E' mancato ieri all'età di 91 anni Dino De Laurentiis, il produttore italiano che forse più di ogni altro ha rappresentato l'Italia nell'industria di Hollywood. E' difficile parlare di un personaggio che ha attraversato la storia del cinema senza scadere nella retorica, quindi, senza pretese di completezza, preferiamo limitarci a ricordare alcuni momenti di una carriera ritmata da molte "prime volte" straordinariamente importanti per il nostro cinema. Un paio di esempi su tutti: il primo film a colori prodotto in Italia (Totò a colori, 1952) e il primo film italiano a vincere un Oscar per il miglior film straniero (La strada di Federico Fellini, 1954) sono state entrambe produzioni di De Laurentiis (insieme a Carlo Ponti, con cui all'epoca aveva creato la casa di produzione "Ponti-De Laurentiis").

Agostino (questo il suo nome all'anagrafe) De Laurentiis nasce a Torre Annunziata (Napoli) l'8 agosto del 1919. Il padre gestisce un pastificio, e inizialmente il ragazzo viene instradato a seguire lo stesso mestiere, almeno finché, durante un viaggio a Roma, decide di partecipare a una selezione per giovani talenti al Centro Sperimentale di Cinematografia. E' il 1937, e da allora la sua strada è decisa: farà cinema. Prima come comparsa, trovarobe e attore, ma già dal 1941 spostandosi dietro alla macchina da presa come produttore. 

L'attività di De Laurentis corre parallela al miglior cinema italiano: a lui si devono pellicole come Riso Amaro (1948) di Giuseppe De Santis (protagonista Silvana Mangano, sua seconda moglie), Dov'è la libertà? (1954) di Roberto Rossellini, Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli, La grande guerra (1959) di Mario Monicelli, che vinse il Leone d'Oro a Venezia. Con l'etichetta "Ponti-De Laurentiis" lui e Ponti produssero alcuni dei film più noti del nostro cinema, da Europa ’51 (1952) di Roberto Rossellini, fino alla consacrazione definitiva con il già citato La strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, entrambi vincitori dell'Oscar per il miglior film straniero. 

Dal 1972 De Laurentiis si sposta stabilmente negli Stati Uniti, e al suo primo periodo là si devono alcuni dei film fantastici e di fantascienza che tra la fine degli anni '70 e gli anni '80 diedero una nuova identità al genere, facendo da apri pista per le produzioni che seguiranno: King Kong (1976), Flash Gordon (1980), Conan Il Barbaro (1982), Conan il distruttore (1984) e Dune (1984), all'epoca un clamoroso insuccesso commerciale). Nel 1992 è la volta di L'Armata delle Tenebre, che si ritaglierà lo status di film di culto per molti appassionati. Seguono molti altri film e riconoscimenti, inclusi il premio Thalberg - assegnato dall'Academy nel 2001 - il Leone d’Oro alla carriera della Mostra del Cinema di Venezia (2003, nella foto) e l'Academy for Science fiction, Fantasy & Horror Films (1997), un premio che ha celebrato la scelta di De Laurentis di investire nel cinema di genere quando farlo non era di moda, anticipando i tempi e aprendo la strada ad altri.

Con la morte di Dino De Laurentiis si chiude una grande epoca del cinema: era un uomo complesso e una figura di grandi passioni, sia nel lavoro che nel privato, di cui si è parlato molto e su cui adesso probabilmente si scriverà anche di più. Su tutto, vogliamo ricordare che è stato un innovatore che ha saputo osare e rischiare in proprio perseguendo l'idea di cinema che lo appassionava, cercando il successo attraverso la qualità, adeguandosi ai tempi - quando non anticipandoli - senza restare vincolato al passato.