Verso la gloria, primo uscita della collana Mytico! Ai confini della leggenda, ha il singolare primato di essere il primo collana di inediti allegata a un quotidiano, nella fattispecie al Corriere della Sera. Nell'ambito delle molte proposte di ristampe, miti del fumetto, supereroi, bonelliani vari, allegati a vari quotidiani, è capitato sporadicamente che venisse anche pubblicata qualche storia inedita, ma questa è la prima volta che una collana è stata concepita per essere venduta insieme a un giornale.

La proposta è un curioso ibrido tra tematiche tipiche della nostra cultura classica, i miti greci e latini, e il linguaggio del fumetto statunitense, il cosiddetto comic book.

Siamo di fronte a un rielaborazione fumettistica della guerra tra i Greci e la città di Troia, parzialmente raccontata nell'Iliade di Omero. Lo sbarco degli Achei sulle spiagge della città, seguito dai primi scontri e dal primo duello tra Achille ed Ettore. Per non tacere dell'ingerenza degli dei nel conflitto.

Mai come in questo caso la scelta di formato è anche una scelta di linguaggio del fumetto.

L'albo a fumetti di stampo statunitense, presenta una sola storia, mediamente di una ventina di pagine, a colori, in un albo la cui lunghezza complessiva supera, di norma, di poco la trentina di pagine, includendo anche redazionali e pubblicità. Gli albi sono spillati. Questo formato è ormai noto in Italia, in una forma adattata alle esigenze del nostro pubblico, infatti gli albi che propongono fumetti statunitensi di solito presentano due se non tre storie. Questo perché il lettore italiano è abituato da sempre a leggere storie più lunghe, proposte nel tipico formato chiamato Bonelliano, di almeno 100 pagine, brossurati e in bianco nero, con la pagina di dimensioni inferiori.

Sarà per la nostra attitudine alle storie più lunghe, che i tentativi di proporre il comic book nella sua forma più pura, con una sola storia, non hanno mai avuto molto successo.

Ci sarebbero altri formati a cui è avvezzo il nostro pubblico, ma esula dagli scopi di questa recensione.

Questa lunga parentesi è per chiarire che la scelta del formato, influenza chiaramente la narratività, della parte scritta e di quella per immagini. Come nella tradizione supereroistica statunitense, la vicenda corre veloce, con tanti momenti di azione, tavole per lo più regolari, ma intervallate da alcune più dinamiche, nelle quali i personaggi sfuggono ai confini della vignetta, e ogni tanto, nei momenti clou, delle vignette a tutta pagina, le splash page.

Il dialogo è retorico, come da tradizione mitologica, ripresa anche da Stan Lee per i supereroi, le didascalie suggellano i momenti topici e, last but not least, come i supereroi i personaggi parlano, parlano, parlano, durante i duelli. 

Contenuti mitici nostrani, con linguaggio fumettistico d'oltreoceano avente in fondo la stessa fonte d'ispirazione, insomma. L'autore dei testi Stefano Ascari e il disegnatore Andrea Riccadonna sembrano cresciuti a pane e supereroi, ma sanno fondere a essi temi e linguaggio dell'epica classica.

Nelle intenzioni editoriali dovremmo essere davanti a un fumetto d'intrattenimento che allo stesso tempo abbia un intento educativo.

Il prodotto fumettistico è realizzato con onestà e impegno, ed è godibile e divertente, ma certe scelte di progetto generale, dettate con probabilità da qualche "stratega" del marketing probabilmente, lasciano perplessi.

Il titolo per esempio, non voglio lanciarmi in suggerimenti o alternative, ma alle mie orecchie suona come esterofilo e provinciale, una parola di una lingua che non esiste, (Unika docet). Non vale ovviamente la giustificazione che si tratti di un prodotto per ragazzi, perché mai deve essere sinonimo di sciatteria o superficialità a maggior ragione certe invenzioni andrebbero evitate, affinché non facciano capolino nei loro temi in classe per esempio.

Ricordo che nel DNA del gruppo RCS ci sono precedenti illustri nell'editoria per ragazzi, come ll Corriere dei Piccoli e Il Corriere dei Ragazzi, che a un certo punto ebbe la forse infausta denominazione Corrier Boy, ma credo che nessuno all'epoca l'avrebbe chiamato, per esempio, Corryere dei Ragazzy

C'è da focalizzare però bene chi siano i destinatari di questo prodotto. 

La presenza, oltre al fumetto, di redazionali che approfondiscono i temi, mette in perfetta evidenza il pubblico di riferimento, ossia i ragazzi di scuola media superiore, magari studenti del classico, che possano appassionarsi a delle storie che a scuola hanno conosciuto in maniera "cattedratica". Ma potrebbe anche servire ai loro coetanei di altri corsi di studi, per colmare in parte il divario dovuto alla mancanza di studi classici, stimolandoli a leggere altro.

Anche su questo fronte ho delle perplessità, poiché quello che manca agli articoli è una bibliografia minima, non tanto di edizioni dei poemi, facilmente rintracciabili, ma di saggistica divulgativa.

I pur buoni redazionali lambiscono appena la superficie di una conoscenza che andrebbe approfondita. Non sono superficiali, ma solo introduttivi. Non dicono cose inesatte, ma non c'è l'intento di sostituirsi a dei libri di testo o saggi. La testata si presenta come antologica. Volendo narrare brevi sprazzi del mito, questo primo numero si è occupato dell'Iliade, ma il prossimo parlerà di Eracle, con un altro gruppo creativo. Se lo scopo è introdurre le tante e varie tematiche, anche mezza pagina di riferimenti bibliografici sarebbe servita allo scopo. Così la propedeuticità dell'operazione viene meno.

E' interessante anche capire come però il prodotto possa arrivare nella mani dei suoi lettori.

In questo caso dobbiamo tenere presente il pubblico di riferimento del quotidiano, ossia un professionista di opinioni moderate, di istruzione e reddito medio alti, che nell'acquistare il suo quotidiano preferito trova questo curioso abbinamento. E' necessario che questo soggetto apprezzi il media fumetto se si vuole raggiungere lo scopo. Ossia se si vuole che questo genitore acquisti il volume non per se, magari per collezionismo, ma anche per farlo veramente leggere al virgulto, che non compra quotidiani, ma i comic book posizionati altrove in edicola, quando non i manga. Se si pensa che anche persone di media cultura non riconoscono all'arte sequenziale la dignità di media narrativo, e lo considerano ancora un "genere", per giunta risibile, l'operazione ha del coraggioso.

Certo, il confronto con altri prezzi di copertina, dai bonelliani agli albi Marvel, potrebbe fare apparire il prezzo indicato di 2,80 € come alto, anche se il primo, e il secondo numero a giudicare dalla terza di copertina, sono proposti a un euro. 

Il confronto con gli albi di 96 pagine in bianco e nero lo eviterei, stiamo parlando di altro iter produttivo, altre tirature.

Si potrebbe allora confrontarlo con i comic book che adattano in Italia i fumetti statunitensi. In questo caso devo ricordare che si tratta di prodotti d'importazione, vengono acquistate le pellicole, a costi più bassi di una produzione ex novo.

Produrre un fumetto costa, realizzarlo a colori, con copertina rigida metallizata anche. La mia opinione è che per i prossimi numeri, finita la novità, ci si aspetti un punto di pareggio relativamente basso, nonostante l'impegno promozionale. Da questo punto di vista tutti i media sono coinvolti, sono state attivate una pagina facebook (https://www.facebook.com/mytico.corriere), una community sul web (www.mytico.corriere.it/), una casella di posta elettronica e una classica e tradizionale casella postale per la posta cartacea.

Se la collana Mytico! sarà o meno una apripista per altre produzioni proposte in allegato ai quotidiani è presto per dirlo. Temi e storie da raccontare non ne mancano.