Oltre vent'anni fa, Michelle Paver era una studentessa di Oxford che studiava legge ma che, nei momenti liberi, scriveva un fantasy i cui protagonisti sono un ragazzo e un lupo che vivono, in condizioni selvagge, in una buia foresta risalente a 6000 anni fa.

Successivamente, la Paver diventa un avvocato e un'autrice di romanzi d'amore a sfondo storico. Finchè un giorno, riordinando un vecchio archivio, si imbatte di nuovo in quell'antica storia. Michelle decide di rielaborarla come si deve e il romanzo, Wolf Brother, diventa il libro per bambini col più sostanzioso anticipo mai guadagnato (un milione e mezzo di dollari sborsati dalla Orion).  Il lavoro scala le classifiche britanniche e nei primi sei mesi vende 53.000 copie. A febbraio 2005 viene pubblicato anche in USA dalla Harper Collins (che probabilmente avrà voluto rifarsi della perdita di Harry Potter, soffiatogli sotto al naso da Bloomsbury).

Naturalmente, gli allori non finscono qui: com'è ormai consuetudine per ogni bestseller fantasy britannico o americano, il cinema bussa alla porta, questa volta nientemeno che nella persona di Ridley Scott (http://www.fantasymagazine.it/notizie/2362/), il quale sborsa ben 4 milioni di dollari per aggiudicarsi i diritti su Wolf Brother e sui cinque volumi successivi che andranno a costituire The Chronicles of Ancient Darkness. Per una volta non è la Warner (già detentrice di Harry Potter ed Endymion Spring) a fagocitare l'affare, ma la 20th Century Fox, che affianca così una nuova promessa al già promettente Eragon acquisito alla propria scuderia. Intanto è aperta la 'gara d'appalto' fra gli sceneggiatori, mentre il secondo volume della saga è previsto in primavera in UK e si appresta ad affacciarsi sul mercato USA quest'autunno.

Non c'è dubbio: il pubblico ha fame di fantasy e finchè darà segnali in questo senso, nei prossimi anni continueremo a veder fiorire saghe in libri e pellicole. Onore al merito di J.K. Rowling e Peter Jackson per aver fatto capire ai colossi di editoria e cinema che esisteva un mercato (e che mercato!) anche per questo genere, una volta considerato di nicchia.