Dopo aver parlato di momenti più o meno riusciti, di grande o inesistente magia per questo ottavo film, addirittura di attori che potrebbero concorrere all'Oscar, veniamo alla parte meramente economica, al risvolto monetario di un mastodontico fenomeno cinematografico perché, ci piaccia o no, un certo genere di film può essere non soltanto un’opera soggettivamente apprezzabile, ma anche una macchina da soldi.

Dal 13 luglio scorso, infatti, Harry Potter e i doni della morte - parte 2, capitolo conclusivo della saga potteriana, è riuscito più che vincitore dal box office italiano e internazionale. Infatti, se in Italia ha incassato fino a oggi oltre quindici milioni di euro, solo negli USA al momento in cui scriviamo siamo intorno ai duecentoquaranta milioni di dollari, su un totale di oltre seicentonovanta milioni se si aggiunge il resto del mondo, eccetto la Cina, paese nel quale la battaglia finale tra i maghi di Hogwarts e il signore del male Lord Voldemort ancora non è stato distribuita.  

D'altra parte già il primo week end di programmazione era stato da record, con ben centosessantanove milioni di dollari, migliore week end di esordio di tutti i tempi. Prima dell'ultimo capitolo della saga potteriana tra i detentori di questo primato ricordiamo  Harry Potter e la pietra filosofale, che lo conseguì questo incassando novanta milioni di dollari, Spider-Man (centoquattordici), Pirati dei Caraibi: La Maledizione del forziere fantasma (centotrentacinque), Spider-Man 3 (centocinquantuno) e The Dark Knight (centocinquantotto, per tutti i dati la fonte è Boxofficemojo.com).

La via verso il miliardo di dollari è spianata.

Gironzolando per il web non è stato difficile trovare le dichiarazioni dei presidenti nazionali della Warner Bros, che non hanno minimizzato la propria soddisfazione, esprimendosi con grande ammirazione e gratitudine per la “grande famiglia” che da dieci anni alimenta sostanziosamente gli incassi di una delle più grandi case di produzione cinematografica mondiali, giudicando la saga scritta da J.K. Rowling un vero e proprio fenomeno di costume che in tanti modi resterà indimenticato nella storia del cinema, compreso quello degli incassi al botteghino.

“E’ un vero privilegio per ciascuno di noi alla WB fare parte, in qualche modo, di questo capolavoro del cinema. Siamo tutti estremamente grati ai fan di Harry Potter, che hanno seguito con lealtà la serie cinematografica per un intero decennio. Vogliamo inoltre congratularci con i registi e gli attori, la cui maestria e talento sono evidenti in ogni momento, in ogni film. Ma un grazie speciale va alla donna la cui impareggiabile immaginazione ha letteralmente cambiato il mondo, J.K. Rowling”, ha dichiarato Jeff Robinov, presidente americano della Warner Bros Group.

“Dopo dieci anni straordinari la conclusione della saga di Harry Potter si è tramutata in un vero fenomeno culturale e un successo così enorme è motivo di profondo orgoglio ed emozione per tutti noi. J.K. Rowling con la sua creatività unica, i produttori, i cineasti e il cast hanno definitivamente garantito ad Harry Potter e alle sue avventure un posto indelebile nella storia del cinema”, ha dichiarato con una certa soddisfazione anche Nicola Maccanico, direttore generale della WB Pictures Italia, sul sito e-duesse.

Sarà anche che il 13 luglio it all ends here, ma è evidente che la magia di Harry Potter e della sua avventura proseguirà ancora a lungo, e con le sue cifre da capogiro riuscirà ad avere la meglio anche sulle importanti uscite cinematografiche delle settimane successive.

Ci auguriamo che, risultati di botteghino a parte, nonostante le soggettive critiche su quanto la trasposizione di un episodio possa essere più o meno riuscita rispetto a un’altra, la storia di Harry Potter possa essere ricordata nella storia del cinema internazionale per almeno una magia che ha saputo oggettivamente fare: dare a molte persone la voglia di leggere e appassionarsi a una storia, e poi di assistere a uno spettacolo di reale valore artistico nei cinema di tutto il mondo, sentendo propri dei valori universali che la realtà, a volte, ci fa sottovalutare se non dimenticare.