C’era una volta una principessa, erede al trono del regno più bello del reame: lo splendente mondo di Eleysia. La vita del regno scorre pacifica fino a quando una strega malvagia, l’imperatrice Amara, uccide il re e la regina prendendo per se il trono costringendo la principessa a fuggire. Riese scappa dalla regina cattiva e dalla setta di folli fanatici che la sostiene: i misteriosi componenti della Sect. Nascondendosi nei boschi, la principessa incontra i ribelli e si unisce a loro per recuperare il trono perduto.

In breve questa è la storia di Riese, una web series del 2009 scritta da Kaleena Kiff e divisa in sei episodi di 10 minuti circa.

La sostanziale differenza tra questo e qualsiasi altra produzione  sta nell’ambientazione della storia: il tipico regno delle favole dove al posto della magia troviamo inquietanti tecnologie rudimentali ed una piccola spruzzata di Arcanpunk, elemento che posiziona il prodotto in una sottocategoria dello Steampunk.

Trattandosi della classica favola riadattata per contesto a correre sul confine ormai sempre più sottile tra fantasy e fantascienza, ci permettiamo di analizzarla e portarla all’attenzione dei lettori partendo dai fatti salienti.

Per prima cosa la serie è stata acquisita nel 2010 da Syfy che l’ha fatta sia rimontare che rieditare completamente a livello sonoro aggiungendovi altri quattro episodi prima di proporla come test sul campo nello stesso modo della fortunata Sanctuary nella speranza di bissarne il successo.

Del precedente progetto, Riese recupera gran parte del cast a cominciare da Amanda Tapping (qui voce narrante della storia e in Sanctuary interprete della dottoressa Magnus ).  Sempre da lì arriva l’ex comprimaria Christine Chatelain passata da essere la spalla, Clara Griffin, al ruolo della principessa Riese del titolo: la protagonista della serie.

Al contrario, retrocessa a comprimaria, troviamo Emily Ullerup, qui Ariza della resistenza e precedentemente Ashley Magnus. Suo compagno è Ryan Robbins, qui Rand, un capo della resistenza molto diverso dal timido Henry Foss.

Oltre a loro, altri voti noti prendono parte al cast e se la parte dell’antagonista, l’imperatrice Amara, viene affidata a Sharon Taylor, ex tecnico in Stargate Atlantis, il ruolo di minore importanza, quello di Marlise della setta fanatica Sect, viene affidato all’attrice più in vista dell’intero cast: Allison Mack meglio nota come Chloe Sullivan, la Watchtower di Smallville.

Da questa lista di attori più o meno affermati nel campo televisivo, nasce una doverosa riflessione su due punti cruciali che Riese porta alla nostra attenzione:

Il primo risiede nel fenomeno stesso delle web serie, prodotti creati a basso budget per internet, costruiti in maniera da sostituire i ben più costosi pilot,  pregni di una maggiore e immediata risposta da parte del pubblico, che ha sancito la nascita di serie come la succitata Sanctuary e Defyng GravityCapricorn One e altri prodotti chiusi quasi immediatamente.

In particolare, questo fenomeno si sta espandendo anche in Italia, dove bloggers e youtubbers si rimboccano le maniche fungendo da tramite per i giovani cineasti che sul web trovano finalmente un modo per esprimersi in generi quasi vietati nel nostro paese quali la fantasy o l’horror.

Il secondo punto è facilmente sotto gli occhi di tutti: i nuovi generi e sottogeneri del fantastico e della fantascienza stanno, sempre di più prendendo corpo sul mercato televisivo. Ormai il pubblico rimpalla tra Game of Thrones, che propone un fantasy demistificato e privato di quasi tutti gli elementi sovrannaturali, all’estremizzazione del bizzarro tecno fantascientifico di Torchwood che sfida il non sense conquistando milioni di telespettatori sulla scia del Doctor Who.

Dal mio punto di vista, spero di vedere presto un prodotto come Riese diventare una vera e propria serie di larga diffusione sui network e spero che progetti come questo spingano anche in casa nostra il desiderio di esprimersi e mettere in evidenza che esistono, qui nello stivale, un mercato ed un pubblico in cerca di prodotti ben diversi da quelli normalmente prodotti dalla onnipotente Taodue e  da Rai Cinema.

Oltre a loro, si affaccia al mondo del lavoro una generazione di professionisti del settore che piuttosto dei Cesaroni è cresciuto visitando mondi alieni con il Colonnello O’Neil di Stargate o viaggiando per il pianeta in compagnia di Xena e Gabrielle e che conosce le potenzialità del nostro paese nel campo del cinema e della letteratura di genere.