Un James Purefoy in cotta di maglia con sopraveste templare, coperto di sangue, esausto mentre si appoggia alla sua spada è l'immagine, molto evocativa, del poster promozionale di Ironclad. La scritta "Blood Will Run" ("Sangue Scorrerà") non lascia dubbi sui toni del film, diretto da Jonathan English e da lui scritto in collaborazione con Erick Kastel. Combattimenti, scene d'azione e, soprattutto, tre battaglie tra le quali la sceneggiatura della prima

in particolare, afferma lo stesso English, "è stata scritta sulla pagina con quella sorta di intensità viscerale" tanto da essere risultata decisiva per

il finanziamento del progetto.

Un assedio che oppone sette guerrieri, difensori del castello di Rochester, alle truppe di Giovanni Senzaterra, è il cuore della trama del film.

Nel tentativo di opporsi all'indesiderato sovrano, infatti, i ribelli guidati dal cavaliere templare Marshall, interpretato da James Purefoy (Il Destino di Un Cavaliere, Resident Evil) si impadroniscono della fortezza e resistono agli attacchi portati dai soldati del re (Paul Giamatti, interprete in The Illusionist e Lady In The Water, tra gli altri).

Il regista e sceneggiatore definisce la sua creatura, forse con non molta modestia, "una specie de I Sette Samurai medievale o un medievale

I Magnifici Sette" realizzato non senza difficoltà. Non essendo stato possibile filmare nel monumento per non arrecarvi eventuali e irreparabili danni, infatti, la fortezza è stata interamente ricostruita in studio e il budget ha risentito di tagli che hanno portato a sostituire Megan Fox (che avrebbe dovuto interpretare il personaggio di Lady Isabel) con Kate Mara (I Segreti di Brokeback Mountain, Iron Man 2).

Il castello di Rochester (Kent).
Il castello di Rochester (Kent).

Quanto alla fedeltà rispetto alla

vicenda che fa da sfondo al film,

Jonathan English rassicura di averlo voluto "molto aderente al periodo e all'episodio storico."

Le cronache medievali, in particolare quella dell'anonimo Cronista di Barnwell, insistono sulla durezza dell'assedio, durato dall'ottobre al novembre del 1215, così come sulla tenacia dei difensori del castello.

L'episodio storico rientra nella cosiddetta 'Prima Guerra Baronale' (1215-1217), scoppiata in Inghilterra a seguito della perdita di potere e di autorità del sovrano Giovanni I detto 'Senzaterra' a vantaggio dell'aristocrazia feudale, culminata nella firma da parte del re della Magna Charta Libertatum, documento fondamentale nel fissare i primi princìpi di stabilità delle assemblee consultive della monarchia inglese. Una fase di avvenimenti politico-militari i cui prodromi sono stati in qualche modo narrati anche da Ridley Scott nel suo recentissimo Robin Hood.

Da non confondervi il termine latino medievale "libertates" con il moderno "libertà", la Magna Charta Libertatum sanciva dei "privilegi" (questa è una traduzione più esatta) a vantaggio della nobiltà e a scapito del potere centrale espresso dal sovrano, indebolito dalla sconfitta subita dalla Francia nella battaglia di Bouvines del 1214.

Non si trattò, dunque, di una guerra 'per la libertà', considerando anche il fatto che i nobili ribelli chiesero aiuto al principe Luigi, figlio di re Filippo Augusto di Francia, promettendogli la corona d'Inghilterra una volta che l'indesiderato Giovanni fosse stato definitivamente sconfitto.

C'è il rischio, dunque, come già è accaduto, che un film che punta sulla spettacolarità di scene cruente e incalzanti possa anche portare a una visione distorta del passato.

E non solo per errori di ricostruzione storica (non risulta che un templare abbia mai partecipato all'assedio di Rochester) o di semplificazione degli eventi. Peggio ancora per offrire agli spettatori una visione del passato che,

per far presa su di loro, faccia passare valori e ideali del mondo contemporaneo come aderenti in toto a quelli di una società differente nel tempo, nello spazio, nella mentalità.