L'ultimo film di Tim Burton, Big Fish, è indiscutibilmente un capolavoro per Marco Spagnoli: il film della maturità in cui il regista californiano esplora il rapporto tra fantasia e realtà, tra fantastico e realismo in maniera sorprendente, camminando su un tenue filo sospeso in alto nell'aria di un talento che ha raggiunto la sua vetta più alta.

In attesa dell'uscita ufficiale, di domani, 27 febbraio, è possibile leggere l'intera intervista a Tim Burton che Marco Spagnoli ha preparato per Il Corriere della Fantascienza.

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Edward Bloom, da giovane, spinto dal suo spirito avventuriero, ha intrapreso un viaggio fantastico che lo ha portato dal suo paesino in Alabama verso mondi incredibili. A soli otto anni Edward scopre, leggendo l'enciclopedia, che "un pesce tenuto in una vasca piccola, rimane piccolo; ma se tenuto in uno spazio più grande esso è in grado di raddoppiare, triplicare o addirittura quadruplicare le proprie dimensioni". Un grande pesce è l'animale in cui Edward comincia a identificarsi.

Ora Edward è vecchio e tutti lo conoscono come narratore di storie fantastiche e assurde che però ascoltano con attenzione e meraviglia. Tutti tranne suo figlio William, che si è allontanato dalla famiglia e soprattutto da suo padre. Sandra, la moglie di Edward, ha deciso che è tempo per padre e figlio di riallacciare i rapporti perduti, ma non è facile, anche perché William deve fare i conti con le gesta eroiche del padre così come con le sue grandi debolezze.