Alla fine di luglio Brandon Sanderson ha ultimato il suo lavoro su A Memory of Light. Con la pubblicazione del romanzo annunciata per il prossimo 8 gennaio sapevamo che il lavoro di revisione si stava avvicinando alla conclusione, e qualche tempo fa è arrivato l'annuncio ufficiale. Dopo quasi cinque anni di lavoro nel mondo creato da Robert Jordan la sua attività di scrittore per La Ruota del Tempo è terminata. 

Può darsi che debba ancora rivedere qualche dettaglio su richiesta del Team Jordan (composto dalla vedova dello scrittore Harriet McDougal e dai suoi collaboratori di lunga data Maria Simmons e Alan Romanczuk), cui spetta l'ultima parola sul testo, ma le fasi di scrittura e revisione sono finite.

Sanderson continuerà a rimanere legato al fandom di Jordan, a partecipare alla DragonCon, alla JordanCon e al tour promozionale di A Memory of Light, ma la sensazione di aver concluso una parte importante della sua carriera è molto forte.

Fin dalla telefonata di Harriet del novembre 2007 lui ha sempre avuto un libro della Ruota del Tempo su cui lavorare. In questi anni si è preso delle pause per portare avanti i suoi propri lavori come scrivere The Alloy of Law, romanzo autoconclusivo ambientato nel mondo dei Mistborn, ma era sempre consapevole che quelle erano, appunto, pause, e che La Ruota del Tempo lo stava aspettando.

Alla fine del 2007 era uno scrittore giovane, quasi un esordiente, con due soli romanzi già pubblicati e il terzo in corso di pubblicazione, anche se altri erano già stati ultimati e di due, La via dei re e The Rithmatist, aveva realizzato una prima stesura. Per Brandon insomma era tutto nuovo ma, anche se può sembrare strano, tutto continua a essere nuovo e allo stesso tempo è segnato dallo scorrere del tempo. Il lavoro per terminare la saga è stato un'esperienza magnifica ma anche estenuante, che ha accresciuto di molto il già enorme rispetto che aveva sempre nutrito per Jordan.

Per gran parte della sua carriera Robert è stato capace di pubblicare un romanzo all'anno o, nella peggiore delle ipotesi, ogni due anni, e questo comportava un'enorme mole di lavoro. Realizzarne tre in cinque anni ha sfinito Sanderson che, qualsiasi altra cosa stesse facendo, era sempre consapevole di dover lavorare alla Ruota del Tempo. Avendo dato la sua parola ad Harriet e ai fan sentiva il dovere di ultimare il lavoro il più in fretta possibile, e la decisione di suddividere tutto il materiale lasciato da Jordan in tre volumi diversi posticipando così la conclusione della saga pesava sulle sue spalle come un macigno.

Ora, dopo queste ultime 360.000 parole (Le torri di mezzanotte era lungo "solo" 335.000 parole) è arrivato alla fine del viaggio e ha potuto posare il suo fardello. Ama la saga e potervi lavorare sopra è stato straordinario, ma la sua parte come scrittore è definitivamente terminata. Qualunque cosa accadrà in futuro, ha scritto, non tornerà più a prendere in mano il comando delle operazioni. Piuttosto è tempo che la sua attenzione si rivolga ad altri progetti come il secondo volume delle Cronache della folgoluce, temporaneamente accantonato proprio per potersi concentrare su A Memory of Light.

In conclusione del suo sentito messaggio Brandon ha ringraziato i fan della Ruota del Tempo per averlo accettato nel mondo di Jordan e per aver perdonato i molti (a suo dire) errori commessi, e i suoi propri fan per aver accettato che lui accantonasse gli altri progetti – Mistborn, Cronache della folgoluce e altri ancora – per potersi occupare della saga di Jordan. Quest'ultimo lavoro ha rallentato tutti gli altri, ma per lui era molto importante.

Robert Jordan era un grande uomo, ha proseguito, ed è stato colui che lo ha maggiormente influenzato nella sua carriera di scrittore. Ciò che ha fatto in questi cinque anni è stato un tentativo – a volte imperfetto ma sempre sincero – di mostrare il suo apprezzamento. L'intero genere fantasy ha un enorme debito nei confronti di Jordan e il suo, con Robert ma anche con Harriet, è il più grande di tutti.

E se Jordan può riposare nella Luce, ai fan non rimane che prendere un grosso respiro e prepararsi per la conclusione. Brandon ha scritto il romanzo in modo da farlo giungere alla conclusione realizzata dallo stesso Jordan. Nelle fasi finali c'è ben poco di scritto da Sanderson, e quasi tutto quel che leggeremo noi è uscito così direttamente dalla penna di Robert. Cinque anni fa un giovane scrittore ha letto con enorme soddisfazione la conclusione a una storia che aveva iniziato a leggere tanti anni prima. Ora si augura che quella stessa soddisfazione la proveranno i lettori che fra qualche mese leggeranno quelle stesse pagine.

Intanto, alla Comic Con di San Diego, Sanderson ha letto un breve brano tratto dal primo capitolo di A Memory of Light:

La Ruota del Tempo gira e le Epoche si susseguono, lasciando ricordi che divengono leggenda. La leggenda sbiadisce nel mito, ma anche il mito è ormai dimenticato quando ritorna l'Epoca che lo vide nascere. In un'Epoca chiamata da alcuni Epoca Terza, un'Epoca ancora a venire, un'Epoca da gran tempo trascorsa, il vento si levò dalle Montagne di Nebbia. Il vento non era l'inizio. Non c'è inizio né fine al girare della Ruota del Tempo. Ma fu comunque un inizio.

Il vento soffiò verso est, scendendo dalle alte montagne e scorrendo sopra desolate colline. Passò nel luogo noto come Westwood, un'area che una volta era stata prosperosa di pini e animali. Qui il vento trovò poco più che un aggrovigliato sottobosco, compatto con l'eccezione di un'occasionale quercia torreggiante. Queste apparivano colpite dalla malattia, la corteccia che si sfaldava, i rami che si afflosciavano. Dappertutto gli aghi erano caduti dai pini, ricoprendo il terreno con una coperta marrone. Nessuno degli scheletrici rami del Westwood aveva germogli.”

Per chi ricorda la fitta foresta attraversata da Rand all'inizio dell'Occhio del Mondo quest'immagine da sola vale a ricordare come Tarmon gai'don sia imminente. Il vento prosegue il suo percorso verso Taren Ferry, città scomparsa da tempo, e poi ancora attraversa Baerlon, Whitebridge, Caemlyn – e Le torri di mezzanotte ha lasciato la città in un momento di svolta fondamentale della sua storia – fino a un campo dove tutti si preparano per l'Ultima Battaglia. E lì finalmente, dopo aver ripercorso le tappe del primo viaggio di Rand e dei suoi amici solo per vedere gli sconvolgimenti subiti dal mondo a causa del tocco del Tenebroso, ci fermiamo brevemente dentro a una tenda. È un quadro familiare, Rand e Perrin che ridono come quei vecchi amici che sono, dopo che Rand per troppi libri aveva dimenticato come si facesse a ridere. L'Utima Battaglia incombe, e questo potrebbe essere l'ultimo momento di quiete prima della tempesta.

Il breve estratto è disponibile in lingua originale sul sito di Tor Books: http://www.tor.com/stories/2012/07/read-an-excerpt-from-chapter-one-of-a-memory-of-light. In attesa degli avvenimenti finali non rimane che ripetere l'augurio degli Aiel: che possiate trovare sempre acqua e ombra.