Riguardo a quello che ormai è il "tormentone Torre Nera", Vulture ha pubblicato una propria valutazione, intitolata "Tre ragioni a favore (e otto contro) sull'adattamento di Ron Howard".

Secondo il magazine, il progetto di trasporre su grande e/o piccolo schermo la saga fantasy-epica di Stephen King La Torre Nera avrebbe dalla sua parte tre lati positivi: il ritorno d'interesse verso il western (confermato da produzioni  come  Justified, Deadwood e il prossimo Django Unchaine di Quentin Tarantino), un cast di personaggi intrigante (pistoleri, ragazzini di Manhattan, ex-tossici, ragazze con personalità multipla eccetera), un sacco di morti senza preavviso (cosa con cui lo spettatore è già stato scioccato con successo da Game of Thrones, LostThe Walking Dead).

Gli elementi a sfavore sarebbero invece molti di più: una trama troppo  complicata da gestire, la difficile realizzazione in forma non comica di treni parlanti che chiedono indovinelli e aragoste cannibali che borbottano "Didacevi? Didacemi?", l'inutilità della presenza di Javier Bardem (visto che, per quanto bravo, oggettivamente "non è" Clint Eastwood, ispiratore del personaggio).

Sempre secondo Vulture, il finale della (lunga) storia è alquanto spinoso e ha diviso anche i fan, inoltre nel settimo tomo è presente un genere d'intromissione che funziona magari nei romanzi ma non nei film.

Non è tutto:  ci sono problemi di continuità con la trama di L'ombra dello scorpione (un supercattivo è in comune), i singoli elementi presenti (la stessa Torre) hanno troppe sfumature di significato per essere resi con efficacia e, infine, King non sembra intenzionato ad abbandonare la storia di Roland, del suo ka-tet e del Medio-Mondo.

Uscirà infatti in aprile The Wind Trought the Keyhole, ottavo volume della saga, la cui trama si inserisce fra la fine di La sfera del buio e l’inizio di I lupi del Calla: come si collocherà questo nuovo capitolo all’interno della serie tele-cinematografica?