La morte del principe di Ombria scatena le lotte per la successione: l’erede legittimo è appena un bambino e suo cugino Ducon è un artista, il cui animo ribelle non è tarato per la politica. La Perla Nera, crudele zia del defunto sovrano che anche i più vetusti abitanti di Ombria ricordano già vecchia, non ha dunque difficoltà ad accentrare il potere nelle sue mani. Intanto, nel suo vagabondare alla ricerca degli scorci più reconditi della città, i soggetti preferiti per i suoi misteriosi dipinti, Ducon avverte presenze irreali. La sua spiccata sensibilità gli permette di cogliere, negli anfratti più oscuri di Ombria, un potere soprannaturale che agisce nelle tenebre e il cui operato risulta incomprensibile.

Sotto le viuzze stracolme di umanità, le fumose taverne e i ciclopici palazzi, esiste infatti un’altra Ombria. Una sorta di città-fantasma, invisibile alla gente comune, che una potente quanto misteriosa maga ha scelto come dimora. Sarà proprio Faey, la maga dei sotterranei, con l’aiuto della sua giovane apprendista, a contrastare i piani della Perla Nera.

Il romanzo di Patricia A. McKillip, vincitore del World Fantasy Award, è costruito in modo affascinante. La trama avvincente, i personaggi vivi e accattivanti e la straordinaria ambientazione, si fondono in un quadro dai mille risvolti che incatena il lettore alle pagine del libro. Lo stile della McKillip modella la storia con sorprendente sapienza, conferendo alla stessa un ritmo cadenzato da momenti di surreale poesia.

Il vero punto di forza del libro resta di certo, come già accennato, l’ambientazione, il collante dell’intera opera. L’unità di luogo, la vicenda si svolge infatti tutta nella città di Ombria e nella sua spettrale dimensione parallela, lungi dall’essere una limitazione, costituisce altresì la vera ricchezza del romanzo. Ombria, dai melmosi bassifondi, alle animate taverne, dai moli assolati ai più bui e occulti vicoli per finire al ciclopico palazzo reale, percorso da un’infinita rete di passaggi segreti e camere dissimulate, è tratteggiata in modo così vivido da risultare, in fin dei conti, la vera protagonista del romanzo. E, d’altro canto, le vite degli stessi personaggi sembrano plasmate dalle atmosfere oniriche della città, che pulsa di vita propria e, magicamente, ne tiene le fila, quasi fosse l’incarnazione dei loro stessi destini. Una latente entità superiore che li manovra.

È questo un romanzo la cui prosa magica, e qui non si può tralasciare una nota di merito all’ottima traduzione di Gianluigi Zuddas, colpisce nel segno. La città di luce e d'ombra è una lettura che non deluderà chi è alla ricerca di un fantasy originale, che sappia distinguersi con forza dalla media.