Bruno si gode il pomeriggio estivo in campagna, all'ombra di un ulivo, e ha una breve visione: il mare con il suo intenso profumo, la costa, gli scogli. Si chiede se si tratta di un’allucinazione o di un ricordo. Nei giorni successivi altre visioni si alternano alla realtà. E spunta il viso, dapprima indistinto, di una donna che Bruno non conosce ed è sicuro di non aver mai visto, ma che per qualche ignoto motivo sente molto, troppo vicina.

‘’Capite, noi abbiamo avuto una casa al di là dell’abisso del tempo

-Gli adulti sono bambini (cresciuti, sperduti) i bambini sono l’inconscio degli adulti.

Vittorio Catani è uno scrittore pugliese riconosciuto da anni come uno dei più importanti autori della fantascienza italiana. Ho avuto non poche difficoltà a recensire il suo meraviglioso romanzo breve, non essendo sufficientemente distaccata a livello emotivo: appena giunta all’ultima riga della storia ho riletto tutto da capo, mentre sentivo crescere in me una smisurata ammirazione per la sua scrittura e per la magia che essa elargiva. La fantascienza presente nella trama danza in punta di piedi, parte dalla tranquilla quotidianità di un gruppo di amici, e viaggia attraverso il tempo e lo spazio, senza eccessivi strappi alla realtà o anomale navicelle spaziali infestate di alieni in cerca di guai. L’evoluzione della storia avviene in modo naturale, attraverso gli stessi personaggi,

i cui dialoghi non sono mai artefatti, ma veri, realistici, frutto di una ‘’penna’’ tanto esperta da non sbagliare neppure un colpo.

Il protagonista della storia si chiama Bruno Manfreda, è uno scrittore, un artista alle prese con un ipertesto su Jacques Derrida e intento a trovare un degno finale a una "round-robin-story" un complicato innesto creativo a più mani. Bruno non è uno che vive con la testa tra le nuvole, semplicemente non è incline ai colori netti, ma alle sfumature, ai riflessi. Guarda il mare e interagisce con la natura che sente come parte di sé, come sua intima essenza. I colori del cielo gli appartengono, e la sua ingenua quanto esperta umanità, lo renderà estremamente vulnerabile di fronte a eventi più grandi di lui. L’autore crea bene le ambientazioni perché dovranno ospitare una realtà credibile, e allo stesso tempo dovranno far sognare nella giusta misura. Un’impresa non facile, ma tutto è andato nel migliore dei modi. C’è una perfetta sintonia tra i luoghi e gli eventi.

I parametri dell’equilibrio e della discrezione fanno si che nessun eccesso possa guastare la delicatezza dei concetti. Persino le scene più intime e passionali tra il protagonista e la moglie saziano i lettori al punto giusto, senza mai inciampare in un ordinario schema sequenziale.

Dunque, ci si alza da tavola con un senso di fame gradevole e invitante.

Gida, la compagna di Bruno, è una ricercatrice di biochimica, ha una forma mentis ‘’scientifica’’ e un modo di fare diretto, pragmatico, disincantato. Forse compensa l’aspetto riflessivo e artistico di Bruno. L’affinità elettiva tra i due non ha il sapore del surreale, ma è una certezza, una sintonia ‘’di fatto’’, un naturale e reciproco completamento delle personalità. A fare da cornice piccante è una buona dose di attrazione fisica. Insomma, un equilibrio diverso da quello che c’è tra Massimo e Lydia, una coppia di amici psicologi, con cui trascorrono piacevoli giornate. E poi c’è Shady, presenza misteriosa, sensuale, che irrompe nella vita di Bruno. E’bellissima, come una dea. A detta di Bruno, Shady è ‘’la nuova costante fisica dell’universo’’.

La scrittura dell’autore è lineare, e scevra di congetture stilistiche e di artifizi strutturali; arriva al sodo con maestria, con la leggerezza di una libellula. Ciò che mi ha profondamente colpito del romanzo è la semplicità e il fascino dello stile. Una scrittura ipnotica, che lascia un segno indelebile, e che incanta persino i più diffidenti. Confesso che durante la lettura mi sono emozionata molte volte; ci sono scene intrise di tenerezza, di fragilità umana e di sensualità tali da avermi fatto arrossire, e non è poco!

La narrazione di concetti profondi, delicati, che inducono alla riflessione, è stato possibile solo grazie all’indiscussa esperienza e all’abilità dell’autore. Se vi fosse la possibilità di dare sei stelle al romanzo non esiterei.

I personaggi della storia sono così reali che incollano i lettori al testo e non necessitano di alcun effetto speciale, è proprio questa la forza e l’unicità del romanzo di Vittorio Catani. Ciascuno si essi non possiede altro che l’arma della naturalezza, della veridicità, e insieme concorrono alla perfetta configurazione della storia e della personalità di Bruno. Leggere Replay di un amore è come rivivere di persona le esperienze narrate. Volendo usare il linguaggio dell’autore:’’ciò che conta è la persistenza delle sensazioni, non delle scene’’e qui le sensazioni persistono tutte.

Quando Bruno si imbatte in un bizzarro percorso della sua memoria viene scaraventato in un mondo che non è più il suo. Non sceglie di ricordare una fase della sua vita, ma è invaso da improvvise visioni, che lo disorientano e lo allontanano dai suoi riferimenti affettivi, moglie inclusa. Perché quelle visioni? Chi è la dea che turba le sue notti e i suoi giorni? Potrebbe trattarsi di ricordi che riaffiorano a mezzo di una tecnica di training autogeno, in cui le visioni possono essere auto indotte o etero indotte; o di un meccanismo di difesa della memoria in relazione a un evento che ha segnato il suo passato, cioè il replay di un amore perduto, non si sa dove; o ancora potrebbe essere un esperimento programmato nel futuro per risolvere delicate questioni del suo inconscio e di cui non sa anticiparne il processo di allineamento.

L’autore lascia indizi ovunque, come fa Shady nelle sue apparizioni e persino lo splendido team di alcuni suoi amici medici sembra essere consapevole e proiettato in un misterioso futuro...

E se Bruno fosse alle prese con il fenomeno di ‘’Hobson's choice’’, una scelta apparentemente libera ma in realtà obbligatoria? Insomma un po’come ‘’prendere o lasciare’’, penetrare nell’oblio per liberarsene. Vi sarà un momento giusto in cui si sentirà pronto e andrà fino in capo al mondo pur di guardare negli occhi, per l’ultima volta, la sua Shady.

Il protagonista affronterà un’ardua battaglia contro se stesso, e andrà verso ‘’un sentimento che giungeva dall’abisso del passato…’’

Cosa ne penso di questo romanzo? Per rendere alla perfezione il concetto userò le parole dell’autore: ’’di gioia si può restare fulminati."