietta di cristallo contenente liquido dal miracoloso potere lenitivo.
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MessaggioInviato: Dom 30 Ott 2005 6:16 am    Oggetto:   

Artù
Leggendario Re di Cambria (Galles) vissuto all'inizio del VI sec. d.C., ha dato nome ad uno dei più diffusi cicli di romanzi di avventura medioevali. La tradizione popolare lo dice figlio di Igherna, moglie di Gorloes duca di Cornovaglia, che lo ebbe da un favoloso capo dei Bretoni, Uther Pendragon, soprannominato Testa di Drago. Merlino, che era il Mago del regno, affidò l'educazione del piccolo erede a Sir Ettore, che lo crebbe con grande amore assieme al figlio Kay. Morto il re, il paese precipitò in una serie di disordini che ne sconvolsero il sano ordinamento.
La battaglia per la successione sarebbe stata aspra se Merlino non fosse intervenuto a comporre la questione: nel Cimitero di Londra trovarono una spada conficcata nella roccia, sulla cui elsa era scritto : ' Chi riesce ad estrarre questa spada sarà il legittimo Re di Inghilterra'.
Solo il futuro re poteva estrarla dalla roccia, e Artù fu l'unico a compiere il prodigio e l’impresa gli conferì il rango di re.
Amato e stimato dai sudditi, ben presto portò la pace nel reame. È il 516 quando Artù assume il potere e comincia la lotta contro i Sassoni. Ottiene dodici grandi vittorie, debella i nemici e ristabilisce il cristianesimo. Sposa Ginevra (Guanhumara), bellissima principessa della famiglia dei Duchi di Cornovaglia, cantata con lui nella saga nazionale. Investe un nuovo ordine cavalleresco, la Tavola Rotonda, che prende il nome dal tavolo attorno al quale sedevano i cavalieri. Secondo la predizione di Merlino, il nuovo ordine era stato costituito per l'impresa più nobile e santa: il recupero del Santo Graal, la coppa nella quale bevve Gesù durante l'ultima cena. Nel compiere la leggendaria impresa i Cavalieri dovevano acquistare la dignità della rivelazione e ciò poteva avvenire soltanto attraverso il compimento di gesta eroiche ed umanitarie. La loro spada doveva essere al servizio dei poveri e dei deboli. La loro ricerca doveva fermarsi per aiutare le vittime dell'ingiustizia.
Artù muore a York nel 540 per una ferita riportata combattendo contro il nipote Mordred che tentava di spodestarlo. La tradizione vuole che dopo morto sia stato assunto in cielo, dando nome ad una stella della costellazione Boote. Altri raccontano che sia stato trasportato nell'isola Avalon, dove lo assistono nove fate.
Excalibur è una delle mitologiche spade di Re Artù. E’ la spada conficcata in una roccia che il futuro re riesce a estrarre. Questa spada, in seguito, venne però rotta. In seguito, Artù ricevette una seconda spada Excalibur dalla Dama del Lago; alla morte di Artù, questa spada venne restituita alla
Il fodero di Excalibur aveva il potere magico di proteggere il suo proprietario dall'essere ferito; è il furto del fodero da parte di Morgana la Fata che porta, alla fine, alla morte di Artù. In 'Morte Arthure' (ca. 1400), si dice che Artù aveva due spade; la seconda era Clarent, rubata dal malvaglio Mordred, che con essa diede ad Artù il colpo mortale.
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MessaggioInviato: Dom 30 Ott 2005 6:18 am    Oggetto:   

Gilgamesh è un personaggio della mitologia sumera.
Mitico re dei Sumeri, regnò sulla città di Uruk (l'ovile), antica città dell'odierno Iraq, nelle vicinanze del golfo Persico.
Le sue vicende sono narrate nel primo poema epico della storia dell'umanità, denominato successivamente Epopea di Gilgamesh. Si tratta di una leggenda babilonese, il cui nucleo principale risale ad antiche leggende sumeriche, ma che venne trascritta molto tempo dopo il periodo in cui è ambientata la storia. La versione più completa del poema venne incisa su undici tavolette di argilla che furono rinvenute tra i resti della biblioteca reale nel palazzo del re Assurbanipal a Ninive, capitale dell'impero assiro
Gilgamesh, per due terzi divino e per un terzo umano, è un sovrano crudele che tormenta i suoi sudditi, finché non incontra Enduk, creatura selvaggia plasmata dagli dei per rispondere alle preghiere dei cittadini di Uruk. Gilgamesh ed Enduk lottano selvaggiamente, dapprima all'interno del tempio e quindi nelle strade. Gilgamesh sconfigge Enduk, ma, colpito dal valore del suo avversario, stringe con lui un solenne patto d'amicizia.
I due amici si avventurano fuori dalla città verso la foresta dei cedri dove il terribile mostro Hubaba sta a guardia dei pregiati alberi. Il loro scopo è tagliare i tronchi più belli per portarli ad Uruk ma vengono scoperti dal mostro. Uniti combattono e sconfiggono la bestia e così i due eroi trionfanti fanno ritorno ad Uruk con il prezioso bottino. Gli dei in collera scatenano per le strade di Uruk la furia del "grande toro celeste". Enduk afferra il toro per la coda e Gilgamesh lo colpisce con la sua spada. I due eroi trionfano, forti del loro valore. Enduk tuttavia per volontà degli dei muore e Gilgamesh, per la prima volta è affranto dal dolore.
Sconvolto egli parte alla ricerca dell'unico uomo che conosce il segreto dell'immortalità: Utnapishtim ma quando riesce ad incontrarlo, dopo numerose peripezie, capisce dalle parole del saggio che l'immortalità non può essere raggiunta, poiché è stato dono del cielo. Gilgamesh tuttavia apprende anche come possa rendere il suo ricordo immortale grazie alla fama delle gesta compiute, a consolarlo dell'inevitabile destino. Egli allora torna ad Uruk e scrive la propria storia
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MessaggioInviato: Dom 30 Ott 2005 6:20 am    Oggetto:   

Il kraken è una specie scandinava dello zaratan e del drago o serpente di mare degli arabi.
Nel 1752 il danese Eric Pontoppidan, vescovo di Bergen, pubblicò una Storia naturale della Norvegia, opera famosa per la sua ospitalità o credulità; nelle sue pagine si legge che il dorso del kraken ha un miglio e mezzo di lunghezza, e che le sue braccia possono afferrare la piú grande delle navi. Il dorso emerge come un'isola; Eric Pontoppidan finisce anzi per formulare questa norma: « Le isole galleggianti sono sempre kraken ». Anche scrive che il kraken suole intorbidare l'acqua con una scarica di liquido; e di qui s'è congetturato che il kraken sia un ingrandimento del polpo.
Tra le composizioni giovanili di Tennyson, ce n'è una dedicata al kraken. Dice, letteralmente, cosí:
Sotto i tuoni della superficie, nelle profondità del mare abissale, il kraken dorme il suo antico, non invalido sonno senza sogni. Pallidi riflessi s'agitano intorno alla sua scura forma; vaste spugne di millenaria crescita e altezza si gonfiano sopra di lui, e in un baratro di luce smorta, polipi innumeri e giganteschi battono con immense braccia la verdastra immobilità, da segrete celle e grotte meravigliose. Giace lì da secoli, e giacerà, cibandosi addormentato di immensi vermi marini, finché il fuoco del Giudizio Finale non riscaldi l'abisso. Allora, per essere finalmente visto dagli uomini e dagli angeli, ruggendo sorgerà e morirà alla superficie.
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Gli orchi sono creature malvagie agli ordini di Sauron. Vi sono tre tipi di Orchi nella Terra di Mezzo: gli Orchi “normali” e gli Uruk-Hai. I primi sono i più diffusi, di statura medio bassa e probabilmente anche tra i primi a comparire sulla Terra di Mezzo; quelli sotto il comando di Sauron hanno come effige sui loro scudi e sui loro elmi un occhio rosso in campo nero. Rappresentano l’esercito e il braccio esecutivo della potenza di Sauron, e spesso vengono costretti ad annientamenti di massa, visto il loro altissimo numero. Gli Uruk-Hai sono le creazioni di Saruman: essi sono più forti, più alti e più assetati di sangue degli Orchetti “normali”, tuttavia sono anche molto veloci; è da notare, a questo proposito, come riescano a distaccare Aragorn, Gimli e Legolas quando questi li inseguono per le pianure del Rohan. Gli Uruk-Hai di Saruman hanno come effige una mano bianca su uno sfondo nero. Va detto tuttavia, che pur essendo sul piano teorico alleati Saruman e Sauron, gli Uruk-Hai dell’uno e gli Orchetti dell’altro spesso si trovino in disaccordo sul da farsi e addirittura combattano fra di loro. Sembra addirittura che gli Uruk-Hai di Saruman avessero l’ordine di depistare i sevi di Sauron.

Caratterizzati da una bassa statura, i goblin erano accusati di rapire durante la notte donne e bambini, sostituendo questi ultimi con i propri mostruosi figli. Piccole creature umanoidi dalla pelle marroncina, ma che può variare dall'arancio al rosso scuro, e dai lineamenti appuntiti, la loro forza risiede nel numero, poiché essendo poco robusti e alquanto bassi non dispongono di grande potenza se presi singolarmente.
I goblin fanno ormai parte dell'immaginario fantasy e vengono inseriti anche in opere moderne: nel film Labyrinth sono guidati da un mago (interpretato da David Bowie) e tormentano una ragazza, nella saga di Harry Potter sono banchieri, nei videogiochi della serie Warcraft sono dei piccoli esseri verdi avidi e versati nell'ingegneria, nel gioco di ruolo Dungeons & Dragons sono un tipo di mostri che i personaggi potranno affrontare
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