La casa editrice  Scholastic, che pubblica Harry Potter in USA, lo ha ammesso candidamente: "non sappiamo cosa voglia dire". Questo il commento di fronte all'enigmatico titolo del libro che concluderà la saga di J.K. Rowling, e che si chiamerà Harry Potter and the Deathly Hallows (http://www.fantasymagazine.it/notizie/6900). Kristen Moran, portavoce della casa americana ha affermato che, appena annunciato il titolo, le persone del suo ufficio si sono precipitate sul dizionario, ricavandone non più di quanto tutti ormai sappiamo: "hallow" designa un santo o una persona sacra.

Non sono messi meglio la stampa e i fan britannici, che continuano a sfornare teorie senza riuscire ad afferrare completamente il senso dell'enigmatico titolo.

Se i madrelingua stanno in queste condizioni, non sorprende che la stampa nostrana stia sfornando in queste ore articoli che puntano a significati pedestri o quantomeno letteralissimi, senza un minimo di disamina e spesso con condimento di fantasiose affemazioni, come ad esempio la data di uscita del libro, che in realtà non è stata ancora annunciata né ufficialmente né ufficiosamente.

Vediamo in dettaglio, dunque, cosa sta passando sulla stampa italiana in queste ore, a proposito di questo attesissimo libro.

Il Tg com si dichiara possibilista sulla traduzione "Harry Potter e il Rito Mortale" (http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo341257.shtml).

Questo, presumiamo, perché una delle accezioni del verbo "to hallow" è "rendere santo attraverso un rito". Peccato che nel nostro caso "hallows" sia un nome e non un verbo, e dunque sostantivare un verbo non solo appare arbitrario ma non tiene nemmeno conto del fatto che il vocabolo ricavato, "rito", è singolare laddove invece "hallows" è plurale.

A questa versione ha fatto eco Studio Aperto nell'edizione del 22 dicembre del proprio telegiornale

http://news.centrodiascolto.it/?q=view/id=117653/d=2006-12-22/c=Cultura/ie=1/Harry_Potter_e_il_rito_mortale

MTV segue invece una linea più cauta: semplicemente non traduce, riportando esclusivamente il titolo in lingua originale (http://www.mtv.it/news/news_page.asp?IDNEWS=19254.

La stessa cautela viene adottata dal portale Kataweb (http://www.kataweb.it/news/item/261972/harry-potter-and-the-deathly-hallows), da La Repubblica (http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_1947958.html?ref=hpsbdx1), che condisce la notizia con quella ormai decrepita sulle scommesse dei bookmaker, e da Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=144111), anche se nel testo di quest'ultimo si fa comunque riferimento a un "rito mortale" e, soprattutto, ci si accoda alla leggenda della pubblicazione prevista per il 07/07/07.

Azzarda invece una linea intepretativa Sky News, ipotizzando un "Harry Potter e gli Spiriti Mortali" (ttp://www.skylife.it/html/skylife/cinema/articolo/2006%20Dicembre/06_12_22_harry_potter_titolo.html). Sebbene non sia il titolo più convincente non è comunque infondato.

Arriva quindi una serie di orrori, a cominciare dall'agenzia stampa ANSA, uno dei maggiori punti di riferimento di tutti i giornalisti italiani, che si lancia su un tremendo "Harry Potter e i Santi Letali" (http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inbreve/visualizza_new.html_2055596366.html).

In questo modo la piaga inizia a dilagare ed ecco allora Quotidiano.net (comprendente Il Resto del Carlino/La Nazione/Il Giorno), che, sulla stessa scia, nel titolo sforna un letteralissimo "Harry Potter e i Santi della Morte", mentre nel testo ripiega su un alternativo "Harry Potter e i Santi Letali" (http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/musica:5453237:/2006/12/24:

Sposa quest'ultima accezione anche il Corriere della Sera (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/12_Dicembre/24/potter.shtml)

così come il portale  Libero News (http://magazine.libero.it/generali/generali/ne.php?id=8225144, http://magazine.libero.it/speciali/sp153/pg1.phtml

Ma è con Alice Sapere (http://sapere.alice.it/extra/103/potter_spiriti_immortali.html?pmk=site_sape)  che si tocca il fondo: la traduzione viene infatti stravolta in senso opposto con un "Harry Potter e gli Spiriti Immortali" (nell'indice dell'articolo - menu alla Vs sinistra - senza contare che il titolo originale è riportato con un erroneo "Deadthly", termine che semplicemente non esiste e non si tratta di refuso perché è ripetuto anche nel testo), laddove l'aggettivo "deathly" significa esattamente il contrario di "immortale". In più, l'articolo viene infarcito da una serie di bufale clamorose, a comiciare dall'apertura, in cui viene data per certa l'uscita del libro il 07/07/07, elevando quindi a rango di notizia assodata quella che è da anni una mera speculazione dei fan basata sull'importanza del numero sette nella saga.

L'articolo esegue quindi un'operazione esattamente antitetica con la seguente frase: "indiscrezioni affermano che l'ultima parola del libro, e quindi dell'intera saga, è 'cicatrice'". In questo caso viene infatti declassata a rango di voce una notizia che è invece una certezza, in quanto la stessa Rowling, l'anno scorso, aveva  dichiarato espressamente che, al momento, l'ultima parola del libro è proprio "cicatrice".

Il pezzo prosegue affermando che la scrittrice, tempo fa, "aveva rivelato che il settimo atto si sarebbe intitolato Harry Potter e le Piramidi di Furmat. In un anno l'autrice ha cambiato titolo e forse anche trama". In realtà la Rowling si era presa gioco di questo e altri titoli, scrivendo nella sezione Voci del proprio sito questo ironico trafiletto: "Le Piramidi di Furmat si trovano poche miglia a est della famosa Fortezza delle Ombre, non lontano dal magnifico Pilastro dell’amore familiare. Molti turisti preferiscono vedere questi antichi monumenti di notte, quando sono illuminati dalla Torcia con la fiamma verde".

L'articolo di Alice chiude in bellezza dichiarando che "La leggenda vuole che i libri di Harry Potter nascano da sogni che fa la Rowling, in cui lei si trova ad essere simultaneamente Harry Potter e il narratore della storia". Qualunque fan della saga sa bene che l'autrice ebbe l'idea mentre viaggiava su un treno, e la dichiarazione di cui sopra non è allora che una pedestre rielaborazione di quanto la Rowling aveva scritto sul suo Diario telematico il 19 dicembre scorso: "Da anni la gente mi chiede se non ho mai sognato di essere “nel” mondo di Harry. La risposta è stata “no” fino a qualche notte fa, quando ho fatto un sogno epico in cui ero, contemporaneamente, Harry e la narratrice. Stavo cercando un Horcrux in una gigantesca sala affollata, che non somigliava per niente alla Sala Grande come la immagino io".

In tutto questo trambusto c'è da essere sicuri solamente di una cosa: la Rowling, affacciata alla finestra del mondo, se la ride di gusto. Ancora una volta ci ha messi in scacco.