Gianfranco Viviani, il fiuta successi


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FantasyMagazine
Balrog
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MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 13:46 pm    Oggetto: Gianfranco Viviani, il fiuta successi   

Gianfranco Viviani, il fiuta successi

Una intervista a più voci a uno dei principali protagonisti della scena editoriale italiana, artefice dei recenti exploit editoriali della Delos Books.

Leggi l'articolo.
Negróre
dannatamente umano
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MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 13:46 pm    Oggetto: Re: Gianfranco Viviani, il fiuta successi   

L'iniziativa mi è piaciuta. Molto meno la realizzazione.

Avete raccolto un po' di domande, ragazzi. Ho capito l'intento. Non avevate la disponibilità di una chiacchierata più ampia? Forse, quindi capisco, ma non apprezzo.
Ciò che resta alla fine dell'intervista è un sapore un po' amaro. Gianfranco Viviani ha detto molte cose, di cui alcune più che discutibili. Siccome l'ho conosciuto personalmente, come si sa, mi pare che alla fin fine traspaia uno spaccato del professionista Viviani piuttosto relativo. Almeno, questo è ciò che io credo e spero... Che poi non sia così, pronto a ricredermi. (Ma se questo è tutto, mah!)

Una cosa su tutte (che è anche quella che sta facendo discutere di più in rete).
Liquidare i classici del passato per sostituirli con Paolini è, in tutta sincerità, qualcosa che fa rizzare i peli sulla schiena e digrignare i denti. A me autori come Ursula Le Guin - il suo Earthsea è un classico, giusto? - non sembrano datati. Moorcock l'ho apprezzato di meno, ma il discorso è lo stesso, proprio perché oggi va di moda l'antieroe. Non apprezzai quasi per niente Howard già allora, però liquidarlo così mi sembra ingiusto.
Insomma, capiamoci, al posto di questi classici, cosa dovrei sorbirmi? Paolini? No dai, non scherziamo.
Il nuovo che avanza, e che si permette pure di vendere, semmai sarà rappresentato da autori come Steven Erikson o China Mieville. (George Martin a me non sembra affatto nuovo - semmai abile -, tant'è che l'ho mollato.)

Mi sarebbe piaciuto leggere un'intervista più profonda, in cui intervistatori e intervistato interagissero, perché non riesco a credere che il pensiero di Viviani sia *esattamente* questo.
Non ho letto i romanzi pubblicati da Delos sui vampiri, perché a me i vampiri non interessano. Quindi non so quale sia la qualità degli autori pubblicati. Ma, qualsiasi essa sia, non giustifica la posizione che predilige Paolini a Howard. (Oltreché c'entrare come i cavoli a merenda. Non perché ora tutto viene chiamato "fantasy", allora chi scrive di vampiri va infilato nello stesso calderone assieme a chi scrive di T'lan Imass o di Garuda... Non vi pare?)
Un sorriso, Andrea
by Ax
Maia
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MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 14:21 pm    Oggetto:   

Quello che a me fa specie è l'apparente superficialità con cui Viviani liquida alcuni mostri sacri come Howard e Moorcock; lui, che di esperienza ne ha da vendere. Fa riflettere: perché questa posizione? Ma soprattutto, è da interpretare come un giudizio artistico o semplicemente commerciale?
Probabilmente è stata una valutazione di ciò che fu con lo sguardo rivolto al presente, come a voler sottolineare che i tempi cambiano e alcune cose oggi stenterebbero a emergere...
Ripeto, se un personaggio del calibro di Viviani si pone così, ci deve essere una motivazione più profonda alle spalle.
Per ogni Giovanna d'Arco c'è un Hitler appollaiato dall'altra estremità dell'altalena. La vecchia storia del bene e del male.
CB
Marina
Bracchetto del Cheshire
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MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 14:40 pm    Oggetto:   

Andrea, capisco la legittima richiesta, ma come ben sai siamo disposti ai 4 angoli dello Stivale, non era proprio possibile Wink
Rakanius
Drago
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MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 16:14 pm    Oggetto: Re: Gianfranco Viviani, il fiuta successi   

Negróre ha scritto:

Liquidare i classici del passato per sostituirli con Paolini è, in tutta sincerità, qualcosa che fa rizzare i peli sulla schiena e digrignare i denti.
........................
Insomma, capiamoci, al posto di questi classici, cosa dovrei sorbirmi? Paolini? No dai, non scherziamo.
Mi sarebbe piaciuto leggere un'intervista più profonda, in cui intervistatori e intervistato interagissero, perché non riesco a credere che il pensiero di Viviani sia *esattamente* questo.


Ok ma perché prendertela con chi ha fatto la domanda? La risposta è abbastanza elaborata e inequivocabile. Certo, non me l'aspettavo nemmeno io. Ero entusiasta di intervistare un simile mostro sacro (mi si perdoni l'espressione), anche se qualcosa mi aveva sussurrato nell'orecchio: non fare quella domanda lì, non la fare!!

Purtroppo proprio quella domanda mi premeva fare, e l'ho fatta. Perché volevo la risposta del "grande saggio," di qualcuno che li ha visti (e pubblicati!) un po' tutti, e ha seguito un mondo (piccolo o no che sia) per così tanto tempo. La risposta è quella che leggi ed è molto pratica, imprenditoriale, e in quanto tale la rispetto anche se non condivido i giudizi.

Comunque se avessi la possibilità (io o qualcun altro per me) di approfondire, ben venga.
Bruno
--- partecipa al mio blog su:
http://www.mondifantastici.blogspot.com/
Negróre
dannatamente umano
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MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 16:41 pm    Oggetto:   

Bruno, non me la prendo con chi ha fatto la domanda. Anzi, ho anche capito in anticipo che molto probabilmente - come sottolinea Marina - non era possibile fare diversamente. (Ecco cosa stava a fare lì la mia domanda retorica, che cito: "Non avevate la disponibilità di una chiacchierata più ampia?")

Ciò non toglie che porre la questione qui (e m'ha sorpreso d'essere il primo a commentare...) implichi una voglia di ottenere un approfondimento, di qualsivoglia genere. E' pur sempre il forum di una testata giornalistica della Delos, di cui Viviani è il direttore editoriale.
Non prenderla sul personale: ribadisco, l'iniziativa è interessante. Ma resta l'amaro in bocca per un'occasione un po' gettata via (non dagli intervistatori in sé, dalle circostanze, da quello che volete... ma un po' gettata via lo è lo stesso!).
Non so se riesco a spiegarmi.

La risposta sarà anche articolata, ma a me - proprio perché l'ho conosciuto e so cos'ha fatto in vita sua - lascia perplesso. E mi dispiace dissentire su tutta la linea.
La qualità ha sempre pagato, in ogni tempo. E proprio lui che la promosse per tre decadi, facendoci sognare, dovrebbe saperlo.
Paolini è una porcata. Punto e basta. Vende? Chi se ne frega. C'è modo e modo di vendere. Ovvio che un Erikson o un Mieville non ti capitano sottomano ogni settimana, ma magari imporre una logica puramente commerciale non giova.
E' ovvio che i tempi sono cambiati, ma i punti di riferimento di oggi sono altri, non Paolini. Se si ragiona così, o non si conosce più ciò che viene prodotto (è possibile e comprensibile, non è che Viviani abbia il tempo di star lì a leggersi tutto il possibile immaginabile - a parte il fatto che è sempre stato più incline alla fantascienza. Ma, se così fosse, bene sarebbe astenersi dal fare esempi fuori luogo), o è molto, molto e ancora molto vera l'affermazione finale dell'intervista: non riesce più a star dietro al genere e, successi editoriali a parte (che significano conoscenza del mercato, più che della produzione letteraria), non lo capisce più.

Siccome ho una certa opinione di Viviani (a Fiuggi mi commossi quando lo premiarono come Grand Master; mi fece molto piacere, perché l'ho sempre considerato una specie di "papà artistico", grazie alle letture che mi regalò con la Fantacollana), non riesco ad accettare una simile posizione.
Il discorso è valido in sé, commercialmente. E il titolo dell'intervista si spiega da solo. Ma sarebbe stato altrettanto valido senza mettere su un piedistallo scribacchini da quattro soldi o, alla meglio, scrittori senza né infamia né lode, ma ben lungi dal poter essere paragonati ai classici (del passato e del presente).
Tutto qui.

Davvero, ribadisco: nulla nei vostri confronti, Bruno. Anzi, continuate così, che FM sta diventando sempre più interessante ultimamente.
(Lo so, sono un rompiscatole, uno di quei tipi molto critici che rischiano di passare - e magari a volte lo diventano sul serio - per criticoni. Ma ciò non toglie che vi segua sempre e sia sempre qui a discutere con voi. Qualcosa vorrà pur dire, no? Wink )
Un sorriso, Andrea
Marina
Bracchetto del Cheshire
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 20:33 pm    Oggetto:   

Tranquillo, Andrea, i criticoni sono ben altra razza. La critica è legittima, è sana, va bene e fa bene. E spesso le critiche di chi commenta ce le siam fatte anche noi in redazione, il fatto è che, come in questo caso, "o così o pomì" Wink

Ma questo non significa che la critica venga archiviata: si cerca sempre di migliorare e di venirle incontro la volta successiva o alla rpiam occasione propizia Wink
dued
Elfo
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Località: Savona
MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 20:58 pm    Oggetto:   

Mi meravigliava, in effetti, che questa intervista non suscitasse commenti, in particolare dopo quelle due frasi lapidarie su Elric e Conan.

(Che poi io, personalmente, condivido abbastanza la prima e pochissimo la seconda. Wink )
Milena "dued" Debenedetti

I am what I am and what I am is who I am
Elyria
Anjin
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Località: fra la terra e il mare
MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 20:59 pm    Oggetto:   

Ho letto l'intervista fatta a Viviani, e le sue risposte imho hanno una sincerità e una coerenza agghiacciante.

Ha risposto a tutto quello che gli veniva chiesto con estrema chiarezza, per questo motivo lo giudico una persona onesta, anche se ho rabbrividito abbastanza (ma un po' me lo aspettavo).

Chi crede ancora nelle favole, magari è l'ora che si svegli.

P.S. Avrei voglia davvero anche io di fargli qualche domanda.
http://novatlantide.wordpress.com/

Caoticista nell'animo.
Manex
Apprendista Stregone
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Località: Milano
MessaggioInviato: Gio 18 Giu 2009 23:26 pm    Oggetto:   

Ringrazio tutti per i commenti costruttivi.
Questa intervista è costata parecchio tempo. Raccogliere le domande, inviarle a Viviani che sta a Zoagli, attendere le sue risposte, assemblare il pezzo. Sono passati alcuni mesi.
Mi ero stupito della mancanza di commenti. Sembrava che mancasse l'interesse. Non cerco la polemica a ogni costo. Ma un minimo di risposta, che non fosse solo il contatore degli accessi mi fa capire se andiamo nella direzione giusta o meno.
Nel merito dell'intervista dico che ogni parere è legittimo.
Da un punto di vista commerciale è innegabile che abbiano mosso il mercato. La tesi su Paolini e la Troisi la condivido se si guarda al marketing. Sono dei "buoni" prodotti, dove per buono s'intende un prodotto che risponda alle esigenze del proprio pubblico, non una valutazione di qualità.
Un analogo di Paolini in una casa editrice come la nostra ci darebbe
un sacco di tranquillità economica per fare tante cose belle e di
qualità magari. Non viviamo sulla luna. Se qualche scrittore italiano ha pubblicato per noi è perchè magari, nel nostro piccolo, le vendite della Harris ci danno un po' di respiro. Non conosco le cifre, ma a Torino li ho visti andare via come pane sfornato.
Ho visto collane, per esempio la collana fantascientifica dell'Armenia, chiudere per "eccesso di qualità". Belle scelte, ma che commercialmente non hanno pagato. Non vorrei essere nei panni chi deve valutare un libro da pubblicare.
Ciao
Emanuele Manco
www.emanuelemanco.it
Theonlyandtheone
The Duke
Messaggi: 2670
MessaggioInviato: Dom 05 Lug 2009 11:53 am    Oggetto:   

Personalmente io spero che Viviani riesca a portare la colanna Odissea Fantasy su degli ottimi livelli che fino ad oggi (ovviamente IMO) non si sono visti. Nel panorama attuale capisco che sia difficile riuscire ad emergere con pubblicazioni che uniscano quallità a logici criteri commerciali ma secondo me nell'affollato universo fantasy ci sono ancora autori di grande potenzialità sconosciuti al mercato italiano (Abercrombie, Cook etc...).
Con tanti terroristi nel mondo dovevo ammazzarne proprio uno con i piedi piccoli.

John McClane
Fabio Novel
Hobbit
Messaggi: 67
MessaggioInviato: Mar 28 Lug 2009 17:56 pm    Oggetto:   

Francamente, anche qualche dichiarazione mi ha lasciato perplesso...
Soprattutto quando dice...
(...) ma come poteva piacermi questo Elric di Melnibonè?” La mia impressione è stata quella Moorcock non abbia creato un eroe, ma un minorato mentale che non sa chi è, cosa deve fare, ed è sempre pieno di dubbi sulla sua stessa esistenza. Oppure rileggere le scheletriche storie di Conan, tutto muscoli, avventura e niente contorno. È passata un’epoca e quello che una volta affascinava, oggi fa solo sorridere. (...)

E', certo, una lecita affermazione personale. Uno, ad un certo punto, può anche cambiare gusti, idee, riconsiderare con altre esperienze e punti di vista...
Quindi, per quanto io dissenta con affermazioni simili, capisco che possano anche essere sentite, e quindi oneste.

In cuor mio, però, che devo tantissimo a Gianfranco come lettore (senza la sua Nord, non avrei conosciuto e amato la SF e il fantasy allo stesso modo, oltre che come autore (è stato il primo a credere in me), devo ammettere che emotivamente ho provato un brivido d'irritazione...
Il Fauno
Eldar
Messaggi: 361
Località: una grotta in Elicona
MessaggioInviato: Mer 29 Lug 2009 15:06 pm    Oggetto:   

Beh, è la sua opinione personale; del resto non a tutti può piacere Howard o Moorcock, e dirlo non è reato. Ritengo, come qualcuno di voi ha già sottolineato, che Viviani abbia espresso una opinione più commerciale che letteraria; Paolini, come del resto il 99% degli autori moderni di fy ed sf, scrive romanzi da autogrill, ma vende, ed è quindi automatico che chi porta avanti una linea editoriale di un certo tipo, per non soffocare in un mercato già di per sè ristretto, preferisca proporre al pubblico romanzi qualitativamente discutibili ma di alta commerciabilità, soprattutto se riflettono in pieno i gusti della maggioranza del pubblico attuale. Certo i giudizi sui personaggi di Elric e Conan sono terribilmente riduttivi e anche superficiali, ma del resto chi legge Conan ed Elric, al di fuori di una ristrettissima cerchia di appassionati del genere???
"tanto saggio quanto triangolino, visse con la leptospirosi, ma si spense ricco nel cuore."
Paladino
Nano
Messaggi: 157
MessaggioInviato: Mar 08 Set 2009 13:50 pm    Oggetto:   

Non mi scandalizzano le risposte di Viviani. I tempi sono cambiati e anche l'ottica dei lettori. Tenete conto che ormai in Italia - e nel mondo - esistono le mode. Questo concetto esula completamente da quello di qualità. Può andare di moda il vampiro belloccio fatto di cristalli di luce buono nell'anima, ma essere qualitativamente uno schifo.
La moda vende, la qualità è pane per i denti della critica intellettuale.
Vorrei che le due cose potessero coincidere, ma temo che siano rari gli esempi in cui questo succeda.
Quindi un editore probabilmente deve ben considerare che nelle sue operazioni di marketing, prima di tutto influisce la moda, dopo la qualità.
E' una mia opinione, è chiaro, ma mi pare scontato che di fronte a un bel romanzo che si sa già leggeranno quattro gatti, e il romanzo qualitatavimante medio-basso i cui argomenti s'incontrano con le problematiche quotidiane della nostra generazione, sia pure semi-adolescenziale, risulti più appetibile quest'ultimo.
Ormai la maggior parte della gente non ha più tempo per leggere e lo fa nei ritagli di tempo: prima di andare a dormire, sull'autobus, sulla metro, in sala d'attesa, mentre è in fila alla posta... e per leggere in questo modo non si può avere sotto gli occhi qualcosa la cui digestione è lenta, ma una cosa leggera, veloce, divertente, in grado di acchiappiare da subito così se poi la si riprende dopo una settimana, ci si ricorda senza problemi di dove si è arrivati.
Certo che non è così per tutti, ma in Italia, oggi, se si vuole "prendere" la grossa fetta dei lettori, temo si debba puntare sul semplice.
Ahimé... Confused


Yenvel
Insuperabile Tonno delle Nevi
Messaggi: 1999
Località: giù al nord
MessaggioInviato: Mar 08 Set 2009 14:50 pm    Oggetto:   

Paladino ha scritto:
ormai in Italia - e nel mondo - esistono le mode.


Si, ma la moda è una cosa talmente orrenda che deve essere cambiata ogni sei mesi!

(cit. Oscar Wilde)
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