"Tutto quello che vediamo, tutto quello che sembriamo è solo un sogno nel sogno"

[Edgar Allan Poe]

Shining, 1977. Stephen King conclude le vicende dell’Overlook Hotel con il noto finale in crescendo: la furia assassina, l’esplosione, la morte di Jack Torrance, la sua famiglia salva per un soffio dagli artigli dell’albergo infestato sepolto nella neve. 

Stephen King si è fatto spesso una domanda, e con lui i fan: che fine ha fatto il piccolo Danny Torrance, il “bambino sul triciclo” dotato di un potere particolare chiamato “luccicanza”?

La risposta è arrivata nel 2013 con Doctor Sleep. Dan Torrance è ormai un uomo adulto e il dono sovrannaturale che possiede (ridotto  a una pallida ombra rispetto a ciò che era) non gli ha portato fortuna: i mostri della sua infanzia sono ancora a caccia di lui.

Come il padre, è alcolizzato e incapace di gestire la propria rabbia, elementi che lo portano a vagabondare qua e là per l’America in un degrado personale sempre maggiore.

La svolta arriva quasi inaspettata, in un piccolo centro del New Hampshire, dove riesce a fermarsi, a curarsi, a sperare in un’esistenza “normale”.  Grazie ai suoi particolari poteri diventa il Dottor Sonno, colui che accompagna i malati terminali nel loro ultimo passo, assieme al gatto dell’ospizio.

Questa tranquillità non è destinata a durare perché, come gli era stato detto da bambino, “quando l’allievo è pronto, il maestro non tarda ad arrivare”: nella sua vita irrompe la richiesta d’aiuto di una ragazzina, qualcosa a cui è impossibile non rispondere.

Doctor Sleep è stato scritto da King come seguito di Shining ma in realtà si tratta di una riscrittura in cui il tema della dipendenza affrontato nel romanzo del 1977 viene vissuto di nuovo dopo un cammino durato più di trent’anni, con consapevolezza e desiderio di riscatto.

I romanzi del Re del Maine - horror, fantasy, fantascienza e mainstream - hanno una forte componente autobiografica: che il personaggio si chiami Jack, Danny, Roland, Carrie o altro, in realtà si tratta sempre di un frammento di vita - grande o piccolo – vissuto dall'autore in prima persona.

Jack Torrance è Stephen King prima della cura, Dan Torrance è Stephen King dopo la cura, ovvero, più remake che sequel: un’ucronia dove una storia nuova racconta un’alternativa di quella vecchia, senza tuttavia dimenticarsela. Shining parla di un King alcolizzato che scrive per mantenere la famiglia, sommerso dai problemi e con una tendenza alle crisi di violenza. In Doctor Sleep c’è la stessa persona molti anni dopo, con la convinzione – dettata dall’esperienza - che esiste speranza di salvezza se viene data una possibilità e se c’è la forza di coglierla.

In una delle ultime scene del romanzo, quando il Male è sconfitto e il fantasma del fu Jack Torrance appare a salutare il figlio con un cenno della mano, si capisce che il perdono è stato accordato: l’autore ha metabolizzato il suo passato.

La scimmia sulla spalla, i demoni da distruggere, questa volta sono esterni alla mente del protagonista e materializzati nei vilain della storia: vampiri psichici “steam-addict”, assassini di bambini, loro stessi al tramonto della propria specie. Ciò che dice uno di loro, "Non abbiamo scelto di essere ciò che siamo, nei nostri panni faresti lo stesso”, avrebbe potuto essere una frase di Jack Torrance dopo un tentativo fallito con l’Anonima Alcolisti.

Doctor Sleep è uno dei vari romanzi “dopo –trauma” (l’incidente nel 1999) dove, oltre a quello dell’alcolismo Stephen King affronta il tema della Morte. La storia di Lisey, la raccolta Al Crepuscolo sono altri esempi. 

L’autodistruzione a tinte accese del custode pazzo dell’Overlook Hotel lascia spazio al coraggio di tutti i giorni, con qualche attimo eroico e tanti anni di piccola vita normale, dove il colore prevalente è quello sfumato del crepuscolo. A questo punto, chiedersi se Doctor Sleep sia alla pari di Shining, ha poco senso: sono diversi.

I difetti di questo romanzo semmai sono altri: troppe pagine per pochi colpi di scena e una trama a volte eccessivamente “di pancia”, senza una buona rifinitura finale. Ma del resto, quando mai Stephen King ha scritto romanzi sintetici o ragionati?

Doctor Sleep è un libro con tratti fantastici ma non provoca brividi di paura, semmai tristezza. I buoni e i cattivi sono immersi in un’atmosfera malinconica di “ok, siamo alla fine dei giochi, mettiamo a posto quello che resta e andiamocene con dignità. O almeno con un’ultima imprecazione”.