È uscito da pochi giorni Dust, il terzo volume della Trilogia del Silo di Hugh Howey. Il romanzo conclude la saga iniziata con Wool e Shift portandoci nel cuore della battaglia di Jules per costruire una vita migliore per sé e per gli abitanti del Silo, isolati dal mondo esterno ma impegnati in una lotta senza quartiere per conquistare la libertà.

Chi non avesse ancora letto nulla di Hugh Howey potrebbe comunque aver sentito il suo nome nelle conversazioni (post, articoli, interviste...) legate al dibattito su cartaceo e digitale, su self-publishing e editoria tradizionale, sulle relazioni - a volte spinose e sempre complesse - tra autori e fan. La ragione è semplice: Howey è un rivoluzionario che ha sovvertito le regole del mercato semplicemente ignorandole. Si sta creando un nome come uno dei primissimi autori che ha consentito la pubblicazione sulla piattaforma Amazon Worlds di fanfiction basata sulle proprie storie, argomento tabù per quasi ogni altro collega, ed è arrivato a pubblicare con grandi marchi dell'editoria dopo aver esordito con estremo successo nel self-publishing. 

Lo abbiamo incontrato lo scorso anno a Milano e di nuovo in aprile alla fiera del libro di Londra, e ne sono nate conversazioni interessanti su editoria e dintorni. Wool, il primo volume della trilogia di Howey, è nato come auto-pubblicazione seriale e nel giro di poco tempo ha ottenuto un tale successo (mezzo milione di copie vendute su Amazon) da attirare l'attenzione di grandi editori. Quando Simon & Schuster si è fatta avanti con un'ottima offerta economica a condizioni che potremmo definire classiche, ovvero comprensive della cessione di tutti i diritti di pubblicazione e di opzione per adattamenti, Howey ha rifiutato. Per quattro volte. "Pensavano che stessi giocando al rialzo, ma non ero interessato ai soldi - beh, non così tanto - ma al controllo sul mio lavoro." Ci ha detto lo scrittore. "Cedere tutti i diritti per dieci, dodici, a volte quindici anni con clausule di rinnovo significa non avere voce in capitolo su quello che viene fatto delle tue storie, e per me era inconcepibile". 

A ogni nuova offerta Howey ha ribadito la propria posizione, e quando ha rifiutato un'offerta a sette cifre Simon & Schuster ha dovuto prenderne atto. "Ero consapevole che avrebbe potuto anche finire lì, non era detto che sarebbero tornati con una proposta diversa, ma per me era troppo importante. Invece è successo, e ci siamo accordati perché l'editore avesse i diritti di pubblicazione in cartaceo per sette anni, mentre io avrei tenuto quelli del digitale. A dimostrazione che si può fare, si può ottenere contratti diversi, avere un dialogo con il proprio editore, ma bisogna assumersi il rischio di prendere una posizione decisa e mantenerla. L'editoria sta cambiando, ma non può farlo da sola."

Qui il resto nella nostra intervista: 

Intervista a Hugh Howey

Intervista a Hugh Howey

Articolo di Chiara Codecà Venerdì, 6 giugno 2014

Libri, lettori, generi e innovazione: Hugh Howey non ha paura di parlare schiettamente dei cambiamenti che sta osservando nell'editoria. L'abbiamo incontrato, e il risultato è stata un'intervista da ricordare.

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