Qualche tempo fa io9 ha pubblicato un articolo riguardante una figura caratteristica del web: il troll, appellativo non riferito al mostro della mitologia norrena ma a un particolare tipo di frequentatore della rete.

Cos'è un internet troll?

Wikipedia offre questa definizione:

"persona che interagisce con gli altri utenti tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi."

Di norma l'obiettivo di un troll è far perdere la pazienza agli altri utenti spingendoli a insultare e aggredire a loro volta, generando una flame war.

Uno dei più grandi miti della rete, dice C.J Anders - autrice dell'articolo, è questo: persone gentili e ragionevoli nella vita reale, quando sono online si trasformano in emerite teste di quiz: questo fa venire in mente l'immagine di un mite impiegato, cortese e dolce con tutti, che poi va a casa e sputa veleno per ore su forum e blog.

L'argomento troll è stato trattato anche sul Guardian, dove Charles Arthur attribuisce la responsabilità del fenomeno alla "spada a doppio taglio" della libertà offerta dal web: la violenza verbale in rete resta sostanzialmente impunita, o comunque la reazione non è comparabile a ciò che succederebbe con atteggiamenti analoghi dal vivo.

Secondo la Anders, questo atteggiamento da dott.Jekyll/mr.Hyde non è da escludere ma è più probabile che il troll di internet lo sia (o desideri esserlo) anche nella realtà.

Perchè sul web il problema è tanto più sentito? La risposta sarebbe che, nella vita di tutti i giorni, esistono meccanismi quasi inconsci e automatici per evitare il contatto con persone il cui modo di fare verrebbe percepito "da troll".

Invece, su internet, è molto più difficile applicare questi filtri: in rete, non esiste un metodo efficace per escludere le persone con cui non si parlerebbe mai nel mondo reale.