La Summit Entertainment, la casa produttrice di Twilight, ha annunciato che  non sarà Catherine Hardwicke a dirigerne il seguito, New Moon.

La notizia è stata confermata, dopo che il sito di Nikki Finke, Deadline Hollywood aveva annunciato lo scoop, trapelato da fonte anonima.

Pare che le divergenze di opinione tra produzione e regista su come adattare la saga dei vampiri scritta da Stephenie Meyer, fossero cominciate già durante la lavorazione del primo film.

La Summit e la Hardwicke hanno emesso un comunicato congiunto  dichiarando che la regista non dirigerà i prossimi film del ciclo. Il calendario troppo serrato di uscite previsto per i seguiti, autunno 2009 e autunno 2010, non darebbe il tempo alla regista di realizzare un prodotto confacente alla sua visione artistica.

Non è stato comunicato chi dirigerà New Moon.

Attualmente Twilight ha incassato 138,5 millioni di dollari solo nel mercato USA,  più altri 21,3 milioni in quello mondiale, facendo di Catherine Hardwicke la prima regista donna a  lanciare un franchise di successo.

Il presidente della Summit, Erik Feig, ha elogiato con le solite formule di rito il lavoro della Hardwicke: "Catherine ha realizzato un ottimo lavoro e la ringraziamo per tutti gli sforzi compiuti. Speriamo che si possa lavorare con lei in futuri progetti della Summit".

La produzione si è posta l'obiettivo di portare sullo schermo i personaggi creati da Stephenie Meyer con un calendario molto serrato. Feig ha giustificato questa esigenza con la volontà di accontentare al più presto la fame di nuove storie dei fan di Edward e Bella.

Trattandosi di storie con protagonisti adolescenti  lo scopo è probabilmente anche quello di evitare che gli attori crescano troppo, cosa che ha creato non pochi problemi al franchise di Harry Potter.

Un'altra esigenza di mercato da non trascurare è quella di battere il ferro finché è caldo.

L'età dei fan di Twilight è di forte volubilità. Le mode e le passioni cambiano da un mese all'altro. Il rischio di una produzione dilatata nel tempo era quello di trovarsi dei fan non più interessati a quelle storie che solo un paio di anni prima adoravano.