Il progetto di cui vi parlo non ha molto a che vedere con il fantastico, se non in senso lato. Sicuramente Topolinia e Paperopoli, città popolate da animali umanizzati, non sono universi propriamente fantasy, ma sono reami della fantasia.  Nell'universo fantastico ideato da Giuseppe Zironi, scrittore dei testi, e dai disegnatori Lorenzo Chiavini e Roberto Ronchi esistono due città popolata da animali che vivono però come esseri umani: Cat Town e Dog City. Quali siano gli animali che li popolano è facile intuirlo. Nell'eterna diatriba tra gattofili e cinofili sembra che gli autori si schierino nella prima schiera. Cat Town è un posto tanto felice da sembrare finto. E d'altra parte lo è, perché inventare una città triste come il mondo reale? Ma se è finta, ovviamente Cat Town, un po' più realistica è Dog City, metropoli densamente popolata, sporca, corrotta e inquinata. Il modello è la Sin City milleriana.

Cosa può accadere nel momento in cui una famiglia di quattro gatti, nel senso più letterale del termine, si trasferisce dall'amena cittadina alla canina metropoli? Che il contrasto tra la provenienza provinciale dei personaggi e la mentalità cittadina emerga ancora più forte. Ma la metafora dei cani e dei gatti è molto più alla portata del piccolo pubblico di lettori al quale questo prodotto si rivolge.

La famiglia Micini, composta dal papà Lorenzo, disegnatore di fumetti, dalla mamma Violetta, recluta della polizia che al primo incarico viene mandata nella fetida città, e dai figli Michele (detto Milki) e Milla.

Tutto il resto della storia, dall'arrivo in città della famiglia, fino al primo impatto con la criminalità locale, l'intreccio "giallo" e le conseguenti scoperte dei personaggi sono puro hard boiled. Ci sono parecchi schemi conosciuti. E' genere, quello del poliziesco per ragazzi, che negli anni aveva perso la sua cattiveria. Ricordo ancora con piacere storie di Topolino contro Macchia Nera dove l'uso delle pistole non era bandito, e dove i bambini non venivano presi per stupidi solo perché piccoli.

I personaggi sono ben strutturati, anche se ovviamente non tutto di loro è rivelato, trattandosi del primo numero di una serie, della quale è in vendita anche il numero due, chiamato Bulli e Pupe.

Il linguaggio è chiaro e scorrevole e la trama procede con ottime trovate, senza essere né troppo semplice né inutilmente complicata. Un intreccio adeguato al suo pubblico, che però non annoia gli adulti.

Le illustrazioni sono più che gradevoli, sono ben fatte sia dal punto di vista artistico che narrativo, costituiscono parte dell'esperienza di lettura e sono imprescindibili dal testo. Parliamo di illustrazione di testo narrativo attenzione, non di fumetto. Un linguaggio diverso che i due illustratori accreditati sembrano ben padroneggiare. L'elegante progetto grafico di Mara Scanavino è la ciliegina sulla torta.

Questo prodotto riprende quindi con efficacia la tradizione del noir per ragazzi di cui parlavo prima, anche se manca forse di quella cattiveria, ma d'altra parte mettere in mano una pistola a un micino non sarebbe stato molto educativo. La questione si risolve in modo esilarante, tutto sommato. Se volete sapere come un caco possa diventare un'arma il consiglio che vi do è quello di farlo leggere ai vostri ragazzi e di leggerlo insieme a loro. Vi divertirete.