Sarà in libreria a febbraio, ma è stato presentato in anteprima a Lucca Comics & Games 2013 e noi di Fantasy Magazine abbiamo avuto l'opportunità di recensirlo in anteprima per voi. Stiamo parlando di Warrior, secondo romanzo di Antonio Lanzetta, autore già noto nel panorama del fantastico italiano per Ulthemar - La forgia della vita, con cui si è aggiudicato il Premio Cittadella. Protagonista di Warrior, pubblicato da La Corte, è Darius, un uomo - un guerriero - che ha perso tutto a causa di Caio Settimo, imperatore di Andurian. Caio Settimo ha bruciato sul rogo sua madre, capo della ribellione anti-imperiale, e un incidente lo ha privato della moglie e del figlio neonato. L'unica identità rimasta a Darius, a cui l'uomo si aggrappa con tutte le sue forze, è la sua essenza di guerriero, che lo porterà a sopravvivere nelle arene di gladiatori di Xendria. Quando la longa manus dell'Impero arriva anche a Xendria, sarà l'occasione per Darius per fuggire insieme all'accademico Clemio O'Rednar, al principe di Xendria Morrein, al guerriero skaar Teero e alla giovane Alatea, una ragazza non vedente ma dotata di un'eccezionale sensibilità psichica. Il gruppo, apparentemente male assortito, si imbarcherà in un'impresa impossibile per colpire al cuore il potere di Caio Settimo. 

Quando ho cominciato a leggere Warrior la prima cosa a colpirmi, lo ammetto, è stata l'ambientazione. Parlare di "fantasy" può essere improprio perché l'Impero che fa da sfondo alla vicenda più che una Terra di Mezzo o un Westeros ricorda un Impero Romano mescolato a un Impero mutuato dal Lucas-verse di Star Wars. La tecnologia è presente nell'universo delineato da Antonio Lanzetta e in una certa misura il progresso genetico ha fatto passi da gigante dando vita a nuove razze senzienti che si affiancano a quella umana, come gli skaar (Teero) e i daelish (Morrein). La sintesi tra passato e futuro produce un risultato affascinante e mi porta ad accostare l'opera più a un contesto fantascientifico che a uno fantastico. L'influenza, impossibile dire fino a che punto consapevole, di Star Wars si avverte anche in altri aspetti del romanzo: dal concetto stesso di Impero alla descrizione fisica di Caio Settimo (un uomo-macchina che ricorda Darth Vader), fino alla scena in cui Darius e i suoi sono alla ricerca di un pilota, che mi ha fatto venire in mente il reclutamento di Ian Solo. La storia è semplice e coerente, con uno scopo che appare chiaro dalle prime battute: fermare l'inarrestabile ascesa al potere di Caio Settimo e dell'Impero, colpendo una fabbrica destinata a produrre celyon, il "motore industriale" del progresso. 

La struttura dei personaggi è semplice: i characters sono pochi e la loro gestione non risulta difficile. Personalmente la caratterizzazione dei personaggi è uno degli aspetti a cui do maggiore peso nell'esprimere un giudizio su un libro. Devo dire che avrei preferito uno scavo più approfondito nella psiche di Darius & Co. Capisco la scelta di caratterizzare Darius unicamente come un guerriero perché in fondo tutte le altre sue identità gli sono state strappate e lottare per sopravvivenza e per vendetta è tutto ciò che gli resta. Però il rischio che si corre è di creare un protagonista con cui è difficile empatizzare, soprattutto per un certo tipo di lettore. Da lettrice devo inoltre sottolineare che mi sarebbe piaciuto che Alatea avesse un ruolo più attivo in quanto unico personaggio femminile della vicenda. Mi rendo conto che si tratta di una ragazza molto giovane, poco più di una bambina, e che ha un handicap fisico non indifferente. Tuttavia in un libro in cui abbondano guerrieri forti e coraggiosi non capisco perché l'unica donna debba necessariamente essere una damsel in distress

Lo stile di Antonio Lanzetta è pulito ma alla narrazione manca un quid, come se le singole componenti di Warrior funzionassero ma non riuscissero a costituire gli ingranaggi di un sistema più complesso. Mi sento di consigliare la lettura di questo libro a chi ama un certo tipo di narrativa più basata sull'azione e sui fatti che sui sentimenti e l'approfondimento psicologico.