“[...] Con la luna rossa verrà la tempesta di fuoco e colui legato alla lama vedrà il suo popolo morire. Se nulla farà, allora tutti coloro che ama moriranno nel suo calore, poiché nessuna lama forgiata in acciaio o imbevuta di magia può intaccare questo nemico. Per spegnere l'inferno egli dovrà cercare il rimedio nel vento. Il fulmine lo troverà su quella via, poiché colei in bianco, la sua amata, lo tradirà con il di lei sangue...”

Dopo un periodo di calma apparente, durante il quale tutto sembra andare per il meglio, Jagang, l'Imperatore dell'Ordine Imperiale creduto morto nell'esplosione del Palazzo dei Profeti di Tanimura, torna a farsi vivo in maniera eclatante, invocando una profezia antica di millenni che egli stesso ha scoperto tra le rovine di una città. Tale profezia verrà annunciata da un evento naturale spaventoso che porterà scompiglio tra le popolazioni, ma che sarà solo un semplice preludio alla minaccia realmente annunciata, di cui Richard e Kahlan sono le vittime predestinate.

A seguito della minaccia del mago Marlin e della grande epidemia, che devasta il paese uccidendo migliaia di persone innocenti, Richard e Kahlan visitano il misterioso Tempio dei Venti, in cui si nasconde da tremila anni la magia che è alla fonte del disastro. Si aggiunge a loro un guaritore di grande talento, che dichiara di essere il fratello di Richard. Di fronte al tempio...

Quarto libro di questa saga infinita; purtroppo, anche questo è uno dei peggiori che abbia letto.

La trama è un po’ risicata e parte da quella del terzo volume. Il difetto più grosso, a mio parere, è la claustrofobia dell’ambientazione: tutto si svolge nella città di Aydindril e le uniche “note esterne” a questa narrazione vengono dai personaggi secondari, che, per esigenza di trame future, gironzolano per le terre centrali (in apparenza senza senso, perchè le reali motivazioni del loro peregrinare si concretizzerà nei libri successivi). Per carità, anche altri scrittori usano separare la narrazione in questo modo, per accennare e introdurre le vicende a venire, tuttavia a Goodkind questo escamotage non riesce benissimo.

Il dettaglio dell’epidemia di peste è quantomeno scontato e sicuramente usatissimo, stesso dicasi per la comparsa del fratello di Richard... ma insomma! Possibile che in ogni libro ci sia qualcuno che scopre di essere un suo parente più o meno lontano? La ‘fidanzata ritrovata’ è anche peggio; manca completamente di credibilità, infatti Goodkind la caratterizza con un collage di difetti e aspetti che servono per giustificare alcune svolte della trama (veramente pessima!). Come al solito le Mord-Sith si distinguono dal resto dei personaggi, ma qui il loro ruolo è dubbio.

C’è veramente poco da dire su questo volume e sul precedente. Se Goodkind ne avesse fatto un libro unico, tagliando certi dettagli della trama ed eliminando alcuni personaggi inutili, avrebbe scritto una buona opera. Così, invece, ne ha rovinati due.

Anche il finale lascia molto a desiderare. L'autore ripesca dall’aldilà addirittura lo spirito di Darken Rahl! Con la fortuna che lo contraddistingue, però, Richard se la cava (in un modo che dà il via alla trama del libro successivo).

Certo che la ‘fantasya’ di Goodkind si dev'essere inceppata durante la stesura di questi due volumi. Quanto al successivo...

L’unica nota positiva è il mistero che Goodkind riesce a creare sull’identità di un certo assassino, cosa non totalmente scontata.

Leggetevi questo libro a tempo perso e solo se siete interessati ad avere un quadro generale del continuum degli eventi, ma sappiate che è uno dei più brutti che abbia letto; non solo di questa saga, in generale.