Io ho sempre avuto una passione maniacale per le canzoni... le imparavo a memoria
Eccovi le mie preferite...
Il canto d'addio a Boromir
Su Rohan, su campi e stagni, tra l'erba verde e alta,
Soffia il Vento dell'Ovest, e il muro e il vallo assalta.
"Che nuove stanotte per me, o vento dall'Ovest vagante?
Boromir l'Alto vedesti, al chiaro di luna o al sole avvampante?".
"Sette torrenti passò cavalcando, grigi e ruggenti;
L'ho visto in terre deserte, solo, inseguire i venti
E l'ombre del Nord, per sempre. Ha udito il Vento del Nord,
Forse, suonare il corno del figlio di Denethor".
"O Boromir!, dalle mura guardo a ovest, cercandoti invano,
Ma tu mai più sei tornato dal buio deserto lontano".
Soffia il Vento del Sud, da dune e scogliere, dal Mare,
Con voce tremante, e porta fin qui del gabbiano il gridare.
"Che nuove dal Sud per me, o vento che spiri fremendo?
Dov'è Boromir il Bello? Tarda, e ansioso lo attendo".
"Non chiedermi dove egli sia... La ossa son molte
Sui neri scogli e sulla bianca rena, nelle cupe notti sconvolte;
Tanti, in cerca del Mare, dell'Anduin solcan la via.
Chiedi al Vento del Nord che ne è di quelli che m'invia!".
"O Boromir! Là dove geme il Vento, la via porta a sud verso il Mare,
Ma tu non giungi al grido dei gabbiani, dalle grigie sponde del Mare".
Dalla Porta dei Re soffia il Vento del Nord, sopra rapide e forre;
Freddo e limpido il suo richiamo scroscia e tuona intorno alla torre.
"Che notizie dal Nord, o vento possente, rechi oggi per me?
Che ne fu di Boromir l'Intrepido, che da tempo qui più non e'?".
"Sotto Amon Hen gridava, oppresso da molti nemici.
L'elmo rotto, la spada in frantumi, alle acque l'affidaron gli amici.
Il capo fiero e il bel volto alla morte han consegnato.
E Rauros, la rapide d'oro, lontano con sè l'ha portato".
"Boromir! La Torre di Guardia sempre a nord rivolta sarà,
Verso Rauros, le rapide d'oro, sino all'ultimo dì che verrà".
Canzone di Bilbo a Gran Burrone
Seduto accanto al fuoco, rifletto
Su tutto quel che ho visto,
Sulle farfalle ed i fiori dei campi
In estati ormai da me distanti;
Penso a foglie gialle e a tele di ragno
In autunni che più non torneranno;
Alle nebbiose mattine, e al sole d'argento,
E ai miei capelli agitati dal vento.
Seduto accanto al fuoco, rifletto
Al mondo che sara',
Quando l'inverno un giorno giungerà,
Ma della primavera io non vedrò l'aspetto.
Vi sono infatti tante e tante cose,
Che io purtroppo ancora non conosco:
Diversi in ogni prato ed ogni bosco
Il verde ed il profumo delle rose.
Seduto accanto al fuoco, rifletto
Ai popoli vissuti tanto tempo fa,
Ed a coloro che vedranno un mondo
Che a me per sempre ignoto resterà.
Ma mentre lì seduto rifletto
Sui tempi che fuggiron veloci,
Ascolto in ansia ed aspetto
Il ritorno di passi e di voci.
Amroth e Nimrodel
Elfica fanciulla d'un tempo passato,
Stella che brilla al vento,
Bianco il suo mantello e d'oro bordato
E le scarpe grigio argento.
Una stella sulla sua fronte,
Una luce sui suoi capelli,
Il sole brilla tra le fronde
A Lòrien dei giorni belli.
Lunghi i capelli, bianca la pelle, chiara la voce
Della libera fanciulla volante
Nell'aria e nel vento come luce veloce,
Come sul tiglio foglia vibrante.
Nel Nimrodel fra le cascate
Dalle acque chiare e spumeggianti
La sua voce come gocce argentate
Squillava tra i flutti scintillanti.
Nessuno sa per quali alti valichi
Se all'ombra o al sole ella errando vada,
Perchè Nimrodel smarrita in tempi antichi
E persa fu nei monti e nella rugiada.
Nei rifugi oscuri la elfica nave,
Sotto il riparo del monte,
Da giorni e giorni l'aspettava
Nelle ruggenti acque profonde.
Un vento al Nord si levò di notte,
Ululava e gemea,
E trascinò via dai porti le navi a frotte
Nella potente marea.
Pallida venne l'alba e le terre fuggivano.
Grigio svaniva il monte
Oltre le grandi onde che violente muggivano
E spumeggiavano sino all'orizzonte.
Amroth le spiagge ed i lidi mirava
Oltre l'onda sollevata,
Odiando la nave infida che l'allontanava
Da Nimrodel la sua adorata.
Egli Re Elfico anticamente era,
Signore d'albero e di radura,
Quando d'oro brillavano i rami in primavera
A Lothlòrien la pura.
Lo videro balzare dal timone nel mare
Come la freccia dalla corda tesa,
E nelle acque profonde nuotare
Come il gabbiano sull'onda protesa.
Il vento impetuoso nel fluente capello,
La schiuma lo avvolgeva tutto,
Lungi lo videro possente e bello
Attraversare il flutto.
Ma da ovest non è giunto messaggio
E sul Vicino Lido incantato
Gli Elfi nulla sanno del viaggio
Di Amroth loro re adorato.
a Paolini che tenta di imitarlo!