Nel panorama della narrativa distopica italiana contemporanea, la saga MM84 di Ju Maybe si distingue per la capacità di intrecciare riflessione politica, introspezione personale e rappresentazione delle diversità affettive. L’autrice, illustratrice e scrittrice, ha presentato Resistenza, il secondo volume della trilogia, sottolineando come la distopia, nel suo caso, sia uno strumento per osservare e raccontare le contraddizioni della società attuale e dei suoi possibili futuri.
L’ispirazione iniziale, ha raccontato, è nata da un evento politico concreto: l’applauso in Senato all’affossamento del DDL Zan. Da quel momento, la scrittura è diventata per lei un modo per denunciare derive culturali e sociali che percepisce sempre più vicine. Alcuni episodi immaginati nei suoi libri — come l’inasprimento delle norme contro la libertà di manifestazione — hanno finito, purtroppo, per avvicinarsi alla realtà. Per Maybe, scrivere è un atto di resistenza. Ogni opera, anche la più apparentemente lontana dall’attualità, è inevitabilmente politica: anche un romance lo è
, spiega, perché la politica ha bisogno di più amore
. La relazione tra Damiano e Massimo, protagonisti della saga, si configura così come un atto di ribellione in un mondo che punisce la diversità e reprime l’emotività. Dietro alla visione distopica si cela una riflessione sulla società contemporanea, sempre più anestetizzata nei sentimenti. Le persone sono resilienti, per questo si stanno abituando a non provare nulla
, osserva l’autrice, individuando in questo fenomeno un meccanismo di autodifesa, ma anche uno strumento di controllo: chi è costretto a concentrarsi solo sulla sopravvivenza ha meno tempo per opporsi, per difendere i propri diritti o per reclamare empatia.
La scelta di lavorare su un romance queer nasce da un percorso personale e letterario. Dopo aver letto per anni romanzi sentimentali eterosessuali, Maybe ha trovato nei romance MM (male/male) una nuova forma di equilibrio narrativo. Spesso le storie etero contengono dinamiche di potere tossiche
, spiega, mentre tra due uomini l’equilibrio, anche fisico, è maggiore, e la relazione diventa più paritaria.
Mescolare queste tematiche con il world building distopico del ciclo MM84 è stato, per lei, naturale: le due dimensioni si completano, permettendo alla componente emotiva di amplificare quella sociale. L’autrice invita tuttavia a riflettere sul fatto che la definizione stessa di romance queer riveli un problema ancora aperto. Mi piacerebbe che un giorno non ci fosse più bisogno di specificare nulla
, afferma. Vorrei che i miei romanzi fossero considerati romance e basta.
Pur trattando argomenti di rilievo sociale, Maybe rifiuta l’idea di voler “insegnare” qualcosa. I messaggi sono presenti, ma la scrittura resta per lei un atto di libertà, da cui il lettore può trarre semplicemente piacere, intrattenimento o riflessione senza obblighi interpretativi.
Il processo creativo di Ju Maybe unisce istinto e confronto. L’autrice parte da un’idea generale, da una scena finale che funge da faro, ma lascia che lo sviluppo dei personaggi e degli eventi si definisca lungo il percorso. Una delle peculiarità della sua esperienza è il dialogo diretto con i lettori, che hanno influenzato persino la conclusione della saga. Postando i tre volumi su Wattpad (prima di arrivare alla pubblicazione per Mondadori), Maybe ha ricevuto reazioni e suggerimenti in tempo reale: Quando i lettori hanno intuito il finale del terzo libro, hanno iniziato a scrivermi, a darmi suggerimenti, a chiedermi di modificarlo e io, confrontandomi con loro, mi sono resa conto che forse quel finale non era quello giusto Così ho deciso di cambiarlo. È stato un processo di crescita condivisa.
Sul piano dei personaggi, la scrittrice racconta di averli tutti percepiti come reali e vicini, fin da subito. Solo Damiano, inizialmente concepito come un personaggio volutamente sgradevole, le ha richiesto più tempo per trovare la giusta dimensione. Nel terzo volume, ancora inedito, invece, ha fatto qualcosa che non aveva mai fatto prima: ha aggiunto in corsa una figura secondaria. Lo ha fatto perché anche dopo aver già consegnato il manoscritto a Mondadori, si è resa conto — quasi inconsciamente — che qualcosa non andava, che serviva un elemento per ristabilire l’equilibrio della storia.
Le sue abitudini di lavoro sono semplici e rigorose: scrive al mattino presto, quando la sua mente è ancora immersa in uno stato di semiveglia, mentre le idee migliori le nascono in cucina, mentre cucina, “il luogo che più detesto, ma dove la mente si distrae e lascia spazio all’immaginazione”.
Parallelamente alla scrittura, Ju Maybe porta avanti la sua attività di illustratrice. Sta lavorando alla trasposizione a fumetti della saga MM84, pubblicata a episodi come webtoon. Un progetto a lungo termine, che potrebbe richiedere circa quattro anni per essere completato, ma che l’autrice vive con serenità: Non so se quando finirò, la Mondadori sarà ancora interessata a pubblicarlo, e in realtà non mi importa poi molto, mi accontento anche così, mi basta sapere che i lettori online lo apprezzano.
All’orizzonte si profila anche un adattamento televisivo: al momento si sta componendo il team di sceneggiatori, ma la scrittrice ammette di avere già in mente quelli che sarebbero gli attori perfetti per i protagonisti.
Dopo ventuno romanzi scritti — molti dei quali non pubblicati — Maybe afferma di non avere, per ora, nuovi progetti narrativi. “Mi sembra di aver detto tutto ciò che avevo da dire”, confessa. Scriverò di nuovo solo quando ne sentirò davvero la necessità.
Con MM84, Ju Maybe consegna al pubblico una distopia in cui la sopravvivenza dei sentimenti diventa forma di resistenza, e in cui l’amore, in tutte le sue declinazioni, rappresenta l’ultima possibilità di umanità in un mondo che tende a cancellarla.







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