Dopo otto adattamenti cinematografici dei libri di J.K. Rowling la saga di Hogwarts ha raccolto miliardi di dollari di incassi, ma c’è un riconoscimento che non è mai arrivato: il Premio Oscar. Ci sono state soltanto alcune nominations, e non per i premi più importanti. Harry Potter è stato snobbato? Può darsi, ma visti gli unanimi consensi di critica e pubblico verso Harry Potter e i Doni della Morte: Parte II, questo atteggiamento sembra cambiato. Sue Kroll, presidente del marketing internazionale della Warner, dice: “I film sono stati trattati più come un’impresa commerciale che non artistica. Ma io credo che questo sia diverso: ha avuto una delle accoglienze migliori di quest’anno. E’ veramente una rivelazione artistica”.

Ovviamente vi è stata anche una intensa promozione del film, ma le cifre investite non sono state rivelate.

I film fantasy sono sempre stati svantaggiati nella corsa agli Oscar, vincendone piuttosto pochi; e soltanto Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re ebbe l'ambita statuetta che premia il miglior film.

Ma Harry Potter stavolta potrebbe reclamare i propri meriti: David Heyman, il produttore, ha proposto il libro alla Warner e ha condotto la serie fino alla fine; Steve Kloves ha scritto le sceneggiature ricevendo l’approvazione della Rowling, David Yates ha diretto gli ultimi quattro film della serie. E potremmo parlare degli attori...

C’è la temibile concorrenza di altri film per ragazzi (Hugo e War Horse) che vantano registi d’eccezione, ovvero Martin Scorsese e Steven Spielberg, tuttavia gira voce che il maghetto della Rowling questa volta potrebbe farcela: un anonimo commentatore, membro della commissione, dichiara: “Non è il mio genere di film, ma penso che dovrebbe vincere. In un mercato dove il legame del pubblico a un certo film è sempre più labile, l’amore che un’intera generazione ha tributato verso questa serie è un caso a parte. Questa è l’eredità, nella nostra forma di arte, che veramente conta, e sarebbe un insulto non volerlo riconoscere”.

Che sia la volta buona?