Chi era dalle parti di Las Vegas si sarà stupito nel veder vagare per strada orde di orchi sconsolati che scuotevano la testa. Causa di questa tristezza, probabilmente, sarà stata la visione dei primi dieci minuti dell’ultima opera di Peter Jackson: il prequel The Hobbit: An Unexpected Journey.

Secondo quanto riportato da www.huffingtonpost.com che dopo i primi secondi di proiezione pilota lo sconcerto sia serpeggiato fra i fan, fino a rasentare l’odio puro negli ultimi dieci minuti proiettati al CinemaCon. Parole come “non cinematografico” o “terribile” sono apparse subito dopo in molti blog di appassionati.

Il motivo di tanto rancore verso questa preview è da reputarsi ai 48 fps (fotogrammi al secondo) che Peter Jackson ha scelto per girare l’intero film. Una vera rivoluzione del settore visto che, normalmente, un film viene girato a 24 fps.

Prima della proiezione, dalla patria Nuova Zelanda Peter Jackson ha affermato che il raddoppio di fotogrammi al secondo avrebbe dato allo spettatore “l’illusione della vita reale, dove il movimento si percepisce più morbidamente, annullando l’effetto stroboscopico".

Ma questo nuovo look non sembra aver colpito gli spettatori che si sono trovati di fronte immagini “troppo chiare”, “troppo nere” o “troppo definite” alle quali non erano abituate da nessun altro film in circolazione.

A correre in soccorso della nuova tecnologia si è scomodato persino James Avatar Carmeron che in un’intervista afferma: “La tecnologia a 48 fps contribuirà a risolvere presto i problemi che la gente aveva con il 3D”.

Peter Jackson non è rimasto turbato da tutte queste recensioni negative e continua imperterrito sulla sua linea creativa, certo che alla fine il pubblico amerà il film. Come ogni rivoluzione che si rispetti la parola passerà alle persone che vedranno il film nelle sale a dicembre di quest’anno. L’unica cosa certa è che Bilbo ha mosso solo i primi passi nel suo lungo e avventuroso viaggio.