Il profilo della casa editrice

Edizioni XII nasce dall’incontro, all’inizio del 2007, di un gruppo di autori e giornalisti con esperienze molto diverse ma con l’idea condivisa di fare editoria di genere che mirasse alla massima qualità del libro senza trascurare alcun dettaglio; immune alle mode, puntando soprattutto su autori italiani, osando e cercando il nuovo.

Dopo due anni di sostanziale rodaggio – compresi fisiologici aggiustamenti nell'organico – e di consolidamento nell’underground, dall’autunno 2009 sta lavorando a pieno regime.

Indicazioni per l'invio dei testi

Di norma non si accettano in valutazione manoscritti che non siano  direttamente richiesti agli autori che abbiano colto l'interesse dell'editore attraverso il filtro delle selezioni editoriali.

Un altro modo per attirare l'attenzione di questo editore è partecipare ai concorsi letterari banditi dalla casa editrice (in corso d'opera attualmente Circo Massimo 2011).

Nonostante queste indicazioni, l'editore riceve ogni giorno dattiloscritti delle più varie nature, comprese le sillogi poetiche e romanzi rosa: Edizioni XII raccomanda quindi di verificare la linea editoriale.

A tutti, comunque e indistintamente, viene assicurata una risposta, che sia di rifiuto, di richiesta informazioni o di invito alla collaborazione, in segno di rispetto all'investimento professionale ed emotivo che ciascun autore mette nella propria opera.

Nel caso un manoscritto venga preso in carico, in vista di una valutazione a fini editoriali, la risposta varia dai quattro ai sei mesi, in via indicativa, e la Direzione Editoriale ha il compito di tenere l'autore informato riguardo lo stato di avanzamento dei lavori, e degli eventuali ritardi (o anticipi!) nelle tempistiche di giudizio.

L'intervista

Fare gli editori oggi è una grossa sfida: come mai avete deciso di intraprendere questa strada e, soprattutto, come mai la scelta di pubblicare nel Fantastico? 

Daniele Bonfanti: Non la vediamo come una sfida, sinceramente. 

Siamo un gruppo di persone unite da una comune passione per un certo tipo di letteratura e un certo tipo di approccio. Amiamo cercare, curare, diffondere storie che ci piacciono e sono meritevoli. 

Quindi la decisione è semplice e spontanea: fare qualcosa che piace, cercando di farlo il meglio possibile, migliorandosi sempre.  

Tutto qui. Non siamo in missione per conto dell'Altissimo, non abbiamo nulla da dimostrare, né crociate da compiere o roba simile. 

Nel vostro cammino, avete raccolto qualche aneddoto meritevole di essere raccontato in questa sede?

David Riva: Vorrei riportare questa sequenza di eventi, significativa e distintiva, a mio parere, di cosa significhi lavorare insieme a Edizioni XII.

Dopo aver partecipato all'iniziativa Archetipi, le radici dell'Immaginario, ho avuto il privilegio di vincerne la selezione: ciò mi ha assicurato la pubblicazione del racconto sulla già citata raccolta. A quel punto, Edizioni XII mi chiese se avessi pronto un lavoro da sottoporre all'attenzione della casa editrice, e in quel periodo stavo completando la stesura di Opera sei, il mio primo romanzo. A seguito della sua valutazione positiva, non solo ho visto realizzarsi la pubblicazione del libro, ma ho ricevuto anche l'invito a collaborare con la Redazione: ecco che adesso ho l'onore di coordinare la Direzione Editoriale, e ho l'opportunità di intrecciare collaborazioni, partecipare a iniziative esterne a XII ma a essa collegate, conoscere sempre più persone – autori e operatori – nell'ambito dell'editoria.

Il percorso, riassunto in così poche parole ma svoltosi nell'arco di un paio d'anni, rappresenta quanto l'impegno, la professionalità e la passione non passeranno mai inosservate, da queste parti.

Quali sono le difficoltà più frequenti in cui vi imbattete quotidianamente? 

Fabrizio Vercelli: Le difficoltà sono tante, dai tempi di lavoro, talvolta stetti al limite dell’impossibile, alla reticenza di molti rivenditori nel comunicare le copie vendute o, peggio, nel restituire l’invenduto. Anche la burocrazia, assurda, e i costi di gestione – un pensiero particolare va alle tariffe postali ridotte per l’editoria, annullate dal Governo da un giorno all’altro l’anno scorso, argomento ormai dimenticato dai più, ma non dai piccoli editori.

Uno degli aspetti meno simpatici, però, è l’asservimento quasi totale degli organi di stampa, specie quelli ad ampia tiratura, e dei media ai grandi gruppi editoriali; c’è spazio solo per i libri degli editori a loro legati, o in grado di investimenti stratosferici per comprare campagne pubblicitarie (spesso travestite: recensioni comprate o altro). Per i medi e piccoli editori, quando va bene, restano solo poche righe, spesso raccattate a costo di grandi sforzi per ottenere ascolto.

Per fortuna però su Internet le cose vanno diversamente, grazie soprattutto al lavoro di tanti appassionati che fanno di tutto per promuovere le realtà che ritengono più meritevoli.

E le soddisfazioni più grosse?

Fabrizio Vercelli: Personalmente i momenti più entusiasmanti sono due.

Il primo è quando stringo tra le mani un libro fresco di stampa. Poter toccare il frutto di un lavoro d’insieme svolto per mesi, quando non anni, come nel caso di Archetipi e Carnevale, è simile al veder concretizzarsi un sogno.

Il secondo sono i responsi da parte dei lettori, specialmente quando si tratta di persone che non ci conoscevano e che, dopo aver letto un nostro libro, esprimono il desiderio di leggerne altri, o magari di collezionarli. Per noi sono uno dei migliori segni che la strada che abbiamo scelto è quella giusta e uno degli stimoli principali ad andare avanti.