Ciao, Paolo. Nel corso della tua carriera hai realizzato tantissimi disegni e copertine. A quali sei rimasto particolarmente legato?

È difficile risponderti, cerco sempre di mettere qualcosa di originale in ogni disegno, inserendo elementi visivi ed emotivi che prima di tutto mi emozionino. Con questa domanda, è come chiedere a una madre quale sia il suo figlio preferito: potrei risponderti con svariati titoli di copertine che ho realizzato. Se ad esempio parliamo dei libri di Licia, senz'altro la prima, Nihal della terra del vento.

Dopo questa illustrazione, ho iniziato a riscontrare un “affetto” via via crescente da parte del pubblico. Importanti sono anche state le copertine per la raccolta Sanctuary della Asengard e Alice nel paese della vaporità per Salani. Sono disegni che ho realizzato in un periodo particolare, quando cercavo un'evoluzione davvero forte. Attraverso quei disegni ho raccolto input per creare nuove visioni, che hanno portato alle sperimentazioni vitali per la nascita di Favole degli Dei (per quanto riguarda stile visivo e dettagli rappresentati).

Ci sono anche tante illustrazioni inedite a cui sono molto legato. Alcune di queste si possono vedere sul mio sito internet: ad esempio Lullaby, dove un albero dall'espressione burbera sembra destarsi al tocco di una fatina luminosa. Sono affezionato anche a un disegno di Totoro, fatto un anno fa per commemorare le vittime del terremoto e dello tsunami che hanno sconvolto le coste giapponesi. Miyazaki, con tutto il suo mondo, rappresenta una vera e propria parte di me e con quel lavoro ho in un certo senso ritessuto i fili con una terra a cui sono molto legato.

Un'altra copertina che mi è rimasta nel cuore è Il drago di ghiaccio per Mondadori. Peraltro, ricevetti un'email personale di George RR Martin, che voleva comprarne l'originale. Essendo però un disegno digitale, non mi fu possibile esaudire il suo desiderio.

Come nasce l'idea per una copertina? E quali materiali usi?

Spesso faccio prima uno schizzo su un foglio di carta, poi lo importo sul computer e lo coloro in digitale. Una copertina nasce a volte liberamente, altre seguendo indicazioni più specifiche, perché quando si realizza un lavoro di questo tipo, le decisioni finali non spettano solo a me. Occorre discuterne. Gli art director mi mandano un riassunto del libro o indicazioni più o meno precise, e a volte addirittura l'idea definitiva.

In alcuni casi posso avere più libertà e decidere da solo in che modo impostare l'illustrazione, ad esempio mettendo un personaggio unico o più figure, e magari solo un mostro o un paesaggio, qualcosa comunque di particolare che rappresenti la storia raccontata dal libro. Lo sguardo e la posa del protagonista devono comunicare carattere e sensazioni, cercando di far capire al lettore cosa aspettarsi dalla storia.

Il processo iniziale è questo, poi coloro lo sketch con una o più prove di colore, mandando queste alla case editrice. Quando il tutto viene approvato dagli art director, realizzo il definitivo.

Che effetto ti va vedere i tuoi disegni in tutte le librerie?
Alice nel paese della vaporità
Alice nel paese della vaporità

Le prime copertine sono state, dal punto di vista emozionale, qualcosa di unico. Tempo fa, i disegni che realizzavo erano visti solo da genitori e amici: in effetti, non li mostravo molto volentieri. Quelli erano mondi solo miei.

Quando però ho visto in libreria le copertine con sopra stampate le mie illustrazioni, ho capito che questo percorso di intimità si era interrotto. Da un certo punto di vista ho provato una strana e indecifrabile sensazione, dall'altra parte ero davvero contento, perché un piccolo grande sogno si stava realizzando. Se non ricordo male, sono passati sei o sette anni dall'inizio di questo percorso professionale, per poter finalmente realizzare la prima copertina fantasy.

Inoltre, quando ho iniziato, internet non era così popolare e reperire notizie nella mia piccola città relative al mondo dell'illustrazione non era così facile: il percorso per diventare disegnatore professionista non mi risultava molto chiaro, e non avevo “linee guida”. Andavo più a tentativi. Poi, diventando sempre più noto grazie ai miei lavori, sia nell'ambiente editoriale che tra il pubblico, le richieste sono aumentate e ho raggiunto il mio vero obiettivo, cioè realizzare disegni di fantascienza e fantasy in maniera continuativa.