“Nella luce cupa del pomeriggio l’elegante landau avanzava scricchiolando sul sentiero ghiacciato.” (Pag. 9).

Già alle prime pagine il lettore si trova immerso in un’ambientazione sinistra, caotica e piena di eventi (a partire dall’uso degli aggettivi); ancor prima di conoscere uno per uno i personaggi, il lettore viene a sapere della morte della protagonista, la bambina di dieci anni, Lola, alla quale gli abitanti dedicano un breve funerale e la cui morte appare come un mistero inspiegabile.

La narrazione non è mai troppo ripetitiva né noiosa, questo grazie anche alla linea temporale che separa le vicende del passato, relative alla vita di Emily e di Rosie, dalle vicende del presente riguardanti invece il giovane Nathan e il padre William. Il passato con i suoi flashback aiuta il lettore a ricomporre i tasselli mancanti della vita di Lola mentre il presente, ossia il punto di vista del giovane Nathan, cerca di risolvere il mistero. L’ambientazione, descritta sempre come un luogo maledetto e sinistro, non supera mai le mura della piccola cittadina inglese di Whisperwood e del cimitero, un nome suggestivo dal momento che whisper in inglese significa “voce/bisbiglio” e wood vuol dire “legno/foresta”. La cittadina è formata da un piccolo centro abitato e dal caratteristico cimitero circondato da un folto bosco dove in mezzo al lago vi è un isolotto. L’isolotto rappresenta la terra sconsacrata, terra in cui sono stati seppelliti e brutalmente uccisi eretici e praticanti della magia.

Il cuore del romanzo è proprio il mistero che racchiude Whisperwood e che nessuno ha mai svelato o, meglio dire, non vuole svelare: gli abitanti sanno che è impossibile uscire di casa di notte perché i “Vicini”, il nome che utilizzano gli anziani per indicare gli spiriti maligni dei boschi, uccidono chiunque disobbedisca alle loro regole.

La storia inizia a prendere forma a partire dal quarto capitolo, quando il periodo storico, l’ambientazione e le situazioni cominciano a ruotare attorno alla moderna Whisperwood e al giovane Nathan alle prese con la sua adolescenza. Il lettore viene a scoprire pian piano i dolori del protagonista, rimasto orfano di madre, che viene trascurato continuamente dal padre perché ritenuto troppo piccolo per comprendere alcune situazioni. Durante una lite, Nathan scappa di casa di notte e viene attaccato da un mostro da cui riuscirà a salvarsi per miracolo. La bizzarra vicenda lo porta a fare la conoscenza di una ragazza dai capelli scuri che abita nel vecchio cimitero (che lei chiama sepolcreto), Lola. Il ragazzo rimane impressionato dalla fanciulla e promette a Lola di non dire a nessuno dove lei viva assieme ai suoi amici strani, una statua di pietra animata, un fantasma che chiamano Poeta e altri esseri fuori dal comune. Nathan scopre dopo settimane che qualcuno ha intenzione di distruggere il cimitero e radere al suolo una parte del bosco per costruire un parcheggio e un centro commerciale con l’intento di attirare più turisti a Whisperwood. L’intreccio narrativo continuerà a tenere con il fiato sospeso il lettore quando Nathan inizierà ad indagare sul passato della sua famiglia e non farà la conoscenza della strana e sola Rosie Maud, la vecchina che ama cucire pupazzi nella sua grande casa senza mobili. Nathan dovrà riuscire a scoprire cosa si cela dietro all’antica maledizione che incombe sulla sua famiglia, una maledizione che lo porterà ad indagare anche sul passato di Lola.

Il linguaggio di Emanuela Valentini è semplice e diretto, nonostante ciò ogni periodo mira a descrivere fin nei particolari situazioni e stati d’animo di ciascun personaggio; ogni evento all’interno del romanzo viene descritto con minuziosità. Un esempio che potrei allegare all’articolo potrebbe essere la scena in cui Nathan non riesce a comunicare con il padre e a spiegargli realmente cosa sta accadendo nella sua testa.

I personaggi della storia meglio descritti sono Rosie Maud, Nathan e Lola. Rosie è un personaggio secondario inizialmente che acquista grande valore all’interno dell’intreccio narrativo a metà del libro, quando inizia a narrare la sua triste storia e quando il lettore riesce a ricollegare alcuni eventi al suo dolore, lo stesso che l’ha costretta a trattenere i propri poteri magici per lungo tempo. Nathan è il cardine della storia, del passato e del presente di Whisperwood, l’unico che può trovare una soluzione alla maledizione. Lola, invece, è un personaggio adorabile: è una bambina che non vive e che non è neanche morta, una bambina che ama i gatti di peluche e dà vita alle statue per non stare sola. E, naturalmente, parla e si comporta da bambina anche con Nathan e con gli amici del cimitero. Un aspetto negativi del romanzo di Emanuela Valentini è la presenza di alcune informazioni superflue riguardanti personaggi secondari aggiunte nei primi tre capitoli: nelle prime venti pagine compaiono talmente tanti nomi da riuscire a far confondere. L’idea era quella di iniziare la storia nel “mezzo della vicenda”, ossia nel 1890 fra le chiacchiere degli abitanti dopo l’accaduto della morte della piccola Lola, ma l’aggiunta di troppi nomi, situazioni e personaggi disorientano un po’ il lettore.

Lola, nonostante sia la protagonista, compare successivamente come vero e proprio personaggio, anche se è giusto precisare che viene continuamente fatto riferimento alla sua misteriosa morte nelle pagine precedenti. Le descrizioni a volte lunghe e dettagliate non rallentano del tutto la lettura, nonostante ciò sarebbe stato meglio in alcuni casi tagliare qualche scena superflua come alcuni periodi troppo lunghi incentrati sui sentimenti di Nathan. L’inserimento di un poeta realmente esistito in Inghilterra all’interno del libro (e di una presunta leggenda relativa alla sua morte) rende la storia più intrigante e interessante, quasi come se l’autrice avesse voluto mescolare fantasia e realtà. I capitoli finali sono le pagine più curate ed emozionanti del libro perché vengono fuori le emozioni di ciascun personaggio.

Fra i romanzi d’esordio dell’ultimo anno, Lola. La bambina senza cuore rientra sicuramente fra quelli più meritevoli, un romanzo coraggioso che cerca di portare il fantasy italiano ad imboccare generi del tutto sconosciuti. Lo stile, le atmosfere, i personaggi e il linguaggio che ricordano vagamente lo stesso genere trattato da Neil Gaiman nel Figlio del Cimitero non deluderanno gli amanti del fantastico e del macabro. Una storia che tiene con il fiato sospeso, arricchita dalle illustrazioni di Giampiero Wallnofer che riesce a dare vita a ciascun personaggio pagina dopo pagina.